Vercelli

Vercelli Vercelli // sindaco «Tutto lecito» VERCELLI. Si difende. Ostinato, ma senza disperazione. In cella di isolamento da giovedì mattina, il sindaco Fulvio Bodo è stato interrogato sabato per quasi cinque ore dal procuratore della Repubblica Luciano Scalia e ieri pomeriggio, per un'ora e un quarto, dal gip Elisabetta Canevini. Sei ore sotto il torchio, ma a parlare di che? Dei «favori» richiesti a Giulio Bensaja, il titolare della «Celtica Ambiente» di Milano, dopo avergli affidato l'appalto ultramiliardario dell'inceneritore? «Niente affatto - risponde il suo difensore, Dario Piola -. Sia il dottor Scalia sia la dottoressa Canevini hanno chiesto a Bodo i particolari dell'appalto. In particolare, il gip ha domandato al sindaco se il Comune avesse davvero guadagnato dalla firma di quel contratto. E Bodo ha ripetuto quanto va dicendo ormai da mesi: due miliardi nel '92, due miliardi e mezzo nel '93. Un'occasione che la città non poteva perdere». Eppure Giulio Bensaja avrebbe confidato ai giudici qual era la «riconoscenza» che Bodo si aspettava per avergli affidato l'appalto: la «Celtica Ambiente» avrebbe dovuto subappaltare alcuni servizi legati allo smaltimento dei rifiuti ad una società di comodo formata dallo stesso sindaco o da suoi prestanomi «forse» con altri amministratori, «tangente» che qualcuno avrebbe quantificato in un miliardo. Bodo-Bensaja, un legame stretto dalla necessità di trovare una soluzione per l'inceneritore, oppure una comunanza di interessi criminosi? Secondo l'avvocato Piola si stanno facendo troppi «romanzi». L'ormai famoso pranzo al «Modo Hotel», organizzato proprio il giorno prima degli arresti, sarebbe stato una colazione di lavoro per definire le modalità tecniche di funzionamento dell'impianto e per parare il colpo di un possibile ritira della fidejussione sull'inceneritore dopo gli avvisi di garanzia. Anche gli altri assessori in carcere, i tre de Fragonara, Danieli e Kotlar, ed i tre psi Amerio, Caffi e Casalino, durante tutti gli interrogatori, hanno ripetuto la litania: l'appalto dell'inceneritore era conveniente per la città e avrebbe consentito di scongiurare il dissesto finanziario. Resta il fatto che la «Celtica Ambiente» ha fornito referenze fasulle (Quante? E' stato chiesto a Scalia. Risposta: tutte) e che una relazione dell'ingegnere-capo del Comune, Emmanuele Pizzimbone, che sollevava molti dubbi sull'appalto, non è stata letta in Consiglio comunale prima di votare la delibera. [e. d. m.]

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