Un «affìtto» per il marciapiede

Un «affìtto» per il marciapiede Le lucciole nere denunciano i ricatti del racket: in cella due nigeriane Un «affìtto» per il marciapiede Per le vie migliori 30 mila al giorno Registrate su nastro tutte le minacce La voce è minacciosa: «Per stare su questo marciapiede devi consegnarmi 30 mila lire ogni sera, altrimenti vai nella zona di mercato libero». Lei ribatte: «Io lavoro dove voglio e non ti devo dare proprio nulla». Un lungo silenzio, la voce si fa rabbiosa: «Qui comando io, se non ubbidisci ti faccio uccidere». Questa conversazione, in un dialetto nigeriano, è registrata. Tradotta, è ora trascritta nel rapporto che gli agenti del commissariato Dora Vanchiglia hanno trasmesso alla magistratura. Sono parole che raccontano pagine di violenze, minacce, lesioni, rapine, ai danni di ragazze di colore, tutte nigeriane. E rivelano aspetti sconosciuti della prostituzione di colore. Ci sono angoli di città «affittati» a 30 e più mila lire al giorno. Corso Traiano è tra questi. Lì possono fermarsi poche ragazze, c'è una rigorosa sorveglianza, i guadagni sono elevati. Poi ci sono zone di «mercato libero» (la zona di Italia '61) dove la concorrenza è spietata. Il rapporto della polizia racconta un episodio recente, un'aggressione avvenuta ima decina di giorni fa in via Milano angolo via San Domenico. E' mezzanotte, trambusto in strada, grida e pianti. Qualcuno telefona alla polizia. Due ragazze sono portate in ospedale. Ventidue e ventitré anni, nigeriane. Una ha aggredito la compagna con le forbici. Le due ragazze non parlano. Ma qualcosa affiora. Nell'alloggio di una, Lizzy Boucola, 22 anni, gli uomini del dottor Eugenio Spina, del commissariato Dora Vanchiglia, trovano un quaderno. E' una specie di libro mastro, con nomi di ragazze e cifre. Quei nomi e quei numeri sono la chiave di questa inchiesta. Lizzy è nata a Beinin City, una piccola città nel cuore del Paese africano. Abita in via Sassari 11, un indirizzo ben noto agli inquirenti. Lì, in una vecchia casa a tre piani, vivono una quarantina di ragazze di colore. In casa di una di loro gli agenti del commissariato Dora Vanchiglia avevano scoperto a luglio un passaporto collettivo, «per pellegrinaggio», con una ventina di nomi. Nomi di giovani nigeriane venute in Italia per «visitare i luoghi santi della religione cristiana». Erano finite tutte sul marciapiede. Gli agenti, dopo il ferimento di Lizzy Boucola, sono tornati negli alloggi di via Sassari. E qualcuna ha parlato: «C'è chi ci minaccia e vuole i nostri soldi». Poi una ha mostrato una cassetta: «Qui c'è tutto». Era stata minacciata, aveva voluto raccogliere prove per difendersi. E una notte ha registrato le minacce. Quella ragazza ha fatto due nomi: Lizzy Boucola e Fatima Mohammed, 29 anni, abitante anche lei in via Sassari 11. Ora si sa che Lizzy e Fatima controllavano un pezzo di corso Traiano, tre angoli su corso Corsica e un tratto di via Pio VII. Le ragazze dovevano versare loro 30 mila lire per poter stare su quei marciapiedi. Altrimenti finivano nel «mercato libero», nella bolgia di corso Unità d'Italia o alla Pellerina. Gli agenti hanno arrestato Lizzy e Fatima, accusandole di rapina, estorsione, favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione. Molte ragazze hanno parlato. Cristy: «Mi hanno mi- nacciata con un coltello, mi hanno preso i soldi». Kate: «Mi hanno cacciata di casa, non sapevo dove andare». Madaiiny: «Ho dovuto fare come dicevano, mi volevano fare arrestare». Fatima e Lizzy lavoravano per «madame Nosa», una donna nigeriana che controlla il racket della prostituzione. Recluta le ragazze e anticipa i soldi per il viaggio in Italia. Denaro che dovrà essere restituito, triplicato, 30-40 milioni. Di «madame Nosa» non si sa il nome. Ora si conosce il volto. C'è una sua foto, è stata trovata durante le indagini. Indossa un abito a fiori. E' stata scattata a luglio, aveva accompagnato 15 ragazze. Anche loro hanno dovuto affittare un pezzo di marciapiede. Ezio Mascarìno «Qui comandiamo noi, se non paghi ti facciamo uccidere» Durante le indagini trovata una foto di Madame Nosa, la misteriosa donna che controlla il racket della prostituzione» .4 Accanto, la foto di Madame Nosa trovata dagli investigatori. E' lei che recluta le ragazze in Nigeria e anticipa i soldi del viaggio Lizzy Boucola e Fatima Mohammed «affittavano» alle ragazze tratti di corso Traiano, corso Corsica e via Pio VII

Luoghi citati: Beinin City, Italia, Nigeria