La fame dell'argentino

La fame dell'argentino La fame dell'argentino «Lui è sazio, ha già vinto tutto adesso tocca a me raccogliere» FIRENZE. Maradona gli aveva dato la benedizione: «In Italia non avrai problemi». Aveva visto giusto: Batistuta, faccia da Cristo, occhi verdi e capelli lunghi, è diventato uno degli attaccanti più forti d'Europa. Possente, opportunista, abile di testa, capace di segnare più reti in trasferta che in casa. Dal suo arrivo ha realizzato 17 gol, di cui 12 in trasferta (uno più di Van Basten). In questo primo scorcio di campionato ha siglato già due doppiette. Quattro reti che l'hanno catapultato in te'Sta alla classifica dei cannonieri, con Van Basten, Fonseca, Detari e Signori. Nessuno scommetteva su di lui. Molti sbeffeggiavano i Cecchi Gori per l'acquisto: «Hanno speso miliardi per uno sconosciuto». Da qualche tempo il calcio sudamericano è passato un po' di moda. La maggior parte dei club preferisce l'Europa: meno spettacolo, più consistenza. Batistuta ribalta il concetto e oggi sfida re Van Basten. «Niente paragoni, lui è il più forte», diceva timidamente. Ora accetta il confronto. Fiorentina e Milan di fronte, giocano calciochampagne, ma anche attaccanti dal piede micidiale. Dicono che Van Basten sia più tecnico, Batistuta più potente. «Sono d'accordo - ammette - gli invidio i gol che ha fatto in Italia. Cosa ci accomuna? Il piacere di segnare. Stessa voglia di vincere? No, io ne ho di più. Lui ha già vinto tanto, io ho fame». Qualcuno afferma che rispetto a Marco, Batistuta è più forte di testa. «Ho segnato molto di testa. Lui forse non molto». Intanto ha deciso di legarsi alla Fiorentina fino al '97, soffocando i corteggiamenti dei club più prestigiosi. «Ho molta fiducia in questa squadra e in questa società. Con un po' di lavoro possiamo arrivare ai livelli del Milan. Ci mancano esperienza e assemblaggio, ma la strada è giusta. Sento molto questa sfida, vale 2 punti importanti. Pur di vincere, sono disposto a rinunciare alla cosa che amo di più: il gol. E vi dico che se fossi Papin non avrei accettato il Milan senza certe garanzie...». E' convinto che il futuro sia dalla sua parte ed è pronto a raccogliere l'eredità di Maradona; infine annuncia che saranno lui e Fonseca a rappresentare presto il calcio sudamericano nel vecchio continente: «Anche se io forse ho più le caratteristiche del giocatore europeo». E prosegue: «La gente mi chiede tutto, di risolvere le partite e di trasformare in gol ogni pallone. Ma ignora che un giocatore diventa sereno quando sa che gli è concesso pure di sbagliare». Anche in questa circostanza? «No, contro il Milan non possiamo assolutamente fallire». Brunella Ciullini

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