L'America dice addio alla single di Alberto Bevilacqua

L'America dice addio alla single polemica. Arriva un pamphlet che accusa politici e media L'America dice addio alla single Da personaggio vincente a donna depressa E LEGANTE, sicura, determinata. L'abbiamo vista tante volte nei suoi tailleurs maschili e seducenti, con la tracolla o la ventiquattrore, scapola o divorziata, con figli o senza, sempre molto ostinata nell'essere «libera e bella», nel vivere la sua vita senza l'appoggio o l'intromissione del maschio-padrone. «Single» per scelta o per vocazione, era la regina di film e sceneggiati: eroina dei nostri tempi, riusciva sempre a cavarsela, persino a tirar su i figli, allevandoli magari negli interstizi di una brillante carriera. Ma adesso assistiamo alla caduta di un mito e alla sua storica débàcle. Della figura simbolo nata dalle lotte del femminismo si stanno spargendo le ceneri al vento: accade in America, dove una massiccia campagna di stampa si è assunta il compito di smantellare alcune delle conquiste più radicali degli Anni 60-70, come le libertà femminili, il diritto alla carriera, l'autodeterminazione, la voglia e la possibilità di vivere da sole. Questa, almeno, è la tesi della giornalista nordamericana Susan Faludi, autrice di un battagliero pamphlet, subito salito in vetta alle classifiche e alle polemiche, e che a giorni uscirà anche in Italia: Contraccolpo. La guerra non dichiarata contro le donne (ed. Baldini e Castoldi). La Faludi, con materiali tratti da giornali, sceneggiati, spot, film, descrive le tecniche di una persuasione che ha iniziato a diffondersi dagli Anni 80. Dalla tv al cinema, ai bollettini medici il messaggio è: le donne devono rientrare nell'alveo familiare. Mentre sul New York Times proliferano gli articoli sull'esaurimento psicofisico e la sterilità epidemica che colpirebbe le professioniste, il settimanale Time dedica lunghi servizi alle «donne senza figli che si sentono depresse e disorientate». Newsweek dedica inchieste all'isteria delle donne nubili e alla profonda crisi di sfiducia che colpisce le single investite dalla carestia di uomini. Secondo Harper's Bazar le «donne in carriera» vanno soggette «a disturbi da stress, ad alcolismo e persino infarto». Cinema e piccolo schermo si adeguano al tam-tam: dal film Attrazione fatale, nel quale una single frustrata imboccava la strada dell'odio e della vendetta, fino a telefilm e telenovelas che cambiano finale e personaggi per essere in sintonia con questo drastico mutamento di rotta, è tutto un fiorire di parole d'ordine contro l'immagine della donna che «non ha paura di volare» verso l'emancipazione. Tra i manovratori della misoginia dilagante negli States ci sarebbero, secondo l'autrice di Contraccolpo, i neoconservatori alla riscossa da ormai più di un decennio, sull'onda del successo di Ronald Reagan. Non è dunque un caso che il libro in inglese riprenda il titolo Blacklash di un vecchio film hollywoodiano, del 1947, in cui un uomo accusa la moglie di un assassinio che lui stesso ha commesso. [m. s.] Da sinistra: Lidia Ravera e Eva GrimaldSotto, nell'ordine, gli scrittori Alberto Bevilacqua e Vincenzo Consolo "Single" per me ha lo stessuono di arido. Io non lo somai stata da quando avevo seci anni». Eva Grimaldi, anche lei attce, ama invece la libertà e l'atonomia e le vorrebbe per tule donne: «Perché solo la libepermette di godersi le propstorie d'amore». I limiti di qusta condizione? «Di non essesempre bene accette duranweekend e serate dalle padrodi casa: sono proprio le donin questo caso, le nemiche paccanite delle più emancipah h tt l lit Da sinistra: Lidia Ravera e Eva Grimaldi. Sotto, nell'ordine, gli scrittori Alberto Bevilacqua e Vincenzo Consolo

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