Una croce senza tempo sul cimitero di plutonio di Furio Colombo

Una croce senza tempo sul cimitero di plutonio INTANTO IN AMERICA Una croce senza tempo sul cimitero di plutonio SNEW YORK I chiama Wipp. Le iniziali stanno per «Waste Isolation Pilot Plant» (impianto pilota per scorie da isolare). Si trova a circa un chilometro sotto terra, poco lontano dalla cittadina di Carlsbad, nel New Mexico. E' una ragnatela di gallerie in cemento armato costruite con questo proposito: tutto qui deve durare «almeno» diecimila anni. Infatti, in queste gallerie dovranno essere stipate tutte le parti contaminate dal plutonio degli armamenti americani. Ci dicono che questo è l'impianto «pilota», perché tanti altri dovranno essere costruiti con le stesse caratteristiche. Non meno di un chilometro sotto terra, in una zona deserta, in un luogo in cui non ci siano falde a acqua, smottamenti, rischi di terremoto, dove non arrivino le radici della vegetazione, dove non ci sia alcun rischio di contatto con alcuna forma di vita. Occorrono altre decine di stabilimenti come questo, che è costruito in un banco di sale, del tutto isolato dall'aria e dall'acqua, e il cui progetto (ma anche il luogo) è stato cambiato infinite volte perché ogni volta si scopriva qualche inconveniente ambientale, oppure la notizia trapelava e si ribellava la popolazione locale. Probabilmente non saranno mai costruiti, perché nessun governo democratico è in grado di realizzare segretamente simili impianti e ci sarà sempre opposizione popolare. Ma anche a Carlsbad, dove tutto, tecnicamente, è pronto per ricevere le scorie, non succede niente. Una prima ragione è che in tutti i centri grandi e piccoli, situati lungo i percorsi che arrivano qui, la gente si oppone, non permette il passaggio di carichi di plutonio. La seconda ragione è ancora più complicata e, come dire, di carattere culturale. Imma¬ giniamo infatti che si possa procedere senza incidenti al trasporto delle scorie di plutonio. Immaginiamo che esse siano immagazzinate nelle profondissime gallerie costruite per resistere diecimila anni (tanta è, infatti, la durata delle radiazioni del plutonio). In quel momento, prevede il progetto, scompariranno i prefabbricati degli uffici e dei laboratori che sono serviti per mettere in funzione l'impianto. Tutte le entrate saranno bloccate da gettate di cemento, poi seppellite da tonnellate di terra. Sopra la terra ci saranno strati di pietra e poi altra terra, fino a riprodurre un ambiente naturale intatto. Resta un problema. Se in futuro qualcuno verrà qui a scavare, per fare una strada, una città, una diga, una miniera, un villaggio turistico? Fra cento anni, forse, gli archivi comunali di Carlsbad e quelli del Pentagono saranno ancora utilizzabili. Fra mille anni? Fra cinquemila? E come si comunica col futuro? Che segnali mettere per dire agli abitanti del futuro di non scavare sotto Carlsbad? Un segnale che adesso è terrorizzante, fra migliaia di anni potrà sembrare bizzarro, misterioso, invitante, come i geroglifici dei faraoni. Come fare a dire, con un linguaggio decifrabile fra decine di secoli: «State lontani, di qui è passata la follia dell'uomo, il pericolo di morte da lui creato dura ancora»? Hanno fatto un concorso. Pubblicitari, linguisti, semiotici, designers, artisti, scienziati devono trovare un segno che dica per sempre «no», senza ombra di dubbio, nei secoli dei secoli. Come in una fiaba, finora, non c'è un vincitore. Il concorso è aperto, le gallerie vuote. Nessuno si fida a cominciare. Furio Colombo

Persone citate: Pilot, Plant, Waste

Luoghi citati: New Mexico