Lucchinelli: in cella ho vinto la droga

Lucchinelli: in cella ho vinto la droga Processo a Bologna per l'ex campione di motociclismo accusato di spaccio Lucchinelli: in cella ho vinto la droga «Dovevano arrestarmi molto prima Adesso sarei già disintossicato» BOLOGNA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Marco Lucchinelli ha abbandonato il giubbotto di pelle e l'aria da eterno ragazzino. E' un uomo maturo, provato da 70 giorni di carcere e da sei mesi di arresti domiciliari, quello che si presenta davanti al gip Michele Massari di Bologna per la prima udienza del caso giudiziario che lo vede coinvolto, assieme ad altre dieci persone, con l'accusa di traffico internazionale di droga. «Starò bene solo quando tutta questa vicenda sarà conclusa», dice ai cronisti che lo attendono fuori dall'aula. Dovrà aspettare almeno altri due mesi. Ieri mattina, il gip ha aggiornato l'udienza preliminare al 16 novembre. Il giudice si è riservato di decidere sulla richiesta di procedere con la formula del rito abbreviato presentata dal legale di Lucchinelli, Giulio Mario Leone, che ha già ottenuto il parere favorevole del pubblico ministero Mauro Monti. Se la richiesta venisse accolta, l'ex campione mondiale di motociclismo avrebbe diritto ad uno sconto pari ad un terzo della pena. Frattanto, rispetto alle prime ipotesi formulate all'indomani dell'arresto avvenuto il 6 dicembre scorso a Casalfiumanese, la posizione giudiziaria di Lucchinelli sembra essersi alleggerita. Nonostante la gravità delle accuse (associazione per delinque- re finalizzata al traffico, al trasporto e all'importazione di cocaina e detenzione di cocaina), il 12 febbraio scorso i giudici del tribunale di Bologna gli hanno concesso gli arresti domiciliari perché - è scritto neU'ordinanza di revoca della custodia cautelare - «i più corposi indizi contro l'indagato non hanno raggiunto i livelli di gravità richiesti» dal nuovo codice di procedura penale e non sono comunque tali «da far apparire allo stato come probabile una pronuncia di condanna». Tutti gli elementi di accusa contro Lucchinelli sono incentrati su un solo episodio: nella notte tra il 22 e il 23 ottobre 91, l'ex campione ospitò due corrieri peruviani in un appartamento a lui intestato. I due narcotrafficanti trasformarono in polvere la pasta di cocaina che era stata dapprima resa liquida, poi essiccata e infine spalmata su alcune valigie con le quali avevano passato senza problemi la dogana italiana. Lucchinelli non prese parte all'operazione, ma guadagnò - per sua ammissione 200 grammi di cocaina per uso personale. Quello della disintossicazione dalla droga è stato il traguardo più difficile da raggiungere, ma in carcere ce l'ha fatta. Racconta Lucchinelli: «Quel periodo mi sembra talmente lontano e quella persona talmente diversa da come sono ora da sembrarmi irreali. Magari l'arresto e il carcere fossero arrivati prima: mi sa- rei disintossicato da tempo e il reato sarebbe stato meno grave». Aggiunge: «Lo so, non sarei dovuto mai arrivare a questo punto, ma il traguardo raggiunto in questi mesi è definitivo. Per cambiare ho sempre avuto bisogno di forti choc. Essere un campione fino alla sera prima e svegliarmi carcerato è stata dura, ma mi è servito. Ho riscoperto il giusto valore delle cose». Al momento dell'arresto era team-manager della Ducati per le «super-bike». L'azienda meccanica dei fratelli Castiglioni non gli ha tolto la fiducia. Non può avere più il suo team, ma da casa svolge le funzioni di supervisore della squadra. «La fiducia della Ducati è stata la cosa più importante in questi mesi insieme all'amicizia dei piloti e dei meccanici. Nel lavoro non ho mai sbagliato: so solo occuparmi di piloti e di motori, non saprei fare altro. Al processo di novembre saranno undici mesi e devo mettere nel conto di perdere un altro anno. Devo fare finta di essermi rotto i femori in un incidente con la moto». C'è dell'amarezza nella sua voce, ma non la disperazione del 6 dicembre quando gli agenti che lo prelevarono disse di essere rovinato. «Ora ho più fiducia, ma starò bene solo quando tutto sarà finito». Marisa Ostolani «La mia carriera non è finita Devo far fìnta di essermi rotto i femori in un incidente» Marco Lucchinelli in aula per il processo: è da sei mesi agli arresti domiciliari

Luoghi citati: Bologna, Casalfiumanese