«Ci servono 7000 miliardi»
«Ci servono 7000 miliardi» «Ci servono 7000 miliardi» Crediti a imprese medio-piccole La Confapi propone un fondo ROMA. Finanza, fisco, innovazione sono i tre «nodi gordiani» da sciogliere per avviare una politica industriale in grado di sostenere la piccola e media impresa che sembra essere, oggi, «sull'orlo del tracollo». E' l'analisi formulata dalla Confapi (la Confederazione che rappresenta la piccola e media industria) che ha presentato ieri mattina i risultati dell'indagine congiunturale del settore relativa al primo semestre 1992 e ha illustrato la proposta di costituire un fondo di 7000 miliardi che consenta alla piccola-media impresa un accesso agevolato al credito. «Si tratterebbe di un fondo gestito da Mediocredito Centrale - ha precisato il direttore generale Paolo Gastaldi - che avrebbe la funzione di immettere liquidità nel sistema consentendo alle piccole e medie imprese un accesso al denaro a tassi più bassi rispetto a quelli attuali». Interventi di politica indu¬ striale, ha affermato il presidente Alessandro Cocirio, sono indispensabili se si vuole che l'industria resti la spina dorsale dell'attività produttiva del Paese. I dati dell'indagine, infatti, evidenziano un andamento lievemente peggiorato rispetto al secondo semestre 1991 ma fotografano una situazione già vecchia: nel giro di pochi mesi l'ulteriore rialzo del costo del denaro, la svalutazione e l'accordo su costolavoro hanno sensibilmente mutato il quadro della situazione. Dall'indagine emergono tre gruppi d'imprese: quelle che restano in una posizione debole, ma inalterata rispetto al secondo semestre 1991, quelle che hanno subito un peggioramento e quelle che sono riuscite ad innovarsi. «Ma l'innovazione di processo e di prodotto, indispensabile per essere competitivi» ha portato le piccole-medie imprese ad alti livelli d'indebitamento - ha detto Cocirio dunque il nostro principale problema è l'accesso al credito». Il costo-lavoro, benché aumentato del 3,74% nel periodo considerato, non preoccupa la Confapi perché nel frattempo «c'è stato l'accordo». Un ostacolo invece è costituito dal fisco, la cui pressione «è ormai al massimo». La Confapi chiede dunque al governo il rinvio di un anno delle istituzioni dei «caf» per le imprese e che finiscano le incertezze in materia tributaria. Quanto alla manovra economica «faremo il nostro dovere, anche se molte cose non ci piacciono ha affermato Gastaldi - e ci auguriamo che non venga stravolta in Parlamento perché purtroppo è necessaria». Le valutazioni della Confapi sull'andamento del secondo semestre '92, infine, oscillano fra un ulteriore peggioramento e una stabilità sui livelli del primo semestre: i settori considerati «critici» sono quelli dell'abbigliamento, della chimica, della metalmeccanica e dell' edilizia. [Ansa]
Persone citate: Alessandro Cocirio, Cocirio, Gastaldi, Paolo Gastaldi
Luoghi citati: Roma
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