Juve all'esame Fonseca di Marco Ansaldo

Juve all'esame Fonseca Il match di Napoli e le ansie dei campioni destinati alla tribuna Juve all'esame Fonseca Moeller: ma io segno come lui NAPOLI DAL NOSTRO INVIATO C'erano una volta Maradona e Platini ed erano le due metà di uno specchio rotto. Napoli e Juve vivevano dei loro estri. Oggi che quei due non ci sono più e il Trap si arrabbia a ricordargli cos'era il passato, ci si chiede se la partita del S. Paolo non sia rimasta una sfida eternamente in bilico, coint: allora. Dicono a Napoli che sp Ranieri dovesse perdere anche contro la Juve, dopo essere stato battuto in casa dall'Inter, esaurirebbe la propria missione e si penserebbe già a un futuro senza di lui. Ma, se dovesse toccare alla Signora, la delusione sarebbe la stessa. Trap dovrebbe assolvere a un esame di coscienza più approfondito. Non basterebbe dire che si hanno le idee chiare. Si dovrebbe anche spiegare dove portano. E vedere se non occorra un correttivo sul mercato di novembre. La presenza di un Fonseca straripante e la probabile assenza di Platt sono già un motivo di riflessione per la Juve. L'uruguaiano, che ha segnato 10 gol nelle ultime cinque partite, era uno degli stranieri destinati a Torino: piaceva a tutti e Boniperti l'aveva già bloccato, insieme a Cappioli e a Festa. «Però avevamo il dubbio che non si fosse completamente ripreso e avremmo preferito tenerlo in Sardegna per un'altra stagione», ha spiegato Trapattoni. Il Napoli è stato più deciso. Ha messo sul tavolo i miliardi e i legami molto stretti della nuova dirigenza cagliaritana con gli imprenditori più vicini a Ferlaino. Ha rischiato e per il momento ha vinto. Il ragazzo è il protagonista di questo avvio di stagione. Segna gol maradoniani, come domenica ad Ancona. E c'è da chiedersi se al fianco di Vialli non sarebbe stato un partner persino più efficace di Moeller. Il tedesco propone per Napoli una Juve avanti tutta che Trapattoni non metterebbe mai in campo: «Non vedo perché non possiamo giocare con due punte più Di Canio, Baggio e il sottoscritto». Moeller la butta in battuta raccontando una verità, cioè che tra lui e Fonseca c'era una differenza di 10 miliardi e non di noccioline. «E in campionato ho fatto soltanto un gol me¬ no di lui», ha aggiunto. Platt invece avrebbe dovuto percorrere la strada inversa, andando a Napoli. Tuttavia piaceva all'Avvocato e la Juve ha investito su di lui come sul perno del gioco nuovo. Oggi andrà in tribuna per la terza volta in cinque partite, non perché non valga o sia fuori forma, ma perché nella squadra dei Baggio e dei Moeller si sta rivelando un optional. Il Trap si è lasciato sfuggire una frase innocente, eppure indicativa: «Se qualcuno non è contento e vuole andarsene a novembre, venga a dirmelo e lo accontenterò». Un messaggio paradossale di quelli che usa spesso per scatenare la famosa scintilla. Ma anche così è un'ammissione di malessere. Platt finge di non capire. «Che significano queste parole? Perché le ha dette? Secondo me sono considerazioni che gli sono state estorte», è stato il suo commento. Un modo astuto di non prendere posizione. Non sappiamo insomma se tra un mese lui andrà in sede a chiedere il posto in squadra o la libertà. L'impressione è che resterà. Platt dietro l'apparenza da milordino ha la capa tosta e la consapevolezza di essere bravo. Dice cose sensate, ad esempio che Vialli non può essere abbandonato a se stesso e che l'errore è aver considerato lo scudetto come un fatto esclusivo di Milan e Juve. Ma l'idea di giocare a Napoli sqltanto se la caviglia di Julio Cesajpnon darà affidamento (ieri il brasiliano zoppicava ancora) non può piacergli. Insomma tra frasi banali («le somme si tirano in fondo») e inviti all'ottimismo («se anche perdessimo non avremmo compromesso il nostro campionato»), Napoli e Juve sono arrivati ai primi esami, che non si scelgono, si subiscono. Con un po' di paura. Un esempio? Feriamo ha chiesto alla Federazione di essere tutelato dagli arbitri: il Napoli sostiene infatti di essere stato penalizzato con l'Inter. E per questo ha ottenuto l'invio dell'ex commissario arbitrale, Pierre, per controllare il lavoro di Ceccarini. Si comincia bene, tra sospetti, mosse intimidatorie e la conferma di 80 mila spettatori per due miliardi e mezzo di incasso. Marco Ansaldo Trapattoni-Platt: il dialogo diventa sempre più difficile Fonseca, cannoniere del Napoli (a fianco) e Moeller (a destra), bomber juventino: potrebbero essere gli uomini decisivi