Honecker? Liberatelo di Lucio Caracciolo

Honecker? Liberatelo Lucio Caracciolo lancia la proposta su «MicroMega», si accende la discussione Honecker? Liberatelo «Il comunismo: tragedia, non reato» wjl ROMA N «mostro giuridico». Un «processo politico che olI I treggia il senso comune st. 1 prima ancora che il diritto». Ecco che cos'è il tentativo di mandare alla sbarra Erich Honecker, ieri onnipotente capo della Germania comunista, oggi un vecchio malato e sconfitto che dovrà sottoporsi al giudizio di un tribunale della Germania riunificata. Sul fascicolo di MicroMega da ieri in libreria, il redattole capo della rivista Lucio Caracciolo chiede la «libertà per Erich Honecker». Niente Norimberga per il comunismo, dunque. E nessuna indulgenza verso una vera e propria «montatura pseudo-giuridica». Montatura l'accusa: quella di «aver provocato la morte di almeno 49 suoi concittadini» uccisi dalle guardie di frontiera mentre tentavano di fuggire dalla Germania comunista. Montatura contro quel principio dello Stato di diritto secondo cui «nulla poena sine lege». Montatura con un solo obiettivo: la possibilità per i «vincitori» di liquidare i «vinti». Honecker alla sbarra in Germania. Gorbaciov chiamato a scagionarsi davanti alla Corte Costituzionale nell'ex Unione Sovietica. E' possibile processare il comunismo in sede penale? E' lecito che i vincitori giudichino con i loro tribunali i vinti della storia? Talvolta la formulazione di questi interrogativi rischia di minimizzare la natura dispotica della storia comunista. Nel caso di Caracciolo succede però esattamente il contrario. «Il comunismo è stato il regime più sanguinario della storia moderna, contandosi le sue vittime a decine di milioni», scrive. E ancora: «E' stato anche quello più rovinoso per i suoi sudditi, cui ha lasciato in eredità solo macerie morali e intellettuali». E allora, se «la memoria delle sue atrocità non può e non deve essere cancellata», non si rischia di azzerare tutto in un'assolu- zione universale? Sarebbe esattamente quello che accadrebbe se Honecker fosse portato alla sbarra, risponde Caracciolo: con il processo «il comunismo viene ridotto a figura di reato» e «declassando il comunismo a puro fenomeno criminale, la Germania e l'Europa evitano di fare i conti con una tragedia che appartiene pienamente alla nostra civiltà». E poi, conclude Caracciolo, Honecker non è lo stesso uomo al cui passaggio, una manciata d'anni fa, «il cancelliere Kohl stese il tappeto rosso a Bonn» quando l'imputato era uno dei potenti della Terra? Di parere opposto Barbara Spinelli. Per lei «evitare il momento solenne della giustizia, confondendo tutto in un'assolu¬ zione generale, innescherebbe una spirale perversa in Germania e negli altri Paesi ex comunisti». Barbara Spinelli non minimizza «gli effetti distruttivi che avrebbe sulla democrazia tedesca l'idea che i responsabili di azioni malvagie possano restare impuniti per sempre». Sarebbe il «trionfo del principio di irresponsablità», un'ulteriore discesa verso quella terribile «amnesia storica» che si sta diffondendo in Germania. «Il pericolo è il silenzio generale», continua Barbara Spinelli, e con esso la «spaventosa debolezza di uno Stato che si dimostra incapace di separare il giusto dall'ingiusto». Certo che il processo a Honecker dovrà attenersi al «più scrupoloso rispetto delle regole formali» ma non c'è nulla che istighi alla giustizia sommaria e alla vera e propria vendetta più dell'«inerzia» di uno Stato che cancella con un colpo di spugna le responsabilità del passato. Per il filosofo Lucio CoUetti, invece, c'è una sostanziale differenza tra il processo di Norimberga che condannò i nazisti e quello che sarà celebrato a carico del'ex capo della Ddr. «A Norimberga gli Alleati avevano tra le mani i protagonisti del nazismo, i responsabili primi delle sue atrocità: Goering, Ribbentrop, Hess. Ma in Germania non andranno alla sbarra i Lenin, i Trotzki, gli Stalin responsabili delle efferatezze comuniste. Ci sarà Honecker, l'ultima micro- scopica pedina di quella storia». Per Colletti non si può decidere se sia lecito un processo al comunismo sulla base dei principi liberali invocati da Caracciolo. «Nella filosofia del diritto», spiega Colletti, «c'è la tradizione del positivismo giuridico che giudica ogni ordinamento statale in sé legittimo, sia esso quello di Mussolini o di Giolitti. In base a questa tradizione non c'è nessuna legge superiore a quella dello Stato legale e dunque nessuna norma su cui fondare una Norimberga. Diverso è il caso della tradizione liberal-democratica di matrice giusnaturalistica, che vede la legge poggiare sui fondamenti del diritto naturale. In questo caso è giusto giudicare uno Stato alla luce di un diritto naturale offeso. Dunque: si tratta di scegliere tra una di queste possibilità». E lei, professor Colletti, come sceglierebbe? «Per conto mio rinchiuderei il vecchio e malato Honecker in una clinica. Senza processo. Ma non me la sento di lanciare una crociata: l'ultima parola spetta pur sempre ai familiari dei tedeschi uccisi mentre tentavano di scavalcare il Muro di Berlino». Pierluigi Battista «II processo è un mostro giuridico. Evita alla Germania di fare i conti con il passato» f Barbara Spinelli: punire i malvagi. Colletti: ostato una piccola pedina f Lucio Colletti: «Honecker è vecchio e malato, lo rinchiuderei in una clinica» A sinistra Erich Honecker leader onnipotente della ex Ddr. In alto il redattore capo di «MicroMega» Lucio Caracciolo