Chi si rivede, l'Autonomia di Giovanni Bianconi

Chi si rivede, l'Autonomia Chi si rivede, l'Autonomia Tra i dimostranti anche Daniele Pifano DOVE NASCE LA VIOLENZA " WÈà 8w □ROMA L capo della polizia Vincenzo Parisi li chiama «extraparlamentari» senza altri aggettivi, e dice che «una più puntuale definizione» si potrà dare solo dopo aver idenitificato e controllato le 101 persone fermate. Ma in attesa dell'identikit aggiornato, la pohzia ha già fornito qualche nome e qualche volto. Sono quelli di sempre, le facce «storiche» dell'Autonomia operaia romana, riconosciute anche ieri in piazza: Daniele Pifano, capelli e barba ormai bianchi e una somiglianza sempre meno vaga con Renato Curdo; Vincenzo Miliucci, quasi 50 anni d'età, dipendente dell'Enel e leader antinucleare della prima ora; Bruno Papale, militante del «movimento» da sempre, come dicono i suoi compagni; Paolo Virno, primi passi a Potere Operaio, passato per l'odissea giudiziaria del caso «7 aprile» e oggi animatore di una rivista sul tipo della vecchia «Metropoli». Stessi nomi, stessa sede, punto di raccolta anche ieri prima e dopo le manifestazioni dove si sono rivisti gli autonomi: via dei Voi- sci, quartiere San Lorenzo, a due passi dall'università, la roccaforte - storica anche questa - degli extraparlamentari più duri che se la vedevano prima coi fascisti e poi con la polizia. Nelle stanze di Autonomia operaia la vernice delle pareti non si vede più, completamente coperta da scritte che vengono aggiornate col passare degh anni e delle «realtà sociali» nelle quali gli autonomi si impegnano di volta in volta. Le più recenti sono quelle anti-droga, nelle quali però non manca mai l'accento contro le forze dell'ordine: «Carabinieri spacciatori». Ce n'è anche per la polizia: «Celerini beccateve 'sti sampietrini» spunta da un ginepraio di slogan dove non mancano quelli calcistici anti-laziali. Per l'appuntamento di ieri erano stati preparati dei tatzebao: «Il 2 ottobre diamo il benservito al sindacato. Come in ogni città anche a Roma frutta e verdura a volontà». Sono diventati famosi nel 1977, l'anno delle manifestazioni di piazza violente, della cacciata di Lama dall'università, delle P38; l'anno dei sabati pomeriggio violenti, come quel 12 marzo in cui vennero assaltate le armerie per distribuire pistole e minuzioni ai manifestanti. L'anno di Autonomia operaia. Vincenzo Miliucci allora era già un leader, ricorda e fa molti distinguo: «Se sono circolate armi nel '77 è stato solo nel secondo semestre e per legittima difesa, oppure portate da qualcuno che perseguiva altri scopi. Il movimento aveva al massimo qualche molotov per l'autodifesa». Passato il '77, con gli scontri di piazza sempre più violenti divenuti quasi quotidiani nella prima metà del '78, s'è realizzato l'intreccio con il dramma del terrorismo, quelle aree grigie in cui sono andate a scandagliare le inchieste giudiziarie degh Anni Ottanta. La più famosa quella iniziata con la maxi-reatata di autonomi del 7 aprile 1979, sgonfiatasi quasi defmitiviamente nel corso degh anni e dei processi. Sempre nel '79, uno dei capi di allora e di oggi, Daniele Pifano, viene sorpreso ad Ortona con due missili destinati ai gruppi palestinesi che combattevano in Libano: per quella vicenda s'è fatto qualche anno di galera, poi è uscito, ha riottenuto il suo lavoro all'università, dipartimento di Fisica. Alle manifestazioni e alle assemblee è sempre presente, si parli di occupazione o di diritto allo studio, di pace o di nucleare militare. Ma Pifano nel frattempo è diventato anche il premuroso padre di un bambino di sette anni che accompagna ogni mattina in bicicletta alla scuola Montessori. Il decennio Ottanta, quello del «riflusso», viene attraversato di tanto in tanto da qualche tensione: la contestazione agli euromissili, il movimento antinucleare, qualche risveglio degh universitari, dai «ragazzi dell'85» alla più recente «pantera». E loro, gli autonomi, sono sempre lì pronti a prendere la parola in qualunque assemblea, su qualunque argomento, per sostenere «le istanze antagoniste di base». E di tanto in tanto qualche scontro, con le manifestazioni che si concludono nel fumo dei lacrimogeni lanciati dal¬ la polizia. Ma non si spara più con le P38, volano solo spranghe e sampietrini. I più giovani scendono nelle strade con il volto coperto dai fazzoletti e dalle kefiah palestinesi, ma i leader no. Bruno Papale, per esempio, che il 12 febbraio del '77 fu ritratto nelle fotografie dell'assalto al palco di Luciano Lama, poi difuse dalla federazione romana del pei. O il sempre-presente Vincenzo Miliucci, costretto a passare molto tempo nelle aule di giustizia a difendersi da accuse «sempre per reati d'opinione», come dice il suo avvocato che precisa: «Mai una condanna». Miliucci racconta che l'altro giorno è stato prelevato dal posto di lavoro e accompagnato ad un colloquio con il capo della Digos: «Ci hanno detto che oggi al minimo incidente ce l'avrebbero fatta pagare. S'è parlato del diritto alla contestazione che può arrivare fino al lancio dell'ortaggio e non del bullone. Il risultato è che abbiamo tre compagni all'ospedale, uno con quattro ferite lacero-contuse in testa». Giovanni Bianconi In alto Daniele Pifano a destra Vincenzo Miliucci due volti noti dell'Autonomia degli anni passati

Luoghi citati: Libano, Ortona, Roma