Sdraio, colpo di spugna sulPomicidio all'Usl

Sdraio, colpo di spugna sulPomicidio all'UslCarnevale ha annullato la sentenza Sdraio, colpo di spugna sulPomicidio all'Usl Per l'agguato contro il presidente erano stati condannati 2 pregiudicati SALUZZO. Ieri la prima sezione penale della Cassazione presieduta da Corrado Carnevale ha annullato la sentenza con la quale la corte d'assise d'appello di Bologna aveva condannato, il 21 gennaio scorso, Alessandro Pinti e Marco Sartorelli a 23 anni di carcere. I due erano accusati di essere gli esecutori materiali dell'omicidio di Amedeo Damiano, 47 anni, presidente dell'Usi di Saluzzo, democristiano. L'esponente politico la sera del 24 marzo 1987, mentre tornava a casa, venne assalito da due killer nell'androne di corso Italia dove abitava e raggiunto alle gambe e alla schiena da sei colpi di pistola. Subito soccorso venne ricoverato all'ospedale di Saluzzo e successivamente a Torino. Bicoverato in una clinica di Imola per una terapia di riabilitazione motoria morì il 2 luglio per un embolo. Le indagini avviate dalla procura della Repubblica di Bologna, competente per territorio, con la collaborazione di carabinieri e questura di Saluzzo, Cuneo e Torino accertarono che il movente della mortale aggressione era sicuramente la vendetta. Per questo puntarono sugli ambienti frequentati per ragioni d'ufficio da Damiano per poi soffermarsi sull'ospedale civile saluzzese. Damiano, in ospedale, venne interrogato dai magistrati ma non fu in grado di indirizzare gli inquirenti verso i responsabili pur dichiarandosi convinto che l'agguato fosse collegato al suo attivo impegno di presidente dell'Usi di Saluzzo. I killer li aveva intravisti, ma non riconosciuti. Nel febbraio 1988 il sostituto procuratore della Repubblica di Bologna Alberto Candi emise una serie di comunicazioni giudiziarie a carico di un primario dell'ospedale, di un cugino e di alcuni malavitosi, tra cui Alessandro Pinti, 35 anni di Chieti e Marco Sartorelli, 36 anni, di Mantova. Nel frattempo la magistratura bolognese raccolse la confessione di un detenuto pentito, amico di Sartorelli e Pinti. Secondo il racconto del pentito Marco Sartorelli un giorno gli aveva raccontato di avere partecipato a Saluzzo a quella che doveva essere solo la gambizzazione di un esponente politico, ma che Alessandro Pinti aveva voluto strafare ferendolo gravemente. Le comunicazioni giudiziarie furono poi sostituite da ordini di cattura contro i presunti mandanti ed esecutori materiali ma le richieste del sostituto procuratore Alberto Candi il 5 luglio 1990 furono disattese dal giudice istruttore che prosciolse tutti, tranne Pinti e Sartorelli, con formula ampia. Per il magistrato i mandanti e i complici dell'agguato mortale erano rimasti sconosciuti, solo i due killer dovevano rispondere per l'uccisione del dottor Andrea Damiano. Il processo di primo grado davanti alla corte d'assise di Bologna si concluse, nel novembre del '90, con la condanna di Marco Sartorelli e Alessandro Pinti a 23 anni di reclusione. Il giudizio di appello si concluse il 20 gennaio 1992 con la conferma della sentenza. Gianni De Matteis