Su Maastricht i laboristi consolano Major di Paolo Patruno
Su Maastricht i laboristi consolano Major Ma il partito si spacca e alcuni deputati s'alleano ai conservatori ribelli che contestano il premier Su Maastricht i laboristi consolano Major Londra, l'opposizione appoggia la scelta europeista del governo LONDRA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE L'opposizione laborista ha lanciato un salvagente a Major sull'Europa. All'apertura del congresso del partito a Blackpool, i delegati hanno infatti respinto l'ipotesi di un referendum su Maastricht e hanno deciso di astenersi quando il governo conservatore si arrischierà a ripresentare la legge ai Comuni. E' un aiuto decisivo perché se l'opposizione avesse proclamato una crociata antieuropeista, oggi piuttosto popolare in Inghilterra, appoggiando gli «euro-scettici» in rivolta contro Major, la sorte del premier sarebbe stata messa pericolosamente a repentaglio. Invece il nuovo leader dei laboristi, lo scaltro avvocato scozzese John Smith, ha confermato la scelta europeista adottata già dal suo predecessore Neil Kinnock, e ha dato battaglia agli oppositori interni. Perché anche il Labour è spaccato sull'Europa quanto il partito conservatore. Difatti, la vigilia del congresso è stata scossa dalle clamorose dimissioni dal governo-ombra di Bryan Gould, già sfortunato sfidante di Smith per la leadership del partito, il quale se n'è andato sbattendo la porta proprio contro la politica europeista. «I nostri dirigenti non si accorgono dell'errore che commettono impegnando il partito nella difesa del Sistema monetario europeo, considerato il fulcro della nostra politica economica» ha tuonato Gould nel dibattito al comitato esecutivo, «la gente dev'essere consultata in un referendum prima che il Parlamento assuma decisioni capitali per il nostro futuro». Ma la sua opposizione non ha avuto fortuna: solo due esponenti della sinistra, il «baronetto rosso» Tony Benn, e Dennis Skinner lo hanno appoggiato. E altri due colleghi del «governo ombra», Prescott e Blun- kett si sono astenuti. La medesima schiacciante maggioranza pro-europea è emersa ieri pomeriggio nella votazione al congresso. Ma Bryan Gould, subito eliminato anche dall'esecutivo, non si è dato per vinto. «Continuerò la mia lotta ha annunciato - perché l'opposizione deve dar battaglia al governo, non appiattirsi su una politica che non corrisponde agli interessi del partito». E ha seminato subito l'allarme rivelando che «almeno 60 deputati, fra cui anche qualche membro del governo ombra in Parlamento voteranno contro Maastricht». I ribelli laboristi si salderanno così, in un inedito «partito trasversale», ai 70 conservatori antieuropeisti che già si sono rivoltati contro Major. L'Inghilterra assiste così attonita anche alla clamorosa spaccatura nel governo, con polemiche pubbliche fra ministri. L'antieuropeista ministro dell'Am¬ biente Howard attacca il filoeuropeo Garrel-Jones e rimbecca il ministro dell'Agricoltura Gummer. Il cancelliere dello scacchiere Lamont ha superato la crisi della svalutazione solo abbracciando una posizione antiSme che ha già suscitato le riserve dei suoi colleghi Hurd ed Heseltine. In mezzo a questa cacofonia. Major naviga a vista. Gli umori antieuropeisti stanno contagiando ormai quasi un terzo dei deputati conservatori, appena una settimana prima del congresso del partito. Sarà una prova del fuoco per Major, che deve ristabilire in fretta la sua autorità, rimettersi in sella cavalcando una politica incerta tra le sirene dell'anti-europeismo isolazionista della «little England» fomentate dai nostalgici della Thatcher e gli interessi europei della City e dell'industria. Paolo Patruno
Luoghi citati: Europa, Inghilterra, Londra
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