Suicida per amore dei bovini di Enzo Laganà

Suicida per amore dei bovini Cosenza: gli abbattono le mucche malate, si spara un colpo Suicida per amore dei bovini L'allevatore non ha retto all'ordine dell'Usi che aveva scoperto il latte infetto Necrologio della Centrale lo ricorda: «Esemplare contadino e galantuomo» REGGIO CALABRIA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE «Esemplare contadino galantuomo amava le sue mucche e quando le ha dovute abbattere si è abbattuto». Il necrologio, che sarebbe piaciuto ad un amico degli animali come Franco Zeffirelli, lo ha fatto pubblicare l'altro ieri mattina sul giornale locale la Centrale del Latte di Cosenza per annunciare la tragica fine di un proprio socio. Una morte che non ha nulla da spartire con le vicende di ordinaria violenza che scandiscono le cronache di questa e altre regioni, ostaggio di mafia e 'ndrangheta. Quella di Ernesto Falbo, 57 anni, cinquanta dei quali trascorsi a curare un pezzo di terra in contrada Santa Rosa di Rende, alle porte della città, e ad allevare vacche, è la storia di un «pastore Serafino» come cantava Celentano, un innocente d'altri tempi che aveva scelto di vivere dalla parte della natura e degli animali, e che quando s'è visto strappare il suo unico patrimonio ha deciso che anche per lui doveva finire. ((Amava la terra più di qualsiasi cosa e per lui quegli animali erano la sua stessa vita, parte della propria famiglia», ricordano ora alla Centrale del Latte di Cosenza. E spiegano che Falbo era riuscito in questi anni di urbanizzazione speculativa in tutta l'area circostante la sua proprietà a resistere a pressioni e lusinghe. Pascolava tutto il giorno le sue 47 vacche nel verde assediato dai palazzi, quelle mucche erano il suo orgoglio, e ai bambini che rincorrendo un pallone capitavano in mezzo alla mandria diceva di non avere paura, «non bisogna temere gli animali». Dopo il pascolo, Falbo portava il latte alla Centrale. Mai avuto problemi fino a qualche settimana addietro, quando ad un controllo sanitario il latte delle mucche di Ernesto Falbo è risultato infetto. Una botta tremenda per l'allevatore. Era la prima volta che gli capitava in tanti anni. Ma ancor più drammatico per lui è stato il responso del veterinario dopo una visita agli animali: «Dovete abbatterle tutte anche per evitare che l'infezione si propaghi». Così sabato, dopo che le vacche sono state abbattute per ordine del servizio veterinario provinciale, Ernesto Falbo non ha resistito al dolore, si è chiuso dentro il furgone che gli era servito per anni a trasportare il latte e si è sparato un colpo con una pistola calibro 6,35. Qualcuno la mattina seguente lo ha scorto ed ha avvertito la polizia che, accertata la mancanza di responsabilità, ha archiviato il caso. Non lo hanno archiviato i soci del consorzio, autori del necrologio sul giornale. E forse si ricorderanno di lui i piccoli calciatori' della periferia di Cosenza, che avevano imparato ad essere amici di Ernesto, l'uomo delle mucche in mezzo ai palazzi. Enzo Laganà

Persone citate: Celentano, Ernesto Falbo, Falbo, Franco Zeffirelli

Luoghi citati: Cosenza, Reggio Calabria, Rende