Alla Pirelli è ritornato l'attivo

Alla Pirelli è ritornato l'attivo Nel primo semestre ammonta a 77 miliardi, mentre scende l'indebitamento Alla Pirelli è ritornato l'attivo Ma cavi e pneumatici avranno un fine '92 difficile MILANO. Torna l'utile alla Pirelli spa: il risultato netto consolidato a giugno '92 è positivo per 77 miliardi, contro una perdita di 105 miliardi nel primo semestre '91 e il «rosso» di 729 miliardi dell'intero anno scorso. Sul miglioramento del risultato netto complessivo del primo semestre - è scritto in una nota Pirelli - hanno influito i primi risultati del piano di ristrutturazione e «le sostanziali plusvalenze su cessioni». Le vendite sono state pari a 4252 miliardi, con un aumento del 2,9% sul corrispondente periodo in termini omogenei. L'incremento è stato superiore nei pneumatici e inferiore nei cavi. La gestione industriale ha chiuso sostanzialmente in equilibrio, nonostante una revisione della vita utile dei beni patrimoniali cha ha causato un aumento degli ammorta¬ menti di circa il 30%, da 205 a 267 miliardi. Il risultato lordo di gestione (a parità di area di consolidamento integrale) è di 179 miliardi (130 nel primo semestre '91). Quanto agli aspetti patrimoniali, il patrimonio netto consolidato è passato da 2314 a 2942 miliardi, grazie all'aumento di capitale concluso lo scorso marzo e all'utile del periodo. Il rapporto indebitamento-patrimonio netto è così sceso da 1,6 ad inizio d'anno a 1,07. Alla fine di agosto, con la cessione delle attività bedding, antivibranti e profilati «si sono conseguiti ricavi e si sono ceduti debiti per complessivi 325 miliardi», portando così il rapporto debiti-patrimonio a 0,96. Ridotti gli investimenti a 164 miliardi (254), il personale è passato dalle 67.069 unità del giugno '91 a 61.465, com¬ preso il settore prodotti diversificati e Fintrasporti. La riduzione è dell'8,4 per cento, ma ne sono previste altre in tutte le aree. Il secondo semestre sarà difficile, sia per i cavi sia per i pneumatici - spiega la nota Pirelli - e i benefici derivanti dalla riduzione del debito risulteranno erosi dal maggior costo del denaro, mentre non si prevede che il riallineamento dei cambi produca effetti sostanziali sui risultati dell'esercizio. Infine, mentre il piano di dismissioni proseguirà «come da programma», «i piani di ristrutturazione industriale stanno subendo ritardi importanti per cause esterne solo per quanto concerne la parte italiana». Tuttavia «proseguiranno con le modalità previste e, laddove necessario, verranno integrati per garantire la competitività del gruppo».

Luoghi citati: Milano