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Il giudice Il giudice «Lasciamoli scegliere» N siano O, non è vero che i bambini non da noi ascoltati - dice' Graziana Calcagno, procuratore della Repubblica presso il Tribunale dei minori di Torino -. Dopo i 12 anni vengono "sentiti" regolarmente, anche dai giudici; dai 14 la loro volontà è determinante nell'adozione. Mai, però, li mettiamo a confronto con la madre». Il magistrato, protagonista tre anni fa nella vicenda di Serena Cruz, come si sarebbe comportato con Gregory? «Come gli americani. Era giusto. Non avrei invece dato al bambino la facoltà del "ripudio"». In Italia una situazione Gregory è impensabile. Nel nostro Paese delle contraddizioni, la legislazione è all'avanguardia. Bisogna soltanto vedere come si passa dalla teoria alla pratica. Ma attorno ai problemi dell'infanzia, il lavoro sembra attento. «Un Gregory da noi sarebbe da anni in "stato di adottabilità", non sarebbe necessario alcun processo. La situazione di "abbandono" scatta tanto più in fretta quanto più il bambino è piccolo. E ritengo che il controllo sul territorio, almeno in Piemonte e Valle d'Aosta, sia buono. No, qui non abbiamo nulla da imparare dagli americani che, a tutt'oggi, non hanno ratificato la Convenzione internazionale sui diritti dei minori e, in alcuni Stati, continuano a condannare a morte dei quasi bambini». Le indirette accuse ai genitori che dal libro di Cottle emergono chiaramente, possono essere condivise anche da noi? «Bisogna cercare di capire che cosa avviene tra le mura di casa. Ci sono storie di "cessione" di bambini tra le persone di famiglia che spesso finiscono in tragedia». Ricatti? «Stiamo all'erta». Ma i Gregory, quando scelgono, scelgono bene? E' vero che tra un genitore debole economicamente e uno forte, vanno quasi sempre con il forte? «No. Una recente indagine di Famiglia Cristiana tra ragazzi dai 12 ai 16 anni ha dimostrato che per il 61% di loro valgono prima di tutto gli affetti, solo il 4% ama di più la ricchezza». [m. a.]