CON GIORGIO LA MALFA LA GLORIA MI FA GOLA di Umberto Eco

CON GIORGIO LA MALFA LA GLORIA MI FA GOLA LA POSTA IN GIOCO CON GIORGIO LA MALFA LA GLORIA MI FA GOLA SULLA Garzantina c'è un solo Mario Rossi (direttore di orchestra); nell'elenco telefonico milanese ce ne sono 55 (esclusi certi nomi composti). Di Mario Rossi parlava un lontano articolo di Umberto Eco: non del direttore d'orchestra ma di ogni altro Mario Rossi possibile, della Mario Rossità. In un recente anagramma Siro Stramaccia (Baveno, No) dice: Mario Rossi = o rarissimo! Come Stramaccia sa, si tratta di quel che gli inglesi chiamerebbero «antigram»: un anagramma che dice il contrario del vero. Forse è qualcosa che si avvicina all'ossimoro: un altro anagramma stramacciano di Mario Rossi è ossimorari, immaginarie raccolte di ossimori. Il gioco di decidere se un anagramma sia veritiero (aptagram) o menzognero (antigram) può essere banale o arduo. Può impli- care prese di posizione politiche: Francesco Quercia (Torino) propone un Ciriaco De Mita = merito accidia e darei comicità; un Giovanni Spadolini = non piansi di voglia; un Giorgio La Malfa ss gloria mi fa gola. Giuseppe Oliviero (San Giovanni in Fiore Cs) si occupa di Riccardo Misasi = cori di sarcasmi e Amintore Fanfani = fermati, nano naif! Parlare male dei politici è notoriamente inutile. I politici più scaltri richiedono gli originali delle vignette satiriche che li riguardano: e (incredibile dictu! norresco referens!) li ottengono. Propongo da tempo di evitare nuovi anagrammi sui nomi-e-cognomi dei politici, anzi nuove onomanzie: l'onomanzia ha la pretesa di rintracciare un destino, ma l'anagramma può essere molte altre cose. Guido Boezio (Milano) accoppia Lamartine (Alphonse de) e Almirante (Giorgio); Martinelli (Elsa) e Martellini (Nando). Mi segnala, poi, un Carlo Ponti = licantropo, a cui affianco Sofia loren = il fero naso e il seno-faro, di Rosalia Bonafede. Detto per inciso, non credo che quest'ultima lettrice abbia firmato con uno pseudonimo, però il suo nome e cognome, Rosalia Bonafede, si anagramma a sua volta: e bada, Sofìa Loren! Nel caso di Carlo Ponti - licantropo l'anagramma ha una limitazione in più: quella che impone di trovare da ogni nome e cognome una singola parola. Che tra il personaggio di partenza e la parola d'arrivo ci sia qualche relazione, poi, è del tutto facoltativo. Ho in cartella vari anagrammi di questo genere. Non conosco tutti i personaggi anagrammati, ma mi fido dei lettori: da una lunga lettera di Stramaccia traggo Gianni Letta = taglia-nient (o gli antenati); Pinco Pallino = papUloncino; Assunta Spina = spassiunnata (peccato per la doppia N. Assunta Spina è l'appassionatissima protagonista dell'omonimo drammone di Salvatore Di Giacomo). Non so cosa pensare di Michele Santoro = telesmorchiano (di Francesco Adami, Pegognaga Mn), ma non posso dire che mi dispiaccia. Mi pare una buona combinazione anche il Tazio Nuvólarì = rivoluzionata di Fernando Anzovino (Campobasso), Roberto Morraglia (Sanremo Im) propone: Maria Corti = marciatori; Guido Carli = giudicarlo? (è un doppio scambio di vocali) e Rino Formica = micro-fornai. In passato dobbiamo avere già parlato della rinofarmica, raro insetto con la proboscide. Ma Morraglia ha anche un Rocco Trane = racconterò. Vi sembra sensato? Rilassatevi. Il senso è un optional: certo che non si resta indifferenti quando Morraglia trova: Recanati = canterai, con ovvio riferimento leopardiano (e imperial-fantozziano se aggiungiamo Caterina e craniale). Stiamo prendendo in considerazione anche le flessioni verbali. Non ci preoccupano, dunque, gli esempi di Raffaele Massacesi (Pesaro) sugli scrittori Sandro Onofri = risfondarono e Alice Munro = lucriamone e sugli industriali Aldo Crespi = discolpare e Mario Crespi = scomparirei. Non metto in dubbio che il critico letterario Mario Marti abbia i suoi ammiratori. Massacesi mi parla anche della scrittrice Else Totti e delle sue toilettes; dal compositore Mario Persico ricava un virtuosistico co-impresario; dall'industriale Carlo Erba delle barcarole. Ma metterei al posto d'onore un'ancora inedita (credo) Eltsin-mania che si trova con le lettere di TinaAnselmi. Se non ho fatto confusione nell'archivio, dev'essere stato lo stesso Massacesi a segnalarmi il nome del presidente dell'Associazione italiana insegnanti di geografia (che è già un ente mica male): si tratta del professor Peris (: nome) Persi (: cognome). Carta canta: il nome è menzionato alla pagina 133 del numero di novembre 1991 di Qui Touring. E poi ci sono gli anagrammi senza nomi. Franco Diotallevi (Roma) mi manda lunghi elenchi di anagrammi tra parole singole. Trovo quasi un ossimoro tra accenditori e idrotecnica. Ma che dire di ermafrodito = deformatori? o abominabili = biblioma¬ nia? e borsettina = sbornietta? (da cui Borsoni = sbornia, per inciso). Stramaccia definisce i cacciatori con lo slogan: a tòr ciccia. Come spesso accade in enigmistica, tòr sta per tórre che sta per togliere, che almeno qui sta per «prendere». Per amore di simmetria, Stramaccia aggiunge pescatori = a tòr pesci, ma l'etimologia comune tra pescatori e pesci è marchiana. A luglio Ginetta Tocalli (Orbassano To) mi mandava certi anagrammi di «La posta in gioco»: «angoscia il topo»; «agosto? Il panico!». Per gli entusiasti della canicola l'ultimo anagramma si può rivoltare: «il panico agosto». Per fortuna che la gentile lettrice chiude la sua lettera con un cordiale «esca Gelli», anagramma dell'esortazione: «scelga Lei». Scrìvete a: Stefano Bartezzaghi, «La posta in gioco», La Stampa - Tuttolibrì, via Marenco 32,10126 Torino. Stefano Bartezzaghi

Luoghi citati: Baveno, Campobasso, Milano, Roma, San Giovanni In Fiore, Sanremo, Sofia, Torino