In piazza per il killer di Borsellino
In piazza per il killer di Borsellino Palermo, manifestazione di solidarietà: «Scarantino non c'era in via D'Amelio» In piazza per il killer di Borsellino La moglie: quel giorno era con me Il giovane trasferito in un supercarcere PALERMO DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Oltre cento persone ieri mattina sono scese in piazza a Palermo inneggiando all'innocenza di Vincenzo Scarantino, il pregiudicato di 27 anni accusato di essere uno dei killer di Borsellino e di cinque agenti della sua scorta. Hanno sfilato in corteo nella piazza e nelle strade della borgata Guadagna dove al numero 15 di vicolo Buonafede il presunto assassino abita in un «basso» con la moglie Rosalia Vasile di 25 anni, i tre figli e la madre Giuseppa De Lisi. Parenti e amici hanno partecipato alla manifestazione esibendo cartelli con scritte come «Enzo è innocente», «Ridate Enzo alla sua famiglia». I cartelli sono stati portati da alcuni bambini fra i quali Nino, cinque anni, il maggiore dei figli di Scarantinoche da domenica è nel carcere di San Cataldo a dieci chilometri da Caltanissetta dove i giudici ne hanno ordinato l'arresto ritenendo schiaccianti le prove a carico del «picciotto» cognato del presunto mafioso Salvatore Profeta e un cui fratello, Rosario, è stato assolto dall'imputazione di concorso in cinque omicidi. Durante il corteo Rosalia Vasile ha tenuto in braccio la figlia più piccola Lucia di un anno e ha urlato slogan contro la polizia. «Vincenzo è un timorato di Dio, è religiosissimo - ha detto la moglie -, non ucciderebbe nessuno. Domenica 19 luglio (giorno della strage di via D'Amelio, ndr) era con me in chiesa per le cerimonie per la prima comunione dei bambini del rione. Vincenzo fa parte della confraternita di Sant'Anna». La giovane in lacrime ha aggiunto: «Credo nella giustizia, ma soprattutto in quella divina». E Giuseppa De Lisi ha sventolato una foto del figlio gridando: «Guardatelo, guardate che faccia buona ha». La polizia ha evitato di intervenire. Gli agenti si sono limitati a controllare la situazione mentre il corteo andava ingrossandosi con l'intervento di abi¬ tanti della borgata convinti che Scarantino sia estraneo alla strage ordinata dalla mafia e convinti al punto di sfidare apertamente la polizia. Un venditore di biglietti della «riffa», la lotteria popolare organizzata spontaneamente nei rioni più poveri di Palermo (si puntano poche migliaia di lire e si possono vincere elettrodomestici, mobili, suppellettili), Gaetano Leone di 49, anni è pronto a fornire un alibi a Scarantino: «Il giorno prima e la domenica della strage - ha detto - Vincenzo era nel quartiere. Sono disposto a testimoniarlo sotto giuramento». Tra i sostenitori dell'arrestato anche Francesca Bronzolino, 30 anni, cognata di Salvatore Candura, uno degli accusatori di Scarantino. «Mio cognato è un poco di buono che dà legnate alla moglie che sabato scorso è stata portata via non si sa dove dalla polizia. Hanno paura che qualcuno se la prenda con lei». Con Luciano e Roberto Valenti, zio e nipote di 28 e 20 anni, Candura che ha 31 anni ha confessato di aver rubato la Fiat 126 poi imbottita di tritolo e fatta esplodere dai mafiosi in via D'Amelio con un congegno radiocomandato all'arrivo del giudice Borsellino e della scorta. I tre giovani hanno sostenuto di aver consegnato la vettura a Scarantino che l'aveva chiesta loro interessato a un motore in buone condizioni. Gli investigatori sono convinti che i due Valenti e Candura fossero all'oscuro della strage e che Scarantino sia stato invece uno degli esecutori materiali. Ai tre la polizia risalì dopo che erano stati denunciati da una ragazza vittima di uno stupro: «Sono stati loro» aveva detto la giovane accusandoli di averla violentata. E ieri fra i cartelli portati in corteo uno recava la scritta: «Non si può credere a violentatori e vili». Ieri, intanto, Scarantino è stato trasferito dal supercarcere di Catania in una località segreta. Antonio Ravidà Un centinaio di persone hanno manifestato ieri a Palermo per Vincenzo Scarantino
Luoghi citati: Caltanissetta, Catania, Palermo, San Cataldo
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