A Milano tre giudici interrogano «mister X»

A Milano tre giudici interrogano «mister X» Sulle tangenti, lontano da occhi indiscreti A Milano tre giudici interrogano «mister X» Già a Roma le richieste per procedere contro Polverari, Golfari e Citaristi MILANO. «Mani pulite», bocche cucite. E' giallo a Tangentopoli sul misterioso interrogatorio che, ieri pomeriggio, per tre ore ha impegnato 1 magistrati dell'inchiesta sulle tangenti. Lontano da occhi indiscreti, in un ufficio del Tribunale civile, i pm Di Pietro, Colombo e Davigo hanno sentito un «mister X». Le voci si accavallano mentre i giornalisti vengono allontanati dai carabinieri, chiamati a tutelare il segreto istruttorio. Si sparge la voce di un importante manager di Stato. I telefonini bollono alla ricerca dell'indiscrezione. No, non è lui. E' all'estero. Il Palazzo di giustizia, deserto per lo sciopero del personale, diventa luogo di una incredibile caccia al tesoro. I cameramen delle tv si dividono gli ingressi. «Se passa di qui, lo riprendiamo di sicuro», è il ritornello ricorrente. «Mister X» passa, passa indisturbato. E nessuno sa chi è. Due le ipotesi possibili per tanta segretezza: è un personaggio noto alle cronache (della politica? deirimprenditoria?) oppure è un personaggio particolarmente utile alle indagini. Nuovi filoni su cui stanno lavorando i magistrati che, al momento, non vogliono scoprire le carte. Rischia di far le spese della caccia a «mister X» Enrico Ferri, capogruppo psdi alla Camera, ex ministro dei Trasporti. Accompagnato dal procuratore capo Francesco Saverio Borrelli, alle 19.15 Ferri esce dall'ingresso principale del Tribunale. «No, non mi hanno interrogato», sorride alle telecamere Ferri, che ostenta all'occhiello della giacca il distintivo di «Paperino». «Come ex magistrato continua Ferri - sono venuto ad ascoltare le obiezioni dei giudici al decreto sul sequestro dei beni di corrotti e corruttori. Porterò le loro proposte al ministro Martelli». Borrelli annuisce. Sapere da lui chi hanno interrogato? «Volete proprio che rompa la segretezza?» dice, e non aggiunge altro. Tra mille segreti l'inchiesta va avanti. Sono partite per Roma le richieste di autorizzazione a procedere contro tre parlamentari convolti nelle indagini sulle tangenti per l'ospedale di Lecco: Pierluigi Polverari, psi, e Cesare Golfari e Severino Citaristi, entrambi de. Il giudice per le indagini preliminari Italo Ghitti ha firmato la concessione degli arresti domiciliari per Luigi Pallottino, psi, il presidente dell'Atac arrestato nel blitz di giovedì scorso. Ha confessato, vengono meno le esigenze di custodia cautelare. Tutti gli altri manager pubblici romani, alcuni dei quali risentiti ieri, rimangono a San Vittore. Il gip Ghitti farà conoscere solo oggi la sua decisione sulla competenza territoriale, sollevata da alcuni difensori, di questo troncone dell'inchiesta. In proposito l'avvocato Francesco Patanè, che difende l'ex presidente dell'Atac Mario Bosca, ha presentato un'istanza al procuratore capo di Roma Vittorio Mele. Il pagamento a Roma delle presunte tangenti, secondo il legale, deve portare questa parte dell'inchiesta nella capitale. Fabio Potetti Francesco Saverio Borrelli procuratore capo di Milano A sinistra, Enrico Ferri ex ministro dei Trasporti

Luoghi citati: Milano, Roma