Us Navy, strage nell'Egeo di Fabio Galvano

Us Navy, strage nell'Egeo Cinque morti, Washington si scusa. L'esercitazione Nato non prevedeva alcun lancio Us Navy, strage nell'Egeo Missile colpisce un cacciamine turco BRUXELLES DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Un missile «Sea Sparrow» lanciato per errore dalla portaerei americana Saratoga, impegnata in esercitazioni Nato nel Mar Egeo, ha colpito il ponte di comando del posamine turco Muavenet, uccidendo cinque uomini (fra di loro il comandante Kudret Gungor) e ferendone 14. Un secondo missile, lanciato pochi attimi dopo, è invece caduto in mare. L'incidente è avvenuto poco dopo la mezzanotte di giovedì in una zona a circa 130 chilometri da Smirne. Il pronto intervento di elicotteri e mezzi di soccorso, inviati dalla stessa Saratoga e da altre unità che partecipano alle manovre «Display Determination '92», ha permesso di domare l'incendio sviluppatosi sulla nave turca, successivamente rimorchiata in porto. Le prime indagini non sono state in grado di chiarire l'incidente. «E' del tutto inspiegabile ha dichiarato il comandante della Saratoga, Charles Connor - dal momento che non erano previsti lanci di missili durante la fase di manovre in cui si è verificato». Ma i missili Sea Sparrow, in realtà armi contraeree, hanno preoccupanti precedenti: nel novembre 1989 la Marina Usa era stata costretta a sospendere per due giorni la loro installazione su unità della flotta in seguito a 10 incidenti avvenuti in una setti¬ mana, con 10 marinai morti e 71 feriti. Toccherà a una commissione d'inchiesta, già istituita, fare luce sui fatti. Il comandante delle truppe Nato in Europa, il generale John Shalikashvili, ha promesso un'indagine «rapida e approfondita». Pochi minuti dopo l'incidente, squadre di marinai della Saratoga sono state calate con gli elicotteri sul Muavenet in fiamme. I feriti più gravi sono stati portati sulla Iwo Jima, un'unità d'attacco anfibia americana che partecipava all'esercitazione. Gli altri sono invece stati portati a Smirne dagli elicotteri del cacciatorpediniere Thomas Gates. Le fiamme sono state spente in una decina di minuti, ma i danni alla nave turca le hanno impedito di riprendere la navigazione. Sebbene la procedura per il lancio dei Sea Sparrow sia molto complicata e richieda alcuni minuti, tanto quindi da far pensare a un «atto voluto» (l'ipotesi è stata suggerita anche dal capitano James Mitchell, portavoce della base Nato di Napoli), la tesi dell'incidente imprevedibile è per ora l'unica accreditata. Esplicito è stato, ieri, il presidente turco Suleyman Demirel: «Si è trattato di un incidente e non sappiamo che tipo di errore l'abbia provocato». A Washington il segretario di Stato americano Lawrence Eagleburger ha convocato l'ambasciatore turco per comunicargli le scuse e il cordoglio del governo Usa. Il segretario generale della Nato Manfred Woerner, in Germania per inaugurare la nuova forza di rapido intervento dell'Alleanza, si è detto «profondamente addolorato». Alle manovre, iniziate il 25 settembre e ora temporaneamente sospese, partecipano unità americane, turche, italiane e greche. La portaerei Saratoga e il posamine Muavenet erano, al momento dell'incidente, distanti non più di cinque chilometri. Non c'è stato tempo, quindi, di dare l'allarme; e sebbene non ci siano elementi per credere che una nave più moderna del Muavenet (2250 tonnellate, 274 membri dell'equipaggio) avrebbe parato il colpo, la tragedia di ieri conferma l'obsolescenza di taluni armamenti utilizzati da Ankara. L'unità, varata nel 1944 per la Marina Usa come cacciatorpediniere, era stata trasferita alla Turchia nel 1971 e riattata a posamine. La Saratoga, lunga 324 metri, è una portaerei a propulsione convenzionale varata nel 1956: è fra le prime progettate per gli aerei a reazione. Non era certo questo il collaudo cui la Nato intendeva sottoporre il Sea Sparrow, entrato in servizio nel 1973 ma poi costantemente aggiornato. Variante navale dello Sparrow usato come missile aria-aria dai caccia intercettori, è a cortissimo raggio - da 1 a 14 chilometri - ed è particolarmente adatto come missile an- timissile. E' dotato di una micidiale testata, una sorta di molla tritatutto che si sprigiona dall'ogiva in prossimità del bersaglio, con una velocità di due volte quella del suono, e che trancia per un diametro di tre metri tutto ciò che trova sul suo percorso. Ciò spiega l'entità dei danni provocati sul Muavenet, ma non perché il missile sia improvvisamente impazzito. Fabio Galvano Gli onori a uno dei marinai uccisi Sopra, il caccia turco Muavenet