Anche un vescovo per la messa in latino

Anche un vescovo per la messa in latino Per la prima volta il vicario di Saldarmi, mons. Micchiardi, alla funzione della Misericordia Anche un vescovo per la messa in latino Tanti i giovani fedeli: «Come sono belli i canti gregoriani» Nuvole d'incenso, calda luce di candele. Musica d'organo, marmi scuri, drappi di broccato rosso, la grande croce a un passo dal sepolcro dei giustiziati. E ancora: le tonache nere dei confratelli che un tempo accompagnavano i condannati al patibolo, le consorelle con il velo bianco. Nella chiesa della Misericordia, in via Barbaroux, ieri tutto era come una volta, un'epoca distante dal Concilio Vaticano II. Il recupero ufficiale di una tradizione negata per lunghi anni, dal '63 - la messa in latino con rito tridentino e canto gregoriano - per l'Arciconfraternita della Misericordia si è consumato in un'atmosfera sospesa. Per un'ora e mezzo la chiesa barocca ha lasciato fuori il mondo d'oggi, rendendo protagonista una spiritualità stimolata dai gesti, dall'incenso, dai colori. L'arcivescovo Giovanni Saldarmi aveva delegato a celebrare il vescovo ausiliare monsignor Piergiorgio Micchiardi. E sono arrivati in tanti e di buon'ora per assistere alla messa in latino concelebrata, per la prima volta in Italia, da un vescovo. «E' un precedente importante - dice l'ingegner Franco Manassero, governatore della Misericordia e per noi è un premio arrivato dopo essere stati messi alla prova». Da tre anni, da quando Saldarmi aveva accolto l'istanza di applicazione dell'indulto concesso dal Papa nell'85, ogni domenica alle 12 la chiesa di via Barbaroux si riempie di fedeli. «Questa messa - dice una signora di 75 anni - mi è familiare, mi riporta indietro. E poi mi piace il canto». Molti i giovani. «Niente canzonette - prosegue Manassero -, comunione in ginocchio, sacerdote rivolto all'altare: tutti, ragazzi compresi, trovano un senso del sacro e del mistero che coinvolge. E non si tratta di un fatto estetico: questo non è un ricettacolo di snob». Tra i confratelli c'è anche un muratore che studia il latino. Tra i banchi, curiosi, habitué, personaggi della vita pubblica: i consiglieri comunali de Bressan, e Vietti, il socialista Fiandrotti, Maurizio Puddu, il prof. Gaboardi, Mariannini, il capogruppo de in Regione Picchioni: «La litur- già dovrebbe combinarsi con i tempi; questa mi pare un po' troppo estetizzante». Il rito termina. Il vescovo, gli abati francesi Forgeot e de Lesquen, i confratelli, monsignor Savarino, concelebrante, preside della Facoltà di Teologia, escono in processione tra due ali di fedeli soddisfatti, [ni. t. m.] Nella chiesa di via Barbaroux ha celebrato il vescovo ausiliario Giampiero Micchiardi

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