Il rosso fa buon sangue di Marina Verna

Il rosso fa buon sangue Le ultime scoperte danno ragione ai proverbi dei vecchi Il rosso fa buon sangue Ecosì alla fine è proprio vero che il vino fa buon sangue. Purché sia rosso e vecchio, dice però il ricercatore americano che ha scoperto la molecola che ripulisce il sangue dal colesterolo e dimezza il rischio di disturbi cardiaci. Lui si chiama Leroy L. Creasy e lavora alla Cornell University, lei resveratrolo ed è contenuta nelle foglie e nelle bucce dell'uva. L'incontro tra loro è avvenuto per caso circa quindici anni fa quando Creasy, studiando i sistemi di autodifesa delle piante, scoprì che le foglie e i chicchi della vite secernevano una particolare sostanza che bloccava l'invasione dei parassiti. Pensando che potesse essere tossica anche per l'uomo, cominciò ad analizzare vini di tutte le specie, scoprendo che a volte c'era, a volte non c'era. A volte era tanta, altre volte poca. Sempre più preoccupato, cominciò a leggere i testi di medicina per vedere se parlavano di resveratrolo. Nuova sorpresa: gli orientali la conoscevano benissimo e la usavano per curare, tra l'altro, l'arteriosclerosi. Restava ancora da chiarire perché questa sostanza fosse presente solo nei rossi e non nei bianchi, nei vini fortemente tanninici e non in quelli giovani. La spiegazione, ovviamente, stava nel tipo di fermentazione: il resveratrolo abbonda nei vini che restano a lungo a contatto con le bucce, quindi nei rossi come il Bordeaux o il Barolo. Ce n'è poco nei bianchi, perché vengono subito separati dal raspo. Anche una fermentazione breve o una riduzione artificiosa del contenuto di tannino danno vini con bas- so resveratrolo. In pratica, è il produttore che ha il controllo sul suo dosaggio. Creasy e la sua molecola non hanno comunque vita facile. Il timore di aumentare le file dei cirrotici frena non solo la diffusione di notizie a favore del vino, ma addirittura le ricerche. Creasy, che vorrebbe fare uno studio clinico controllato con il resveratrolo mettendo a confronto sul lungo periodo un gruppo di bevitori moderati e uno di astemi, deve lavorare in Canada perché negli Stati Uniti non glielo consentono: temono che la popolazione, allettata dalla possibilità di prevenire l'infarto (prima causa di mortalità nei Paesi industrializzati) in un modo così piacevole, non sappia fermarsi al mezzo litro quotidiano consigliato. Marina Verna

Persone citate: Creasy, Leroy L. Creasy

Luoghi citati: Canada, Stati Uniti