Pavarotti si regala al pop: in tv di Marinella Venegoni

Pavarotti si regala al pop: in tv Ieri in diretta su Raidue il grande concerto presentato da Alba Panetti Pavarotti si regala al pop: in tv «La donna è mobile» con Dalla-Sting-Zucchero MODENA DAL NOSTRO INVIATO Tutti con il naso all'insù, fino a notte verso il cielo plumbeo, per il maledetto rischio della pioggia. Ma, pioggia o non pioggia, il concerto s'è fatto. Era fatale. La diretta tv era obbligatoria e il debutto ufficiale di Luciano Pavarotti nel mondo delle popstar è stato acquistato a scatola chiusa anche da numerose televisioni nel mondo. Con la sua mole artistica, il tenore ha osato ieri sera su Raiuno ciò che nessun altro divo della lirica aveva mai neanche osato pensare: una commistione, una compromissione pesante con la musica giudicata da molti, nel suo ambiente, inferiore; s'è messo a cantare in coppia con alcuni dei più significativi interpreti rock e pop, italiani e stranieri: da Lucio Dalla a Sting, da Zucchero a Suzanne Vega; ha fatto cantare sul palco del suo concorso ippico i Neville Brothers, Bob Geldof e Brian May dei Queen; c'è da immaginare che i colleghi gli taglieranno pesantemente i panni addosso. Invidiandolo, magari. Il concerto benefico di ieri sera, presentato dalla sensuosa e ormai onnipresente Alba Parietti, ha però obbligato il tenore alle regole tecniche del pop. Se il duetto iniziale con Sting, in «Panis Angelicus», era dal vivo, sia «Miserare» con Zucchero sia «Caruso» con Dalla sono andati in onda in playback. Quasi tutto il resto è stato cantato dal vivo, compreso il gran finale di «La donna è mobile», con Pavarotti, Dalla, Zucchero e Sting a scrivere sul palco un nuovo e promettente capitolo nella storia delle commistioni musicali. L'evento di ieri ha significato anche un passo avanti dei musicisti italiani pop nella difficile conquista di una maggior considerazione da parte dello showbusiness internazionale: quale altro lancio poteva sperare Zucchero per il suo «Miserare»? E italiano è il primo motore di questa operazione: si chiama «Caruso» ed è la magica canzone di Lucio Dalla che per forma e contenuti ha attirato il prode Pavarotti, forse già in cuor suo pronto al grande passo, nella trappola scintillante della musica leggera. Dice Dalla che il disco che debbono fare insieme, lui e Pavarotti, è molto indietro: «Come si fa, a lavorarci? Sta a casa tre giorni l'anno». Ma magari Pavarotti, se è entrato anche con 10 spirito nella grande truffa del rock'n'roll, ieri sera ha già trattato sotto banco per il prossimo disco di Sting o di Bob Geldof. Chiunque, nel mondo della musica leggera internazionale, farebbe carte false per potersi esibire con 11 grande tenore italiano. Che ieri, sfinito da queste dense giornate, poco prima dello spettacolo si è rifugiato in un camerino per una dormita ristoratrice. Che nervi d'acciaio. Marinella Venegoni

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