La lista di nozze entra in libreria di Paolo Lingua

La lista di nozze entra in libreria Meno richiesta la Bibbia, il Manzoni è ritenuto «antipatico» dai giovani sposi La lista di nozze entra in libreria Iniziativa a Genova, Omero e Montale ipreferiti GENOVA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Un regalo di nozze originale e, per così dire, «moderno»? Una collezione, ben rilegata, di autori classici, da esibire in bell'ordine negli scaffali d'una libreria «a giorno». Succede a Genova, dalla scorsa primavera in una libreria del centro, la «Liguria Libri e Dischi» di via XX Settembre, l'arteria principale della città. Quando è stato pregato di accogliere la prima «lista», il titolare, Mario Biglino, è rimasto allibito. Poi il fenomeno è cresciuto e si è esteso anche ad altre librerie, compresa la «Di Stefano», che è la più importante e la più antica. Spiega Biglino: «Ho scoperto, dopo anni che faccio questo mestiere, che ormai le case dei giovani sono senza libri, mentre non mancano gli altri generi di comfort, dagli elettrodomestici sino agli stereo e ai videoregistratori». Insomma, al momento di metter su famiglia, le giovani coppie scoprono gli scaffali vuoti. Si legge sempre meno, si guarda la tv e si ascoltano dischi, mentre i libri di testo, finite le scuole, si vendono sulle bancarelle dell'usato oppure si gettano via. Certo, non sono magari le famiglie di maggior censo o quelle di futuri professionisti a inserire nella lista i classici greci, Dante, Petrarca,, oppure eleganti traduzioni dei romanzieri francesi o russi del secolo XIX. Sono i giovani della piccola borghesia o della «middle class» dai contorni indefiniti, magari con tanto di diploma medio superiore, ma, tutto sommato assai poco acculturati, quelli delle «liste». Biglino spiega che si parte addirittura da Omero e si arriva a Eugenio Montale, edizione rilegata. C'è chi si avventura sino agli «Essais» di Montaigne o al «Don Chisciotte». Meno richiesta la Bibbia, «antipatico» il Manzoni. Nel complesso, la «lista» dei libri si presenta come un sistema di grande praticità da parte del donatore: si può scegliere un solo volume o più secondo le possibilità di spesa, certi di far comunque cosa gradita e di concorrere comunque a dar vita a una mini-biblioteca familiare. Ma quei libri si leggeranno in futuro oppure saranno destinati a un ruolo di mera rappresentanza e a svolgere il ruolo dei mastodontici libri d'arte, di fotografia e d'arredamento che incombevano negli Anni Cinquanta dalle pareti delle sontuose e pacchiane case dei «cummenda»? I librai genovesi allargano le braccia e non si pronunciano, diplomaticamente. Susanna Di Stefano, titolare dell'omonima libreria, ci tiene a precisare però che anche in passato le è capitato di vendere, come doni di nozze, edizioni raffinate o rare, costosissime. Ma erano destinate, evidentemente, a raffinati bibliofili: come fenomeno, esattamente il contrario di quello che si sta verificando adesso. Comunque, in tema di libri come regali per un matrimonio, proprio da Di Stefano si è verificato, negli Anni Venti, il caso più singolare e diveltante, tale che il giornalista Giovanni Ansaldo ne fece un esempio di «bon ton» in un suo libro dell'immediato dopoguerra («Il vero signore»). Paolo Rossi, futuro ministro della Pubblica istruzione e presidente della Corte Costituzionale, allora giovane avvocato, doveva sposare un'ereditiera genovese, della famiglia Bagnara. Consegnato alla ragazza, il giorno del fidanzamento, un favoloso «solitario», venne richiesto dal suocero che cosa desiderasse a sua volta: accennò a una vettura sportiva. Paolo Rossi rispose: «Libri» e scrisse qualcosa su un foglietto. Il vecchio Bagnara, spirito pratico, ci rimase un po' male, ma quando si presentò alla libreria Di Stefano per chiedere «La patrologia» del Migne - alcune centinaia di volumi sulle opere complete dei Padri della Chiesa - si rese conto che la richiesta non era stata delle più modeste. Paolo Lingua

Luoghi citati: Genova, Liguria