Barricate sul fango dell'alluvione di Vincenzo Tessandori

Barricate sul fango dell'alluvione Dopo il disastro esplode a Genova la protesta dei commercianti: «Ritardo negli interventi» Barricate sul fango dell'alluvione 77 centro bloccato dalla manifestazione, accuse al Comune E il sindaco sollecita a Roma lo stato di calamità naturale GENOVA DAL NOSTRO INVIATO Com'è arrivato il sole, un nebbione di tipo padano, si è alzato da piazza Verdi, quella di fronte alla stazione Brignole, e per via Venti Settembre, che è un po' il cuore ricco di Genova. Il limo che domenica pomeriggio aveva coperto tutto, ormai è diventato polvere e il profilo delle auto e dei pullman sfuma dietro una spessa ma impalpabile cortina e coloro che lavorano per liberare dal fango i negozi, le botteghe, levantine a momenti paiono fantasmi. Circa 500 folletti infuriati,però, che protestano a muso duro per il «ritardo negli interventi» e ieri pomeriggio hanno anche innalzato barricate proprio nella borghese e grassa Venti Settembre, nella piazza Cristoforo Colombo e un po' dappertutto nelle strade eleganti del quartiere. E si cura le ferite anche la gente di Borgo Incrociati e quella del Levante. Malgrado siano tornati quasi ovunque luce e gas, le scuole, tranne quattro, riaprano oggi, e i 2 mila uomini impegnati, la collera non cala, quella dei commercianti, soprattutto. Le accuse si moltiplicano: Mario Margini, pidiessino, consigliere regionale, ha sottolineato come l'allarme stavolta sia arrivato con 48 ore di anticipo: «Perché non si è provveduto?»; e il leghista Bruno Ravera, ha chiesto che al momento vengano esentati dal pagamento di gas luce e tasse i cittadini che hanno subito. Eppoi, verdi regionali, pidiessini, indipendenti per costituente e antiproibizionisti con una mozione hanno invitato ad autosospendersi gli amministratori di Comune, Provincia e Regione. Toni aspri e il vicesindaco Claudio Burlando, pidiessino, cerca di smorzare: «Siamo intervenuti con un po' di ritardo perché prima abbiamo voluto metterci con le spalle al coperto, abbiamo fatto i lavori urgenti sui fiumi. Per fine setti¬ mana è prevista ancora pioggia». E di pioggia, sabato, ne è venuta a catinelle: 458 millimetri in mezza giornata, nel 1970, altro anno di alluvioni, ne erano caduti 500. Stavolta, viene sottolineato dagli amministratori, le rovine sono contenute perché il greto del Bisagno ha sostanzialmente tenuto, e il mare non ha tradito e ha continuato ad accogliere le acque limacciose. I danni sono lo stesso gravi e ieri alle 20 si è presentata a Roma per battere cassa una delegazione ligure formata da Edmondo Ferrerò, presidente della Regione, democristiano, Romano Merlo, sindaco psdi di Genova, da Armando Magliotto, pidiessino, di Savona, da Mario Zirilli, prefetto di Genova e Mario Della Corte, di Savona. Conti alla mano cercheranno di far valere le loro buone ragioni di fronte a Giuliano Amato, presidente del consiglio, e a Ferdinando Facchiano, ministro per la Protezione civile. Nel Savonese son stati colpiti 33 Comuni e i danni si aggirano sui 160 miliardi; a Genova supererebbero i 400, dei quali 250 riguardano perdite subite da privati. Insomma, ci sono tutti i motivi per confermare anche la richiesta dello stato di calamità naturale. Nell'attesa, sono arrivati i primi aiuti: 8 miliardi dalla Regione, e dalla Cee 150 mila ecu, più o meno 250 milioni. Prima di partire il sindaco Merlo ha voluto chiarire che in fondo tutte queste accuse di inefficienza non gli sembrano poi così giustificate: «Noi non ci sentiamo imputati, i responsabili hanno lavorato tutti, collegialmente». E anche Edmondo Ferrerò ha detto che il Bisagno è da tempo un sorvegliato speciale: «Perché da sempre presenta caratterizzazioni di elevata pericolosità tant'è che già nel 1980 la Regione aveva prodotto uno studio i cui suggerimenti, a causa della mancanza di finanziamenti, sono stati realizzati soltanto parzialmente». Va avanti anche l'inchiesta per la morte di Alessandro Rubino, 6 anni, e di sua nonna Adriana, 84, travolti dalla furia dello Sturla uscito dagli argini. Gli inquirenti tentano di chiarire se sia stato fatto il possibile per garantire la pulizia e la manutenzione dei rivi e il controllo degli argini. Il sostituto procuratore Giancarlo Pellegrino ha autorizzato i funerali senza autopsia. Sulle cause della morte non ha dubbi: per affogamento. Vincenzo Tessandori Ancora fango e strade allagate a Genova: i clienti del supermarket costretti ad attraversare su una passerella di fortuna per fare la spesa