Tutti al circolo del mezzogiorno con calma e senza litigare di Alessandra Comazzi

Tutti al circolo del mezzogiorno con calma e senza litigare TIVÙ'& TIVÙ' Tutti al circolo del mezzogiorno con calma e senza litigare j davvero come andare al circolo, sedersi davanti a una bibita, aprire Il giornale, sfogliarlo, guardati intorno, chiacchierare col vicino di tutto e di niente, senza voàia di litigare. «Il circolo delle 12», appuntamento a cura del Die (il dipartimento scuola educatone), in onda dal lunedì al venerdì su Raitre, è ima di quelleòasi ormai rare in una televisione declamatoria e nervosa, urtata e cantata. Tutto tranquillo e perbene, a cominciare dal nudo di porsi della conduttrice. Para Rolandi è una signora non pu giovane, bianchi capelli acconciati sobriamente, abbigliairento puntato sui toni del grigi); collana di perle. Accoglie i suri ospiti con estrema gentilezzanon li aggredisce, come nessuno aggredisce nessuno lungo tu^a la trasmissione. Si parla di arjòmenti che potremmo definre «culturali» se la definizione noi fosse, di questi tempi, sinonitìo di noia; si illustra qualche rranifestazione, si proiettano bdle immagini, per fare intervJlo si suona il pianoforte. Esempi. L'altro giorno Guido Bdtramini, architetto del Cento Palladiano di Vicenza, discuteva di un grande costruttore vironese del Rinascimento, Miciele Sanmicheli, sconosciuto ai pù e invece importantissimo, eie si sta ora riscoprendo, ne ptflava già Vasari, ne parlano studiosi di tutto il mondo. Il pjrsonaggio viene raccontato saiza birignao né pose intellet- tualistiche. Certo, Beltramini non grida, come non grida la Rolandi, e nemmeno Maurizio Bono di «Panorama» (ogni settimana «Il circolo delle 12» ospita un giornalista che propone la sua personale rassegna stampa delle cosiddette «terze pagine»); Paolo Limiti, il «pettegolo del cinema», racconta con pacatezza storie di film e i.ragazzi ospiti in studio pongono educatamente le loro domande. Insomma, tutti stanno buoni e tranquilli al loro posto. Parliamoci chiaro: ci si annoia? Se la televisione viene intesa come uno strumento di informazione veloce, un luogo di liti spicciole e di dibattito incat¬ tivito, allora sì, ci si annoia. Ma se dal video si aspettano anche buone conversazioni, magari mutili o almeno senza un fine immediato, da circolo per l'appunto, allora il programma va bene ed è rinfrescante: usare l'aggettivo «istruttivo» fa un un po' paura perché sembra una parolaccia. E poi, non dimentichiamo che anche il Dse ha in pista la sua brava polemica, lanciata da Angelo Guglielmi. Tutte quelle trasmissione del mattino, marcate Dse, sono noiose e ci indicano come rete noiosa, ha detto più o meno il direttore di Raitre. E il direttore del dipartimento gli ha risposto dicendo di non capire «tutte queste malevolenze». Se si bada all'audience, qui siamo lontani in modo stellare da qualunque buon risultato. Ma all'audience non bisogna sempre badare, perché l'audience è una bestia bizzarra: l'altra sera, a esempio, sono andati bene «La sai l'ultima?» con Pippo Franco e Pamela Prati su Canale 5 (oltre 5 milioni e mezzo di telespettatori), e «Stasera mi Beautiful» con Cutugno, Faletti e i nuovi eroi del serial su Raidue (5 milioni e 100). Ma l'ennesima serata di Raiuno (la finale del «Prix Italia», annunciata molto «glamour») si è dimostrata un tonfo (solo due milioni di telespettatori): la Gardini vestita da regina Elisabetta era troppo, per tutti. Alessandra Comazzi zzi Pamela Prati: «La sai l'ultima?»

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