Alla Cavese senza soldi da due anni

Alla Cavese senza soldi da due anni L'altro calcio Alla Cavese senza soldi da due anni Per la serie «mai perdere l'occasione di fare una figuraccia» il calcio italiano miliardario è al centro di un ennesimo pasticcio, che può in un certo senso essere ascritto anch'esso alla fine o alla decadenza dello stato sociale nel Bel Paese. Giocatori e tecnici della Pro Cavese, squadra campana militante nel campionato 1990-91 di serie C2 e poi dichiarata fallita, hanno inviato all'Associazione Calciatori una lettera-appello: da due anni aspettano il saldo delle loro spettanze, visto che in quel torneo furono pagati solo gli stipendi di luglio, agosto e settembre. Pur potendo essere svincolati da gennaio, a norma di regolamento, arrivarono sportivamente sino in fondo al campionato, cercando sempre di dare il massimo, per evitare che la competizione nell'insieme fosse falsata da un loro ritiro. L'Associazione ha dato rilievo alla lettera, il presidente Campana è sceso in piazza per difendere quelli che in questo caso sono davvero gli operai del calcio, non gli artisti superpagati e magari cloroformizzati da contratti faraonici. Il fatto è che latitano gli organi preposti all'utilizzazione del fondo di risarcimento di giocatori professionisti appartenenti a società dichiarate fallite. Sono organi divenuti operativi due anni fa in seguito ad un accordo tra la Federazione e le due Leghe (quella di Milano per la serie A e B, quella di Firenze per la serie C). Qualche intervento è stato fatto, ma adesso molto semplicemente non ci sono i soldi. Li dovrebbero versare le due Leghe, in relazione ovviamente alle loro forze, ma pare che esista un accordo diciamo sotterraneo per cui la Federazione dovrebbe contribuire, e in misura notevolissima: e allora, aspettando - sinora invano che la Federazione scucia il denaro, le Leghe non mettono mano al portafoglio. E' una bella storia per chi, specie all'estero, non chiede altro che di poter supportare con certi fatti le sue accuse alla tracotanza economica del calcio italiano ed alle sue penose contraddizioni: si pagano miliardi per tenere in tribuna assi di tutti i paesi, si negano gli stipendi a modesti professionisti nazionali. Come se un'azienda strapagasse pubblicitari esteri per non farli lavorare, e non pagasse il salario ai suoi operai. La vicenda della Cavese è quantificabile in circa 700 milioni, a questo punto necessari per vivere, da distribuire tra calciatori e tecnici che non frequentano certamente lauti contratti. Ma è anche la spia di una ricchezza ingiusta e crudele, di una economia più tracotante che forte, di una indifferenza ai problemi diciamo di base, anzi di radice. In fondo, l'episodio vale anche per la serie «sport e vita». Dove si vede che lo sport riflette proprio la vita. Purtroppo, in questo caso. [g. p. o.j :,:■::■>:::■ Platini è stato nominato dal ministro dello Sport, Bredin, presidente del comitato organizzatore dei Mondiali '98, in Francia. Lo affiancherà Bredin, presidente federale dal '73 all'84, quando la sua Nazionale era trascinata da Platini. Come gioco di squadra ci siamo, i due se ne intendono (e se la intendono?)

Persone citate: Bredin

Luoghi citati: Firenze, Francia, Milano