Savorani, com'è triste essere un optional di Claudio Giacchino

Savorani, com'è triste essere un optional IC PERSONAGGIO » Domani, contro il Pescara, il Toro trova il portiere reso famoso dalle feroci critiche di Galeone Savorani, com'è triste essere un optional «Il tecnico m'haferito, però i piccoli come me debbono stare zitti» Climatizzatore, ruote in lega, sistema frenante Abs, vetri atermici, hi-fi, Marco Savorani. Sì, avete letto giusto: Marco Savorani, il numero 1 del Pescara, è l'ultimissima novità in materia di accessori: due domeniche fa, dopo la sconfitta casalinga per 5-4 con il Milan, l'allenatore Galeone disse di lui: «Io non ho un portiere ma un optional». Savorani, lei è il primo optional del nostro calcio. «Ancora quella storia. Negh spogliatoi, a caldo, se ne dicono tante. Inoltre, il signor Galeone è tipo fantasioso, ama scherzare». Bello scherzo le ha tirato. «Di sicuro intendeva spronarmi, invece m'ha ferito, e molto. Ad ogni modo, quando ci parleremo a quattr'occhi chiariremo la faccenda, non ci sono problemi». Come? In due settimane non gli ha ancora chiesto spiegazioni né lui s'è sentito in dovere di dargliele? «Anche se, tra allenamenti e riti¬ ri, siamo sempre msieme, non c'è stata l'occasione di discutere in privato, la vita di una squadra ha ritmi particolari. Per me la vicenda è chiusa, arcichiusa». Non per Campana che ha sollecitato il deferimento di Galeone. «Non c'entro nulla con l'iniziativa di Campana. Sarei stato un cretino enorme a chiedere il suo intervento, bella zappata sui piedi mi sarei dato. L'ultima cosa che desidero sono le polemiche. Arrivo da una gavetta lunghissima: C2 e CI con i Lodigiani di Boma, io sono romano, e con la Carrarese, la B con il Barletta e il Como, ancora la C con i lariani. Poi, la stagione scorsa, la promozione con il Pescara e, finalmente, a 27 anni, eccomi in A. Vorrei rimanervi il più possibile, basta con quest'assurdità dell'optional». Cioè: il treno della fortuna passa una sola volta e pur di non perderlo ci si adatta ad ingoiare qualsiasi rospo. «Per me questo campionato è fondamentale, dirà se sono degno di giocare in serie A. Per fortuna, il Milan capita due sole volte l'anno: sui 5 gol presi ritengo di non aver colpe, non uno che fosse parabile». I critici non sono stati dello stesso avviso: una sfilza di brutti voti: 4,4,5, 5, e l'irridente battuta: «Savorani è il citofono di Pescara, basta suonare e lui spalanca subito la porta». «Facile sparare addosso ad un portiere che becca, per giunta in casa, una cmquina. Non sono da gettare via: domenica scorsa, a Brescia, me la sono cavata bene, il gol della nostra sconfitta è arrivato su rigore, i voti sono stati buoni, tutti 6,5 o 7». Domani, contro il Torino ritroverà vecchi compagni di gavetta che hanno fatto una bella carriera: Enrico Armoni e Andrea Silenzi. «Con Silenzi giocavo nel Lodigiani. Lui andò a Reggio Emilia, divenne capocannoniere, approdò al Napoli. Aveva sfondato: io, intanto, continuavo a volare basso. Assieme ad Armoni ho vissuto due anni amari a Como: retrocedemmo in B e subito dopo dalla B alla C. Dove io rimasi: Enrico, invece, beato lui, fu chiamato dal Torino e iniziò la scalata verso il successo. In quel Como derelitto ero riserva di Paradisi, disputai in A solo 8 partite. Serie A per modo di dire, quando esordii eravamo già spacciati da mesi, nessuno s'accorse di me». Sono bastati 5 gol e lo «scherzo» di Galeone per conquistare la notorietà. «Sapesse quanto l'ho sognata. Veramente, speravo venisse in modo diverso». Claudio Giacchino Marco Savorani (foto), 27 anni, romano, sposato, un figlio, è giunto in A con il Pescara dopo una lunga gavetta in serie C e B con Lodigiani Carrarese, Barletta e Como

Luoghi citati: Barletta, Brescia, Campana, Como, Pescara, Reggio Emilia