«Affitti d'oro e case colabrodo»

«Affitti d'oro e case colabrodo» Moncalierì, insorgono gli inquilini dei palazzi Iacp di Borgo s. Maria «Affitti d'oro e case colabrodo» wstre bloccate, soffitti che fanno acaua Finestre bloccate, soffitti che fanno acqua L'Istituto si difende: «Abbiamo pochi fondi» Un centinaio di alloggi mal ridotti affìttati a peso d'oro. Vetri rotti, fìnestroni difettosi, acqua da soffitti colabrodo. «Nessuno controlla: in 11 anni quelli sono venuti una volta sola». «Quelli» sono i responsabili dell'Istituto autonomo case popolari di Torino, che negli Anni 70 hanno realizzato decine di edifici nella borgata-ghetto S. Maria, a Moncalierì. Contro di loro si scagliano gli inquilini dei due casermoni di via Juglaris: «I nostri alloggi cadono a pezzi. Quando lo diciamo allo Iacp riceviamo risposte evasive». Capire che si tratta di case popolari non è difficile, basta guardarle: due parallelepipedi identici di mattoni. A prima vista gli alloggi non sembrano male: i più ampi contano 4 camere, cucinino e servizi. Ma osservandoli bene spuntano le magagne: una finestra bloccata a metà, bacinelle per raccolgliere l'acqua dal soffitto. Il tutto, anche con affitti da capogiro: «Nel '90 mi hanno chiesto 589 mila lire al mese per un alloggio di 90 metri quadri al quarto piano, e nel '91 ho sborsato 637 mila lire» dice Santina Grandini, sette figli tra i 13 e i 27 anni (il maggiore dei quali handicappato al cento per cento) ammassati in due stanze. «Qui nessuno vuol più fare il caposcala, tanti sono i problemi da affrontare» sottolinea Maddalena Sciortino. «Un esempio? per cinque anni abbiamo pagato un ascensore rotto». «L'anno scorso mi è caduta addosso la porta del balcone e adesso rischio di tirarmi in testa anche la finestra del salotto» aggiunge Giuseppe Massa, 36 anni, invalido. «Anche il fabbro dopo il sopralluogo ha detto che è da sostituire, ma lo Iacp adesso sostiene che basta ripararla. Comunque non s'è ancora visto nessuno». Clamoroso il caso di Natalina Giordo, via Juglaris 21/A: «Sulla mia stanza da letto c'è il bagno degli inquilini del primo piano. Scarica direttamente sul mio letto. Da mesi dormiamo in cucina. Il soffitto può crollare». Negli uffici Iacp di corso Dante consultano il bilancio e allargano le braccia. Ammette il ragionier Tagliati: «Con i soldi che abbiamo non possiamo intervenire. Se lo facessimo in un alloggio saremmo sommersi da centinaia di altre richieste». E conclude: «Il caso delle 637 mila lire d'affitto è presto spiegato: con oltre 36 milioni di imponibile annuo non sarebbe equo pagare quanto una famiglia di disoccupati», [m. ac] JmmMWmmm~~m ' 1 Santina Grandini per un alloggio di 91 metri quadri paga 637 mila lire al mese

Persone citate: Giordo, Giuseppe Massa, Maddalena Sciortino, Santina, Santina Grandini

Luoghi citati: Torino