Ebrei traditi dagli Alleati?

Ebrei traditi dagli Alleati? Nuova disputa sull'Olocausto Ebrei traditi dagli Alleati? D UE milioni di ebrei? E che dovrei farmene?». Questa sarebbe stata la sconcertante reazione del ministro britannico per il Medio Oriente lord Moyne di fronte a una proposta avanzata da Hitler per mezzo di Himmler: due milioni di ebrei in cambio di diecimila camion. Non se ne fece nulla. L'episodio è rispolverato da Vittorio Messori nella sua rubrica sull'avvenire di ieri. L'intento è ben preciso: basta con la storia dell'inerzia pontificia davanti all'Olocausto. «Tanti di coloro che puntano il dito indignato contro il Vaticano di Pio XII protesta lo scrittore cattolico - dovrebbero guardare un po' meglio in casa propria e nel proprio passato non così lontano». La fonte di Messori è Leon Degrelle, l'ultraottuagenario ex capo dei fascisti belgi e comandante dei volontari delle SS nella divisione «Wallonie». Il documento richiamato non è nuovo: una lettera che il leader «rexista» indirizzò al Papa nel '79, in cui viene ricordato l'episodio, dato per «stabilito definitivamente dal tribunale di Gerusalemme durante il processo Eichmann». Al telefono Vittorio Messori spiega: «Non ho nessuna intenzione revisionista. Non voglio riabilitare il nazismo, perché c'è un'inconciliabihtà assoluta fra la croce di Cristo e la croce uncinata: si tratta piuttosto, in una prospettiva cristiana, di dare a ciascuno il suo». Sulle tesi di Messori si è già acceso il confronto. Impossibile in questi giorni rintracciare esponenti della Comunità israelitica, impegnati fino a mercoledì nelle celebrazioni del Rosh ashana, il capodanno ebraico. Da Gerusalemme il direttore dell'Istituto italiano di cultura in Israele Fiamma Nierenstein conferma le accuse dello scrittore: «Spiace dirlo, però sulle democrazie occidentali grava una pesante ombra. Molti riferirono ciò che stava accadendo in Germania e nell'Europa occupata dai nazisti, ma non vennero ascoltati. L'Occidente ha alle spalle una lunga tradizione antisemita e i governi di allora fino all'ultimo non vollero dare credito all'Olocausto perché questo li avrebbe costretti a una difesa degli ebrei che sarebbe stato difficile far digerire all'opinione pubblica». Ma è credibile il racconto di un vecchio arnese come Degrelle? Arrigo Levi, giornalista da sempre coinvolto nelle questioni ebraiche, lo esclude: «A quell'epoca la macchina nazista era impegnata a far lavorare 24 ore su 24 i forni crematori e le camere a gas: l'idea di uno scambio è insensata. E poi sarebbe stata una proposta inverosimile. Come potevano gli Alleati prenderla sul serio?». Lo storico Nicola Tranfaglia ammette che «ci fu da parte delle democrazie occidentali una poh- tica miope e egoista riguardo alla persecuzione degli ebrei». Ma, aggiunge, «con questo non si può togliere ai nazisti la responsabilità piena dell'Olocausto. L'offerta di Himmler, su cui mantengo i miei dubbi, va collocata nel suo quadro storico, che la rendeva difficilmente credibile». Gian Enrico Rusconi, studioso di questioni tedesche, concorda: «Poteva essere un trucco. E poi era sicuro che Hitler approvasse? Quali erano i rapporti interni al partito?». Però, osserva, «una polemica come quella innescata da Messori è indicativa di un certo modo mitologico di pensare la storia: pare che la seconda guerra mondiale sia stata fatta per arrivare ad Auschwitz; invece bisogna guardare a quella vicenda nella sua complessità. E' giusto "rivedere" la storia senza tabù. Ma Auschwitz e Dresda non stanno sullo stesso piano: il bombardamento della città tedesca fu una grave colpa, ma non rientrava in una strategia di sterminio programmatico». Bisogna ricorrere al concetto di «responsabilità fondamentale», spiega lo storico Massimo Salvador! «E', alla Germania nazista che si deve lo scatenamento della guerra. Il discorso di Messori va ribaltato: non è il caso di sostenere che da entrambe le parti ci furono responsabilità, e quindi Hiroshima e Dresda sono paragonabili ai crimini nazisti; semmai, i nazisti sono moralmente responsabili anche dell'ulteriore violenza degli Alleati». Maurizio Assatto Sopra Vittorio Messori. A sinistra Arrigo Levi. Sotto Nicola Tranfaglia. Sia Levi sia Tranfaglia respingono la tesi del polemista cattolico