Comune, i socialisti ritirano gli assessori

Comune, i socialisti ritirano gli assessori Giunta zoppa, sindaco verso l'addio Comune, i socialisti ritirano gli assessori L'annuncio nell'incontro con la de E i laici confermano: «Stiamo fuori» Il psi accelera i tempi della crisi. Alle 19 di ieri il segretario provinciale Franco Tigani ha annunciato che martedì o mercoledì gli assessori socialisti si dimetteranno dalla giunta. Toccherà poi alla direzione decidere se assicurarle o no l'appoggio esterno. Ma il problema potrebbe rivelarsi ozioso: il sindaco è intenzionato a lasciare l'incarico dopo il Consiglio del 12 ottobre, aprendo formalmente la crisi. A quel punto scatterebbero i 60 giorni per formare una nuova maggioranza. Se anche questi trascorressero invano, non resterebbe che il commissario nominato dal prefetto per gestire l'ordinaria amministrazione ed indire le elezioni anticipate. Nel frattempo, addio grandi opere. La decisione socialista era nell'aria da giorni, e il capogruppo Garesio 1 aveva preannunciata in Consiglio. Adesso, però, c'è una scadenza: il vicesindaco Marziano Marzano, il responsabile di metrò, Personale e Patrimonio, Ricciotti Lerro, il «tecnico» dell'edilizia pubblica e privata Giovanni Bonadio si aggiungeranno a Lorenzo Matteoli (che per altri motivi ha già rassegnato le dimissioni da giunta e Consiglio comunale). In teoria Giovanna Cattaneo potrebbe sostituirli, pescando all'interno del suo partito, del pli, della de, dei gruppi meno folti. Ma difficilmente seguirà questa strada. Il psi non si limita a ritirare i suoi assessori: «Non torniamo indietro, se non si arriva in fretta a una svolta resteremo fuori dalla giunta» anticipa il vicesegretario Scicolone. Quanto basta per infiammare una giornata ricca di spunti politici e povera di conclusioni. La de ha incontrato le delegazioni degli altri partiti. Chiedendo che socialisti e socialdemocratici non si presentassero insieme: così il capogruppo e assessore psdi Furnari è entrato nella sede di via Carlo Alberto alle 17,30, mentre il suo collega di partito Cipresso è arrivato alle 19 con il psi. Come previsto, i segretari Bruno e Zanetta hanno incassato il gran rifiuto repubblicano, accompagnato da una lettera che li invita a modificare l'atteggiamento nei confronti delle proposte presentate a suo tempo dal sindaco. Anche i liberali hanno risposto picche. Nel faccia a faccia in via Carlo Alberto han no annunciato che non parteci peranno al gran consulto convo cato dalle sinistre per lunedì. Il segretario Peveraro e il capo gruppo Chiusano in una nota chiariscono: «La fine di questa maggioranza è stata decretata da un'ipotesi imperniata sull'asse dc-psi-pds che non ha bisogno del nostro apporto in termini numerici e che ci vede dissenzienti. Ci pare aberrante utilizzare la città per sperimentare formule di governo ormai travolte dai fatti». Al vertice prenderanno parte sicuramente pds, psi e psdi. Lo scudocrociato ha chiesto di farlo slittare a martedì poiché riunirà la direzione solo la sera precedente. Oltre ai laici saranno assenti i verdi, anche se socialisti e pidiessini stanno tentando di recuperarli. Che accadrà tra lunedì e martedì? La delegazione del pds, uscendo dalla sede democristiana, ha precisato: «Lanceremo un nuovo appello ai laici: non vogliamo il governissimo ma la grande alleanza. Inoltre apriremo un tavolo per il programma». Giampiero Pavido Giuseppe Sangiorgio

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