Bush si taglia io stipendio per sedurre Perot

Bush si taglia io stipendio per sedurre Perot PRESIDENZIALI USA Con la proposta di legge vuole ottenere l'appoggio del miliardario che esige rigore in economia Bush si taglia io stipendio per sedurre Perot Dieci per cento in meno al Presidente e ai funzionari più alti WASHINGTON DAL NOSTRO CORRISPONDENTE George Bush ha chiesto al Congresso di approvare rapidamente una legge che riduca del 10% lo stipendio dei funzionari federali di rango più alto, a cominciare dal suo. Se la legge verrà approvata, la busta-paga del Presidente si alleggerirà di 20 mila dollari all'anno, dai 200 mila attuali a 180 mila. In generale, la misura colpirebbe 64 mila funzionari civili e 1000 militari, con un risparmio per le casse federali di 400 milioni di dollari, quasi 500 miliardi di lire, nel corso del prossimo anno. «C'è molta gente disoccupata e incerta sul proprio futuro - ha dichiarato Bush, presentando la proposta -. E' quindi appr ^iiato che quelli che guidano il governo diano un contribu¬ to personale per ridurre il deficit e come simbolo della loro comprensione per le preoccupazioni di tanti americani». Il deficit federale è di oltre 330 miliardi di dollari e costituisce un forte ostacolo alla capacità di rivitalizzare, l'economia, in quanto scoraggia investimenti volti a stimolare la crescita, oltre che costituire una preoccupazione di ordine più generale. Sottrarre 500 miliardi di lire a un passivo di circa 400 mila miliardi avrebbe un effetto simbolico, ma, come è noto, in politica i simboli hanno il loro peso. Non può essere, comunque, solo ima misura come questa, che, peraltro, il Congresso ha solo una settimana di tempo per approvare prima della sospensione elettorale, a convincere Ross Perot a schierarsi dalla parte di Bush. Il miliardario texano sta per annunciare un suo rientro nella corsa presidenziale, non perché speri di vincere, ma proprio perché vuole influenzare la politica economica degli altri due candidati. Perot, infatti, ha proposto un piano molto severo per l'eliminazione del deficit pubblico in quattro anni. Gli economisti giudicano il piano molto serio, ma applicarlo comporterebbe gravi problemi di consenso sia per Bush che per Bill Clinton. Tuttavia, proccupati per la prospettiva di un rientro in corsa di Perot, i due candidati hanno spedito entrambi a Dallas una delegazione di prima grandezza nella lontana speranza di ottenerne il supporto. Per Bush sono partiti nientemeno che Robert Teeter, presidente del suo comitato elettorale, Brent Scowcroft, consigliere per la Sicurezza nazionale, e il senatore del Texas Phil Gramm. La squadra di Clinton si compone di Mickey Kantor, presidente della campagna, dell'ammiraglio William Crowe, candidato a prendere il posto di Scowcroft, e del senatore dell'Oklahoma David Boren. I due gruppi di emissari parteciperanno lunedì alla riunione dei 50 coordinatori, uno per Stato, della campagna elettorale di Perot, sperando di conquistarne il cuore. Anche Bush, lunedì, sarà a Dallas per impegni elettorali, ma non si presenterà alla riunione. In fondo, già così, Perot apparirà agli americani il vero «king maker», l'uomo che ha in mano i destini della presidenza. Come umiliazione può bastare. Paolo Passarmi

Luoghi citati: Oklahoma, Texas, Usa, Washington