«Noi della Lega soli europeisti» di Giorgio Bocca

«Noi della Lega soli europeisti» Botta e risposta Miglio-Bocca «Noi della Lega soli europeisti» FRANCOFORTE DAL NOSTRO INVIATO «Caro Miglio, io mi sento più vicino a un palermitano che a un francofortese. Per questo credo ancora all'Italia unita». Giorgio Bocca ha presentato ieri il suo ultimo libro, Inferno, alla Fiera di Francoforte, con Gianfranco Miglio, Pino Arlacchi e Denis Mack Smith. Un'occasione per scagionarsi definitivamente dalle accuse di sfascismo che gli sono state mosse all'uscita del libro. «Il Sud è in guerra - ha.detto -, Falcone e Borsellino sono stati ammazzati. Eppure ci sono segnali positivi, la Rete, i giornali locali che cominciano a parlare di mafia, la fine dell'omertà totale. E' per questo che il Nord non deve arrendersi, deve continuare ad aiutare. La divisione d'Italia sarebbe una sciagura. Arriveranno tempi durissimi, ma sono ottimista. Dico con De Crescenzo viva l'Italia». L'ideologo della Lega Gianfranco Miglio va in direzione opposta: «Caro Bocca, ti sbagli. L'Italia come nazione non esiste più. La Lega non cerca la scissione, vuole uno Stato federale. Proponiamo che sia il Sud ad autogovernarsi: solo così potrà risolvere i suoi mali. Non crediamo al demiurgo che arriva da fuori. I superpoteri, l'esercito sono pericolosi in momenti delicati come questi. C'è rischio di autoritarismo. Il popolo del Nord ha il diritto naturale di difendersi. Siamo rimasti gli unici a credere nel federalismo. Tutti gli europeisti di un tempo ora ripudiano Maastricht. La Lombardia invece vuole stare con la Germania». Bocca è ironico: «Non ho mai visto un europeista a Casalpu- Giorgio Bocca, ier sterlengo, lì pensano solo al portafoglio. Votano Lega perché credono di risparmiare soldi». Pino Arlacchi, studioso della mafia (il suo libro Gli uomini del disonore è stato uno degh italiani più venduti all'estero) assolve completamente, «da meridionale», il libro di Bocca dalle accuse di leghismo: «Conosco bene quelle terre. E' stato fin troppo gentile;nei confronti del Sud». Però lancia un allarme inquietante: «Attenzione, il vero pericolo non è la Lega lombarda. L'idea di separatismo è presente nella cultura meridionale fin dall'Unità, n Sud ha sempre cercato di staccarsi. Ora che la situazione economica è disastrosa, e la mafia è incalzata dalla magistratura perché ha perso protezioni politiche, c'è il serio pericolo che i 30-40 boss lancino un'insurrezio- _ . ne armata. E a Francoforte per un'even. tuale Repubblica Cisalpina sarebbe terribile vivere con un Libano alle porte». Denis Mack Smith vede la situazione italiana da storico e da europeo. Difende l'idea di un'Italia unita, ma vorrebbe vedere un maggior coraggio neU'afrrontare la situazione: «Solo sotto il fascismo la mafia è stata controllata. Ora è venuto il momento di intervenire, con tutti i mezzi, perché il garantismo e la democrazia non funzionano in Sicilia. E sarebbe inutile anche l'autogoverno perché al Sud vige il terrore. Noi stranieri non possiamo permettere che la Sicilia in un futuro non sia Europa. Ma gli italiani devono avere il coraggio di cambiare la loro, terrificante, classe politica. Si può farlo. La paura del comunismo è finita». Bruno Ventavo!i Giorgio Bocca, ieri _ . a Francoforte