Un Di Pietro del sesso per vendicare le mogli

Un Di Pietro del sesso per vendicare le mogli TRA I CROCIATI ANTI-LUCCIOLE Dopo i sequestri di auto, Calenzano rincara la dose e le donne inneggiano ai nuovi moralizzatori Un Di Pietro del sesso per vendicare le mogli Guerra totale al vizio, ora si multa chi parla alle prostitute CALENZANO DAL NOSTRO INVIATO Rubare una notte d'amore costa caro, carissimo in questo piccolo Comune alle porte di Prato, nella piana fiorentina. La crociata contro il sesso a pagamento sta mietendo vittime su vittime. «Doppie vite» spezzate. «Curiosità» inibite. Donne che inneggiano al Di Pietro locale che sta facendo pulizia dei vizi maschili. Mogli che si accontentano di essere vendicate dalle forze dell'ordine. Altre che non sopportano l'onta del tradimento con maitresse da quattro soldi e cacciano da casa i mariti. Buone massaie soddisfatte al solo pensiero che i soldi della famiglia non finiranno più in così malo modo. Tra le strade di Calenzano si consuma l'incubo degli automobilisti, fedeli o occasionali frequentatori del supermercato dell'amore esotico all'aperto: quando vengono sorpresi dai carabinieri, non soltanto sono denunciati a piede libero per atti osceni ma viene loro sequestrata anche la vettura. E basta fermarsi vicino a una prostituta per essere multati. In genere, le auto vengono restituite ai proprietari nel giro di 4-5 giorni, ma per molti si tratta di un danno gravissimo. Oltre ai fastidi familiari: sono sempre più numerose le mogli che telefonano ai carabinieri o in Municipio chiedendo notizie di «misteriosi incidenti automobilistici» raccontati dai mariti. Un matrimonio è saltato 15- giorni prima della data fissata: il promesso sposo aveva voluto festeggiare l'addio al celibato in maniera un po' troppo boccaccesca. Purtroppo per lui si era servito dell'auto della fidanzata... Uomini che abitavano anche a 200 chilometri dal luogo in cui erano stati sorpresi sono stati costretti a tornare a casa in taxi nel cuore della notte. Molti camionisti si sono visti sequestrare l'autocarro con tutta la merce. Due anni dopo la storia del «corvo», quando un anonimo bontempone aveva diffuso in piazza volantini che mettevano in dubbio la moralità di donne stimate, Calenzano torna a far parlare di sé con un metodo nuovo per sconfiggere la prostituzione: punire i clienti colpendoli in quello che oggi sembra il bene più prezioso, l'automobile. In un colpo solo si risolvono due problemi: il mercimonio e l'inquinamento. I carabinieri di Calenzano, dopo anni di inutili denunce, fogli di via mai rispettati, diffide senza alcun esito, hanno alla fine trovato il sistema per impaurire i clien- ti delle lucciole di ogni colore, africane, brasiliane, europee, e dei loro rivali transessuali e travestiti, e allontanarli dalle strade del peccato. Tutto nel più perfetto rispetto della legge: interpretando alla lettera l'articolo 253 del Codice Penale, che prevede il sequestro, come corpo di reato, delle cose con le quali è stato com¬ messo un delitto. Poiché quando i clienti si appartano con le «mercenarie dell'amore», l'auto diventa il mezzo indispensabile per consumare il reato, il sequestro ha tutti i crismi della legalità. «L'uovo di Colombo», commenta Piccardo Gori, sindaco di Calenzano. E non nasconde la propria soddisfazione. «Da tre anni la prostituzione nel nostro territorio ha assunto proporzioni preoccupanti: il nostro Comune è attraversato dalla via di Prato, un'importante arteria che collega Firenze, Prato e Pistoia, e c'è anche un casello dell'autostrada del Sole. Una posizione ideale perché attira tutti i clienti di passaggio, i camionisti, gli abitanti delle altre province che trovano comode strade per arrivare dalle nostre parti, lontano da occhi indiscreti». Che Calenzano fosse l'ideale crocevia dell'amore a pagamento l'avevano capito per prime le lucciole nere, arrivate dalla Nigeria, dal Senegal, dal Ghana, che nell'estate del 1989 erano arrivate a frotte lungo strade e viali, seguite da «colleghe» provenienti dalla Bulgaria e dai primi «viados» brasiliani, affiancati ben presto da un nugolo di transessuali nostrani e dai travestiti. In breve, le notti di Calenzano si erano trasformate in un incubo per gli abitanti: al primo calare delle tenebre e fino all'alba era un carosello ininterrotto di auto e camion, un vociare fastidioso, un via vai di donne seminude impegnate in contrattazioni. «Abbiamo cercato di contrastare in ogni modo questo mercato, ma senza risultati», ricorda il sindaco. Per prima cosa l'amministrazione comunale aveva installato paletti col segnale di divieto di fermata su tutte le strade frequentate dalle prostitute, «ma abbiamo soltanto undici vigili urba¬ ni, già oberati di lavoro durante il giorno». Secondo tentativo: «Abbiamo chiuso a settori queste strade allestendo spettacolimusicali, manifestazioni sportive. Inoltre abbiamo fatto stampare volantini in quattro lingue che sono stati distribuiti alle prostitute offrendo loro assistenza per ogni tipo di problema. Con scarso successo: prostitute e clienti si sono spostati un po' più in là, pronti a riprendere possesso della "loro" strada quando le manifestazioni si sono concluse». Nel territorio del comune «lavorano» mediamente dalle 50 alle 60 prostitute ogni notte. Le tariffe variano dalle 30 alle 100 mila lire. Sinora sono state sequestrate oltre 50 auto e i risultati di questa operazione sono sotto gli occhi di tutti: le prostitute continuano ad arrivare ogni sera da Bologna, Livorno, Montecatini, dalla Versilia, ma i clienti diventano sempre più rari e, verso l'una di notte, anche le più accanite sono costrette a tornare a casa con la borsa vuota. Francesco Fornati Mariti cacciati da casa Doppie vite svelate Fidanzamenti finiti Ai camionisti ritirati i tir e anche le merci Il sindaco: «Vittoria» Auto si fermano vicino alle lucciole A Calenzano non è più possibile

Persone citate: Di Pietro, Piccardo Gori