Kohl: il treno di Maastricht non si ferma di Emanuele Novazio

Kohl: il treno di Maastricht non si ferma Il Cancelliere smentisce un accordo segreto con la Francia per un'Europa a due velocità Kohl: il treno di Maastricht non si ferma Ma secondo il ministro tedesco delle Finanze Waigel soltanto 5 Paesi sono pronti per l'Unione monetaria BONN DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Il Cancelliere Kohl difende l'Europa di Maastricht, respinge qualsiasi rallentamento del processo di Unione e, d'accordo con l'opposizione socialdemocratica, invita tutti i Paesi della Cee ad «andare avanti con coraggio». In una dichiarazione di governo letta ieri mattina di fronte al «Bundestag», Kohl ha aggiunto che «aspettare sarebbe una cattiva risposta, perché l'immobilità equivarrebbe a un passo indietro». Com'è già avvenuto per l'unificazione tedesca, infatti, anche per l'Unione europea bisogna «cogliere l'opportunità storica che abbiamo di fronte». Dopo le ipotesi delle ultime ore - secondo le quali Germania e Francia starebbero pensando a una «piccola Europa» per i cinque Paesi economicamente e finaziariamente più saldi - il Cancelliere tenta di rassicurare i partner più deboli, dunque: ma se con la sua dichiarazione ha riconfermato la vocazione europea della Germania Federale, ha voluto anche chiarire definitivamente la volontà tedesca di non «tornare indietro» e di non «rallentare» la marcia verso l'Unione. Anche perché, ha sottolineato, le turbolenze in Europa non sono colpa della Germania. Davanti al «Bundestag», Kohl - che ha difeso il sistema mone- tario nonostante le tempeste di queste settimane, e ha escluso un riallineamento fra il marco e il franco francese - non ha fatto nessuna allusione a possibili iniziative che Bonn, da sola o insieme con Parigi, potrebbe prendere in occasione del Consiglio europeo straordinario del 16 ottobre in Inghilterra. E neppure ha accennato al progetto di «piccola Europa». Più tardi, intervenendo a una riunione di dirigenti democristiani a Bruxelles, il Cancelliere ha invece smentito l'esistenza di un «patto segreto» con il presidente francese Mitterrand per un'Europa a due velocità. «Mi domando da dove sia venuta fuori questa idea», ha detto. Gli ha implicitamente risposto il suo ministro delle Finanze Theo Waigel, secondo il quale sono soltanto cinque i Paesi pronti per l'Unione monetaria: la Germania, la Francia, il Belgio, l'Olanda e il Lussemburgo. Ma le speculazioni sulla «piccola Europa» sono state rafforzate anche dalla presa di posizione del presidente della Commissione europea, Delors, che non ha scartato l'idea di un'iniziativa ristretta ad alcuni Paesi. L'«idea» trova dunque illustri sostenitori, dentro e fuori la Germania. Ma in Parlamento, il Cancelliere ha difeso con forza il trattato di Maastricht: «E' nella continuità della costruzione eu¬ ropea, che fin dall'inizio aveva una dimensione politica chiara», ha detto. Kohl ha riconosciuto che l'Europa «attraversa una prova decisiva per il nostro avvenire comune». Ma proprio per questo «si tratta di ratificare il trattato come previsto entro la fine dell'anno, in modo che entri in vigore dal primo gennaio prossimo». Perché Maastricht, ha insistito, «è e rimane il fondamento appropriato dell'Unione europea». Il Cancelliere, che martedì aveva lanciato un attacco senza precedenti contro «la troppo potente burocrazia di Bruxelles», ha moderato ieri le sue critiche. Questa volta, Kohl ha rimprove¬ rato anche i singoli governi: certi regolamenti europei accolti male dall'opinione pubblica sono dovuti a delle «iniziative nazionali per proteggere interessi economici particolari». Per correggere l'eccessivo centralismo deve comunque essere messo in pratica rapidamente il «principio della sussidiarietà», secondo il quale le decisioni devono essere prese al più basso livello possibile. Maastricht ha creato le premesse per una tale correzione, ma «sarà un compito fondamentale» del vertice europeo di ottobre a mettere l'accento su questo problema. Emanuele Novazio Il cancelliere Helmut Kohl «La Cee dovrà avere coraggio» A destra, l'inglese Major

Persone citate: Delors, Helmut Kohl, Kohl, Mitterrand, Theo Waigel, Waigel