«Finn's Hotel», l'ultimo regalo di Joyce di Mario Ciriello

«Finn's Hotel», l'ultimo regalo di Joyce Scoperto a Dublino un libro incompiuto: alcuni brani furono inseriti in «Finnegans wake» «Finn's Hotel», l'ultimo regalo di Joyce In sette racconti i miti irlandesi da San Patrizio a Tristano e Isotta ■n LONDRA A primavera del '93 ci porterà una straordinaI i ria strenna letteraria, MAI tanto più preziosa in quanto del tutto inattesa. Potremo leggere un nuovo libro di James Joyce, o meglio, poiché Joyce morì nel 1941, un libro scomparso, una sua opera che dormiva, ignorata, tra lettere e manoscritti, a Dublino. Gli esperti e gli amanti di Joyce esultano: «Non potrei immaginare una scoperta più eccitante», ha dichiarato il professor Michael Groden, dell'Università del Western Ontario, uno dei massimi studiosi mondiali di Joyce ed editor general del suo archivio. Il testo - sette racconti - sarà pubblicato dalla Vi- king, che, informano i giornali, ha pagato «una bella somma» per ottenerlo. Da 16 anni l'esegeta irlandese Danis Rose prepara un'edizione critica completa di Finnegans Wake, che molti considerano l'opera più importante di Joyce. In questo lungo lavoro il professor Rose si è imbattuto in pagi- ne che parevano far parte di Finnegans Wake ma che, analizzate a fondo, hanno rivelato caratteristiche che davano loro vita indipendente. E così, a poco a poco, con la pazienza e la tenacia di uno Sherlock Holmes letterario, il ricercatore ha scoperto che fra Ulysses e Finnegans Wake Joyce aveva creato. nel 1923, una serie di racconti. E aveva dato loro un titolo: Finns Hotel, l'albergo dove aveva lavorato Nora Barnacle, la donna che sarebbe divenuta sua moglie. Perché Joyce non finì questi racconti, perché non furono mai dati alle stampe? Per due motivi. Anzitutto, spiega Rose, perché Joyce stesso, che nel '24 aveva cominciato a scrivere Finnegans Wake, inserì a un certo punto parti di Finn's Hotel nell'opera maggiore, nel grande romanzo cui stava dedicando tutte le sue energie. E poi perché dopo la morte di Joyce molti critici non presero mai sul serio Finn's Hotel, videro in quei racconti soltanto mediocri passaggi di Finnegans Wake. Finn's Hotel, afferma Rose, è invece un'opera bellissima, pregevole, «limpida e dolce», come le stupende storie di Dubliners, il libro scritto nel ' 14. In Finn's Hotel, James Joyce rievoca episodi tratti dalla mitologia e dalla storia irlandese, dalla leggenda di San Patrizio al dramma di Tristano e Isotta (tutti conoscono l'opera di Wagner, ma pochi sanno che è una saga celtica, su sfondo bretoneirlandese). ((A prima vista, sembrano temi difficili, ma - dice il prof. Rose - James Joyce è riuscito a trasformare i personaggi in creature viventi e palpitanti. Una di queste novelle è paragonabile, per intensità e profondità, a The Dead (I Morti) in Dubliners, che è forse il più splcn - dido racconto che sia mai stato scritto». E ancora: «Fra Ulysses, che è il "libro del giorno", e Finnegans Wake, che è il "libro della notte", Finn's Hotel si staglia come il "libro del crepuscolo"». Il linguaggio di James Joyce è spesso astruso, ma Finn's Hotel, promette lo studioso di Dublino, «affascinerà tutti». «Il lettore non dovrà affrontare una prosa densa e impenetrabile, come quella di Ulysses e Finnegans Wake. In Finn's Hotel lo stile è trasparente, luminoso». Il testo che la Viking pubblicherà già forse in marzo sembra essere al novanta per cento opera di Joyce, il professor Rose s'è limitato a collazionare e a correggere, una fatica da certosino. Molti brani non apparivano in un unico manoscritto e, per appurare quali appartenessero a Finnegans Wake e quali a Finn's Hotel, lo studioso ha dovuto sovente esaminare decine di diari di Joyce. Fra le lettere di Joyce ce n'è una in cui dice di aver dedicato un nuovo libro alla moglie. Sappiamo ora che il libro incompiuto era Finn's Hotel, l'albergo in cui Nora Barnacle aveva lavorato. Nora rimase con Joyce fino alla fine, gli diede un figlio e una figlia. Era con lui a Trieste, dove Joyce insegnò inglese alla Berlitz e dove incontrò e incoraggiò Svevo; era con lui a Zurigo, dove arrivarono nel 1915; poi a Parigi, fino alla morte. Mario Ciriello «Stile trasparente e luminoso» La raccolta uscirà in primavera A destra, la moglie di Joyce, Nora. Il titolo del libro ritrovato è il nome dell'albergo dove la donna lavorava. Sopra, lo scrittore

Luoghi citati: Dublino, Londra, Parigi, Trieste, Zurigo