Con Badaloni non si sa Maya Rossella: via con le banalità di Alessandra Comazzi

Con Badaloni non si sa Maya Rossella: via con le banalità r TIVÙ'& TIVÙ' -1 Con Badaloni non si sa Maya Rossella: via con le banalità E, interessante «Amerindia», il programma di Piero Badaloni e Fabio Buttarelli in onda per 15 puntate alle 18,10 su Raiuno. Interessante, riposante e benissimo girato. Tema, le civiltà precolombiane. L'altro giorno e ieri si parlava dei Maya, di questa antica e misteriosa civiltà scomparsa centinaia di anni prima che arrivassero i «conquistadores» spagnoli. Si parlava di una città, Ciceniza, dove era diffusissimo il gioco della palla, si parlava dei riti che ancora si celebrano, di nascosto perché le autorità non permettono, e che risalgono a un migliaio di anni fa. La telecamera percorreva le pieghe di volti segnati dal sole, i lineamenti simili in modo impressionante a quelli delle vecchie statue. Una trasmissione divulgativa che Badaloni ha sviluppato nel modo migliore: parlando pochissimo per lasciar parlare le immagini. Quelle poche parole che ha detto le ha impiegate per introdurre brevemente e chiaramente i filmati belli, per ringraziare gli sponsor e per dire, per esempio, che il passaggio dalla religione maya alla cattolica è avvenuta senza traumi, a un Dio se ne è sostituito un altro come se niente fosse. Non bisogna essere grandi esperti di civiltà precolombiane per immaginare che non deve essere andata proprio così. E' inevitabile che nella divulgazione si perda la precisione, ma è me- glio non esagerare, no? Enrica Bonaccorti, capello liscio, denti smaglianti e vestito in stile, per una sera non ha ballato col suo principe (un autentico Borbone molto più giovane, con il quale le cronache rosa sostengono lei abbia una liaison neanche tanto dangereuse), ma è tornata su Canale 5 a presentare il «Gala per Rossella». Si doveva eleggere la candidata italiana al ruolo della mitica protagonista di «Via col vento», per il remake americano prossimo venturo. Dopo mesi di preselezioni, sono state scelte dieci candidate, più o meno probabili: accanto a ragazze belle e sconosciute, abbiamo ritrovato per esempio Eleonora Brigliadori e la perfida Leona di «Edera», cioè Maria Rosaria Omaggio. Ma non c'era un limite d'età per aspirare al ruolo di Rossella? Non doveva essere intorno ai 30 anni? Ora, con tutto il rispetto per l'età di una signora, che è sempre, per definizione, al di sotto dei trenta, la Omaggio esce da un ruolo di madre e di nonna, sia pure giovane, dove non stava troppo male. Come hanno potuto rmverdirsi così, le sue primavere? Sarà stato un debito che in qualche modo Canale 5 doveva pagare... Ognuna delle dieci aspiranti Rosselle si è esibita in una scena topica del film, aiutata da attori veri come Mariangela D'Abbraccio, e ha realizzato un provino in inglese (la pratica della lingua era una condizione indispensabile per aspirare al ruolo); la «Premiata ditta» forniva gli intermezzi comici e in sala prendeva appunti la giuria, formata da signori insospettabili come Gillo Pontecorvo, Alberto Lattuada, Giancarlo Giannini, Mariangela Melato in basco nero, tutti costretti a dire banalità. Alla fine la famosa palma della vittoria, non all'unanimità ma a maggioranza, è andata a Valentina Forte, che non voleva crederci. O forse fingeva. Voi sapete, il personaggio... Audience ottima, 5 milioni 800 mila, la più alta della serata. Alessandra Comazzi Piero Badaloni