CAPRIOLO-RUGARLI DIVISI DA TOSCA

CAPRIOLO-RUGARLI DIVISI DA TOSCA CAPRIOLO-RUGARLI DIVISI DA TOSCA SI MILANO TAVANO per diventare la nuo I va coppia del romanzo italiano. L'incontro si annunciava un po' strano, ma si sa che gli opposti si attraggono. Potevamo aspettarci due «altri» Frutterò & Lucentini? Paola Capriolo e Giampaolo Rugarli si erano «fidanzati» letterariamente, un paio d'anni fa. Volevano scrivere insieme. Non volevano fare un romanzo a quattro mani, ma un romanzo doppio; la stessa storia, raccontata in modo speculare. La storia è quella celeberrima di «Tosca». La giovane scrittrice l'avrebbe «trattata» dal punto di vista di Scarpia; l'autore della Troga sarebbe stato dalla parte dell'eroina. Entrambi lontanissimi da Puccini. A settembre '91 i testi erano pronti. Il matrimonio non si è fatto. Separazione. Paola Capriolo è andata avanti da sola. Da quattro gior- ni è in libreria il suo Vissi d'amore, sempre per Bompiani: passione e morte in un racconto «filosofico» di notevole fascino, con propensione al demoniaco e vista sull'abisso. Giampaolo Rugarli ha per ora rimesso nel cassetto la sua Tosca, e si presenta con un altro libro, Per i pesci non è un problema, edito da Anabasi: viaggioapologo metropolitano sui disastri della nostra vita, protagonisti due simpatici bambini, una sorta di «Alice» alla rovescia. Che è successo tra i due autori? Rugarli racconta, premettendo che leggere il libro della mancata compagna lo ha incantato: «Tutto semplice. All'apparenza è stata la Bompiani a dire che far due libri in uno non le interessava più. Potevamo cercare un altro editore, ma capii subito che la Bompiani, in questo caso, era più che altro il braccio secolare della Capriolo. Chi ormai non voleva l'unione era lei». E perché? «Il mio testo era troppo terreno. Infatti io non cerco il sublime e al sublime non mi accodo». Stupita, quasi addolorata la scrittice nega recisamente di aver influito sulle decisioni della casa editrice. «Neppure un cenno, da parte mia. Ho ricevuto il manoscritto completo contemporaneamente alla Bompiani, non avrei avuto il tempo per un giudizio. La verità è che al direttore editoriale, dopo che ebbe letto i due testi, parve impossibile accorparli. Troppo diversi; tali, probabilmente, da danneggiarsi a vicenda. Tutto qui». Andreose, il lupo cattivo. Ma che cosa c'è nella Tosca di Rugarli di tanto contrastante con le pagine della Capriolo? «C'è molto, sicuramente» concordano entrambi. Dice lo scrittore: «Paola racconta l'amore distruttivo tra la cantante e l'inquisitore. Il Capriolo-pensiero vola sempre più alto, sino all'omicidio-suicidio di entrambi che avviene, significativamente, nella stanza della tortura chiamata da Scarpia il Paradiso. Io immagino una Tosca che tenta soprattutto di cavarsela. Ragazzina, è stata sedotta da un precettore ecclesiastico il quale vorrebbe uccidersi insieme a lei. Lui muore, lei la scampa. Ma viene perseguitata dalla madre del prete. Tosca, diabolica, alla fine fa fuori la vecchia. Anche dall'amore di Scarpia riesce a liberarsi: resta vivissima per godersi i soldi della megera». Il solo punto di contatto tra i due testi sembra forse la figura di Cavaradossi, marginale per entrambi: poco più di un figurante nelle pagine di Paola, «parodia del rivoluzionario permanente» per Rugarli. Troppo poco, in effetti. Così, come nelle buone famìglie borghesi d'antan, tra la Capriolo e Rugarli un anno fa avvenne anche la restituzione dei manoscritti. «Per il vero è stata Paola a richiedermi il suo - spiega lo scrittore -. Cosa che mi precipitai a fare. Curiosa iniziativa in epoca di fotocopiatrici. Forse era una questione di principio. Io le lasciai volentieri il mio». Ma la Capriolo ribatte: «La ragione è un'altra e i tempi non sono esatti. Dopo aver mandato il mio testo a Giampaolo avevo modificato un capitolo, volevo correggerlo in tutte le copie esistenti. Anche nella sua. Per delicatezza. Era il luglio del '91 e non c'era stato ancora nessun "divorzio"». Rugarli chiude in soavità (lievemente perfida?): «Paola è giovane, bella, brava, le voglio bene. Perché non perdonarle un piccolo capriccio? O forse sbaglio...?». Mirella Appiatti Paola Capriolo pubblica «l'issi d'amore» Rugarli: «Un libro che dovevamo scrivere insieme»

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