Martelli, subito il congresso del psi di Augusto Minzolini

Martelli, subito il congresso del psi L'ex delfino: «Il psi degli scandali ha chiuso». Il segretario: la batosta è anche colpa tua Martelli, subito il congresso del psi Craxi: faccia la domanda per iscritto ROMA. «Il problema della segreteria sarà affrontato dal prossimo congresso che deve essere fatto prima di primavera. C'è un'accelerazione tale nell'opinione pubblica e nei media che impone di decidere prima... Non ho detto che il psi è finito, ma che è finito e deve essere considerato un libro chiuso il psi degli scandali, il psi epicentro e baluardo del vecchio sistema». Sono le 14 e 30 di ieri e mentre esce dal portone principale di Montecitorio un Claudio Martelli piccato per le battutine degli uomini di Bettino Craxi sull'insuccesso elettorale del psi a Mantova pone per la prima volta, anche se indirettamente, la questione della leadership del partito. Passa qualche ora e Bettino Craxi in un ascensore della Camera dei deputati dà una risposta sprezzante alla richiesta del suo ex-pupillo. «Un congresso ancor prima della prossima primavera? Faccia domanda scritta». Ma questo è solo l'antipasto del pranzo indigesto che il segretario del psi ha preparato per Martelli. In quello stesso mo-, mento, infatti, le agenzie di stampa anticipano un commento dell'Avanti firmato B. C. che contiene una valanga di critiche a Martelli e alla sua politica. «Il disastro di Mantova - comincia l'articolo - non può essere .liquidato con qualche battuta... Ha pesato negativamente l'iniziativa di un cosiddetto cartello ancora senza basi comuni che ha trasformato un obiettivo politico che richiede un paziente lavoro di chiarificazione e di costruzione in una improvvisazione elettorale che non poteva non provocare incomprensione e disorientamento». Ed ancora: «Forse ha pesato anche negativamente la sensazione che si trattava di qualcosa che non rappresentava tutto il psi ma che anzi accettava una contrapposizione polemica con gran parte del psi. Resta una maceria elettorale che porta con sé il rischio di nuove macerie che non potranno essere evitate da improvvisazioni taumaturgiche e men che meno aprendo la porta alla prospettiva della liquidazione dei partiti democratici». Il dato è tratto. La battaglia tra Craxi e Martelli per la leadership del partito è cominciata davvero e si concluderà solo con la liquidazione politica di uno dei due. Ormai ai silenzi e alle critiche indirette della prima fase del «gelo», si è sostituita una vera lotta all'ultimo sangue senza esclusione di colpi. Craxi ha approfittato dell'insuccesso elettorale del psi nella città che il suo ex-pupillo aveva scelto come laboratorio per la sua politica (il psi, il pds e il psdi si sono presentati al voto sotto un cartello comune), per sferrare un colpo alla credibilità di Martelli come leader futuro del partito. E l'altro non ci ha pensato due volte a giocare al rialzo. Proprio il ministro della Giustizia ha voluto ieri avere l'ultima parola nello scontro verbale con Craxi, rinfacciando al segretario del psi la totale assenza nella campagna elettorale di Mantova. «C'è un antico proverbio pellerossa - è stata l'ultima bordata di Martelli ieri sera - che dice così: prima di criticare un altro fai un miglio con i suoi mocassini. Se Craxi avesse fatto un miglio nel Mantovano si sarebbe reso conto di che vento tira tra gli elettori del Nord e da che parte sta il psi mantovano. E avrebbe capito che questa iniziativa unitaria ha salvato il psi da uno stato di prostrazione che durava da mesi per lo scandalo delle tangenti e non certo per i propositi di rinnovamento, se è vero che i sondaggi dei primi di settembre ci davano al 6%». Già, la guerra infuria e si pro¬ paga un po' dappertutto. Nelle sezioni, nelle federazioni, nei gruppi parlamentari. Mentre gli «staff» dei due personaggi, da sempre molto attenti ai media, cominciano a stilare gli elenchi dei giornalisti amici e non. Ieri, poi, lo scontro è arrivato addirittura fin dentro la redazione dell'Avanti. Prima l'organo ufficiale del psi ha diffuso un servizio confezionato contro Martelli dal titolo «Una bandiera non si getta in un canto» (è una celebre frase di Nenni), in cui l'ex-sindaco socialista di Mantova, Vladimiro Bertazzoni, ha dichiarato: «Se per tutta la campagna elettorale non si è fatto altro che gridare "via Craxi" il risultato finale non poteva essere che questo». Poi, dopo qualche ora è arrivata la smentita risentita del direttore dell'Avanti, Rober¬ to Villetti, schierato con Martelli e che già nelle scorse settimane aveva valutato l'ipotesi di dimettersi: «Io sono - è stata la presa di posizione di Villetti del parere che il giornale del partito non debba in forma anonima entrare nel merito del dibattito in corso e nella mia responsabilità di direttore, non pubblicherò nessun servizio di questo tipo». Insomma, siamo proprio ai pesci in faccia. E mentre Martelli prepara nuovi comizi e si prenota per la «convention» che vedrà insieme ribelli del psi e pidiessini, Craxi sta mettendo a punto una «controffensiva» che lancerà nella prossima direzione (slittata alla settimana ventura). Su quello che farà il segretario socialista ieri alla Camera gira¬ vano le indiscrezioni più svariate. Carmelo Conte, craxiano fedele, ha cominciato a preprare il terreno spargendo voci nel Transatlantico di Montecitorio: «Vedrete, farà una cosa clamorosa! Potrebbe proporre un altro segretario, un giovane, non una delle solite facce». Forse Conte nelle sue previsioni è andato un po' oltre. Ma il problema di Craxi è proprio quello: di fronte ad una de che dà l'addio a Forlani, anche il psi deve dare un'immagine di cambiamento. E l'idea Craxi è quella di presentare in direzione una riforma dello statuto che preveda anche l'istituzione della carica che lui stesso si è prenotato per il prossimo congresso: quella di presidente del partito. Augusto Minzolini Bettino Craxi con Claudio Martelli (foto grande) A destra Gianni De Michelis

Luoghi citati: Mantova, Roma