La Magnum inguaia Rombo

La Magnum inguaia Rombo Nuove prove per quattro delitti: i coniugi uccisi nei boschi a Mazze e il duplice omicidio di Crissolo La Magnum inguaia Rombo Ha venduto la pistola dopo il delitto E' stato Rambo ad uccidere i cuniugi Pilone nei boschi di Mazze. Dopo le «indiscrezioni» delle settimane scorse, ora è arrivato anche l'atto ufficiale. Ieri mattina il sostituto procuratore di Ivrea, Bruno Tinti, ha emesso ordinanza di custodia cautelare per duplice omicidio nei confronti di Arrigo Candela. Il movente più attendibile sembra ima contestazione in relazione alla raccolta dei funghi, incredibilmente degenerata sino ad una vera e propria esecuzione. Ad inchiodare l'ex guardia giurata è la perizia sui bossoli raccolti nel bosco, che sarebbero stati esplosi dallo stesso fucile recuperato nell'abitazione di Candela, a Baldissero Canavese. Il provvedimento, che verrà trasmesso al più preste al tribunale di Rennes, in Bretagna, dove è tutt'ora detenuto Candela, si aggiunge a quello già esistente per l'omicidio di Carmine Gatta. Presto potrebbe seguirli anche un analogo documento del giudice istruttore di Saluzzo, in relazione al duplice omicidio di Crissolo, su cui le indagini pro¬ seguono spedite. I carabinieri di Cuneo hanno raccolto elementi che rendono sempre più critica la posizione di Rambo, anche in relazione all'omicidio di Felicina Bruggiafreddo e Aldo Bruno. E' stato accertato che Rambo aveva comprato appena sei giorni prima del delitto una 357 Magnum, ed un'altra pistola simile era stata da lui acquistata anche il mattino del duplice omicidio (i due amanti vennero colpiti intorno alle 17,40 del pomeriggio). Una di queste armi risulta poi essere stata frettolosamente rivenduta da Candela, appena quattro giorni dopo. Ora queste pistole sono state recuperate, e sono iniziati gli accertamenti dei periti, che al momento non sarebbero ancora giunti alle conclusioni. Difficilmente, però, potranno fornire una parola decisiva: se la 357 Magnum fosse stata usata, in modo anche non particolarmente intensivo, non potrebbe ora essere in condizione di fornire un test attendibile per la comparazione dei bossoli. Le «rigature» della canna, che lasciano una sorta di impronta sui proiettili, si modificano infatti con relativa facilità. Talvolta è sufficiente sparare 30-40 colpi. Intanto stamane a Rennes, il giudice istruttore Cecile Marion interrogherà Concita Candela, la settantenne madre del pluriomicida. Il magistrato vorrà probabilmente sapere se - nel periodo della latitanza in Francia - l'uomo ha cercato di contattarla, in che modo e perché. Difficilmente, invece, vorrà avere elementi sul passato italiano che non interessano la magistratura francese, se non per una difficile ipotesi di estradizione. Subito dopo l'incontro con il magistrato, Concita Candela raggiungerà il carcere di Rennes, dove potrà incontrare il figlio. Nei prossimi giorni la donna si trasferirà a Torino, dove può contare su alcuni amici di vecchia data che, generosamente, non le hanno voltato le spalle e che, anzi, hanno immediatamente raggiunto Nimes per assisterla. Concita Candela è in cattive condizioni fisiche: soffre di una grave forma di ipertensione che la costringe spesso a letto. La attende un breve periodo di ricovero, e poi la ricerca di una sistemazione per il futuro. «Mi vergogno di tornare a Torino - ha spiegato fra le lacrime - dopo quanto è successo, ma so che i torinesi sono generosi. Spero di essere perdonata per le colpe di Arrigo». [a. con.] Le due vittime di Arrigo Candela, uccise nel camper a Crissolo (foto sopra): Felicina Bruggiafreddo e Aldo Bruno. Pochi giorni prima del delitto Rambo comprò una 357 Magnum, che rivendette subito dopo