Un «pacchetto» di 300 milioni per la d di Ugo Bertone

Un «pacchetto» di 300 milioni per la d Pds e pri smentiscono Zamorani: non abbiamo ricevuto denaro per gli appalti Anas Un «pacchetto» di 300 milioni per la d Giallo nella deposizione diFrigerio ai giudici milanesi Dalla busta poi consegnata a Prada «spariti» 200 milioni? MILANO. Tangentopoli, sommario di storie scellerate oppure punta di un solo disegno criminoso? Esiste o non esiste la cupola degli imprenditori che, tramite Anas e Autostrade, ha da anni foraggiato il sistema dei partiti? La bomba di Alberto Zamorani, già potente manager dell'Iri-Italstat, è ormai esplosa. I partiti, in massa, smentiscono. L'ex ministro Prandini preannuncia possibili querele. Per il senatore Marcello Stefanini, tesoriere nazionale del pds, «queste notizie sono prive di ogni fondamento». E il pri dichiara di «non aver mai partecipato a schemi di questo genere». Ma da Tangentopoli filtrano nuove storie, come questa, dedicata a un pranzo elettorale di metà marzo, alla vigilia del 5 aprile. Allora, all'hotel Gallia di Milano, si è consumato un capitolo tipico della storia di Tangentopoli. Era un pranzo di quelli che contano: c'era Goria, allora ministro dell'Agricoltura, una cinquantina di imprenditori, dirigenti di partito. Ma c'era, a giudicare da quanto filtra dai verbali, anche chi s'occupava di ben altre cose: ad esempio Gianstefano Frigerio, punta di diamante della de lombarda, oppure Marcellino Gavio, e Binasco, ovvero i vertici dell'Itinera di Tortona. Risponde così, durante l'interrogatorio, Gianstefano Frigerio. «Ci fu una colazione con molti imprenditori e con il ministro Goria. Alla fine della colazione c'erano con me Gavio e Binasco e non ricordo chi dei due diede a me trecento milioni come contributo elettorale, in contanti, che io passai immediatamente a Prada». In un secondo interrogatorio Frigerio si corregge, ma la sostanza non cambia. «Sono sicuro adesso - spiega - che il denaro mi fu consegnato materialmente da Binasco, uomo di fiducia di Gavio, il quale mi disse che il denaro proveniva da Gavio. E, del resto, al ristorante del Gallia lo stesso mi aveva preannunciato l'erogazione di una somma a sostegno della campagna elettorale». E così il denaro, in contanti, non passa materialmente nelle sale del Gallia, un tempo sede del calcio mercato. «Io ricevetti continua Frigerio - il denaro in un pacchetto che mi fu consegnato personalmente da Binasco in via Nirone, sede della de, e che io consegnai a Maurizio Prada». E Prada, l'avvocato che ha retto le sorti della de milanese (ora espulso), conferma così, all'inizio di agosto a Palazzo di giustizia: «Io non partecipai al pranzo, perché impegnato. Il giorno stesso, al pomeriggio, vidi Frigerio e gli chiesi se aveva ricevuto del denaro. E lui mi consegnò una busta, che conteneva cento e non trecento milioni, come dice Frigerio. Sempre Frigerio mi disse che il denaro glielo aveva dato Binasco, che io non conosco e il cui nome non mi disse, e non mi dice nemmeno adesso, nulla». A che è servito quel dono di imo sconosciuto? Secondo Frigerio tutto fu investito nella campagna elettorale per il 5 aprile, per affrontare le spese di propaganda. Tangentopoli, insomma, continua a sfornare nuove sorprese. E, a poco a poco, emerge un quadro sempre più complesso, che avvalora il sospetto dei magistrati: quei doni, tipo quelli dell'Itinera, non erano casuali ma frutto di accordi a livelli più alti. Lo stesso Zamorani offre spunti in materia. Filtra, tra le sue confessioni, questo racconto. «Io seppi - spiega Zamorani parlando di un appalto stradale che per accordi intercorsi ad altissimo livello doveva essere da¬ ta la precedenza alle imprese del gruppo Gavio e del gruppo Todini». E qui inizia una lunga sequela di lamentele da parte di imprese escluse, almeno all'epoca, da quell'affare. Particolare curioso. Dice Zamorani: «Il Ferri, già presidente dell'Ance, l'associazione nazionale dei costruttori, si lamentava, se ben ricordo, che all'impresa di tale Concari di Parma erano stati affidati lavori da Austostrade spa dell'Ili complessivamente superiori alla potenzialità della sua impresa». Altra storia: Malpensa 2000. «Mongini - racconta Zamorani mi disse che bisognava far qualcosa perché il progetto andasse in porto. E Mongini sapeva dei miai rapporti d'amicizia con Giorgio Santuz, allora ministro dei Trasporti». E Santuz? Si rende conto della gravità della situazione, s'impegna, rimette mano al progetto Malpensa. Qualche tempo dopo, scatta la gratitudine (non sollecitata), tramite l'avvocato Armoni, intimo di Zamorani. In tutto 100-150 milioni portati da Arnioni a Roma. «Io - conclude Zamorani presi le buste e così com'erano le trasferii all'ex ministro Santuz. Non sapevo da chi provenissero. Sapevo solo che era un gesto di attenzione proveniente da Milano nei confronti di chi aveva agito per la realizzazione del progetto». Era questo, insomma, il galateo di Tangentopoli. Cupola o non cupola. Ugo Bertone Gianstefano Frigerio ex segretario amministrativo della de milanese

Luoghi citati: Binasco, Milano, Parma, Roma