«Sì, voglio divorziare da mamma»

«Sì, voglio divorziare da mamma» Usa, il ragazzo implora il giudice: «Lasciatemi con i genitori adottivi, mia madre mi ha sempre trascurato» «Sì, voglio divorziare da mamma» Alprocesso Gregory racconta la sua odissea WASHINGTON DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Comunque finisca il processo, il «vaso di Pandora» è stato aperto: ogni bambino potrà scegliersi i propri genitori? L'unità della famiglia è minacciata? E' soprattutto per questo, per cercare di capire cosa potrà succedere in tantissime famiglie nei prossimi anni, che da ieri milioni di americani sono incollati alla televisione che trasmette in diretta il processo tra Gregory Kingsley, 12 anni, e sua madre Rachel. Gregory vuole «divorziare» da lei e vivere con quelli che ha cominciato a chiamare «mamma e papà» una settimana dopo averli conosciuti. E' proprio Gregory in persona, non i coniugi Ross che lo hanno in affidamento temporaneo, il titolare della causa 92839 «per cessazione di relazione figlio-genitore» in discussione presso il tribunale dell'Orange County, città di Orlando, Florida. E' lui che ha personalmente contattato e assunto Jerri Blair come avvocato. Ed è infine per questo che la storia, per altri versi terribilmente «normale», dei maltrattamenti subiti da Gregory ha già titillato Hollywood, che è pronta a pagare ai protagonisti i diritti per un film. Molti sembrano dimenticare che, dietro tutto questo, c'è un bambino che ha passato gli ultimi anni sballottato per orfanotrofi, che, in 8 anni, due terzi della sua vita, ha visto sua madre per sette mesi in tutto e che rivendica lucidamente il diritto di essere «felice» e di trovare «un posto dove stare». Se la mente di Gregory fosse un album fotografico, mostrerebbe immagini di un padre alcolizzato che picchia la madre e poi la lascia, incinta del terzo figlio; di sceriffi con mandati di comparizione alla porta di casa; di baracche sporche; di promesse ripetute e mai mantenute tra l'invio a un orfanotrofio e un altro; di interminabili silenzi di telefoni osservati con ansia dal fondo di cameroni. Ieri una cameriera che ha lavorato con la madre in un locale ha testimoniato che anche Rachel ha una certa inclinazione per la tequila. Ma il problema principale della madre di Gregory è quello di essere una povera donna di 30 anni, sposatasi a 17 e lasciata a 21 con 3 figli a carico senza un lavoro. Dopo pochi mesi Ralph, il marito, che da St. Louis, dove i due vivevano insieme, si era trasferito a Denver, chiese di avere per un mese i due figli più grandi, Gregory, 4 anni, e Jeremiah, 3 anni. Zachariah, appena nato, rimase con Rachel, che per tre mesi aspettò senza avere notizie. Infine affrontò il viaggio a Denver e riuscì ad avere indietro solo Jeremiah. Gregory iniziò con il padre alcolizzato una triste peregrinazione per bassifondi e bidonville, durata 5 anni. Finì quando Gregory denunciò il padre per maltrattamenti e Rachel lo riebbe, come riuscì a riavere gli altri due, spediti nel frattempo in orfanotrofio a sua insaputa dalla sorella di lei, alla quale li aveva affidati. Rachel, però, non poteva mantenerli con i 2 dollari e 15 cents che guadagnava all'ora. Così, questa volta, fu lei spontaneamente a consegnarli nelle mani dello Stato della Florida. Finalmente trovò un altro fidanzato e si disse pronta a prendersi cura dei bambini. Ma la storia dopo due mesi finì. Gregory e Jeremiah ripresero la strada dell'orfanotrofio. Gregory ci rimase più a lungo. Un giorno dell'estate scorsa George Russ, un avvocato incaricato di studiare le condizioni dei bambini negli orfanotrofi, incontrò gli occhi di Gregory, che, seduto su un letto, stava leggendo un libro di avventure. Figlio a sua volta di un alcolizzato, George non riuscì a dimenticare quello sguardo e ne parlò con la moglie, Lizabeth. «Io ho otto figli - ha poi raccontato George, che è mormone -. Non stavo certo cercando un altro figlio. Non sono un impulsivo. Ma non riuscivo a dimenticare quello sguardo». I Russ cominciarono a vedere Gregory nei fine settimana e, nell'ottobre del '91, lo ebbero in affidamento. Gregory continuava a chiedere: «Perché non mi adottate?». George sapeva che Rachel, unitasi nel frattempo a un nuovo compagno, Steven Hack, lo rivoleva indietro. «Mai», rispose Gregory. «Allora avrai bisogno di un avvocato», disse George. «Perché non fai tu il mio avvocato?». «Perché non posso». «Puoi trovarmene uno?». «Sì, ma devi telefonargli tu». Così Gregory telefonò a Jerri Blair, una donna combattiva, che amò subito il ragazzo «perché è uno che contrattacca». In luglio, il giudice Thomas Kirk, sulla base della Costituzione della Florida, ha considerato Gregory «una persona con il diritto di tutelare i propri interes- si». «Io lo so che la gente pensa che io lo faccia perché mia madre non mi regalava il Nintendo», ha detto Gregory intervistato alla tv da Barbara Walters. Infatti, Jane Carey, avvocato di Rachel, ha sostenuto che Gregory preferisce i Russ solo perché sono benestanti e «possono regalargli le scarpe Air Jordan». Allora perché lo fai? «Io voglio solo un posto dove sentirmi sicuro e essere felice e questo dove sto adesso è quel posto». Perché hai accettato di comparire in pubblico? «Perché voglio che la gente sappia che sto facendo la cosa giusta e che nessuno mi sta dicendo cosa fare». Cosa rimproveri a tue madre? «Mi ha lasciato in un orfanotrofio per un anno senza mai chiamarmi. E adesso che ha scoperto che sono felice e voglio stare qui, ha deciso: "Oh no, io non voglio che tu sia adottato e non lo permetterò. Cercherò di riaverti indietro"». E poi? «Andava fuori alle feste, e mi lasciava a casa. Lei dice che non è vero, ma è vero». Forse qualcuno ti ha detto che lei non ti ama? «No, nessuno mi ha detto che non mi ama. Tutti mi hanno detto che mi ama. Ma lei non me l'ha mai detto. L'hanno detto altri». Conosci bene tua madre? «No, non potrei. Prima di andarla a trovare la prima volta non sapevo neppure come fosse». Quanti anni avevi? «E' stato due mesi fa». Come avevi fatto a dimenticarti? Era passato tanto tempo? «Due anni che non la vedevo». Ma, se non tornerai da lei, non pensi che ti pentirai? «No, sarà lei a pentirsi». Accetteresti poi di rivederla? «Non so adesso. Bisognerà aspettare che venga quell'occasione». Non credi che dovresti perdonarla? «L'ho già perdonata. Lei dice che sono confuso. Non sono confuso. So quello che faccio. Non la odio. Non è per quello che non voglio tornare da lei». Si dice che in questa storia ci sia anche della politica, dal momento che i repubblicani hanno attaccato Hillary Clinton, moglie del candidato democratico Bill, accusandola di sostenere, come avvocato, il diritto dei bambini di citare in tribunale i propri genitori. Per questo se ne parlerebbe tanto. Ma c'è anche dell'altro. La scorsa settimana, per esempio, la polizia ha ricevuto questa telefonata da Zachariah, 8 anni: «Venite, il mio patrigno ha spinto la mamma giù dalle scale e lei sanguina tutta». Ci vuole un'ambulanza? «La picchia forte e sta venendo qui e io devo squagliarmela». Rachel, con un braccio ingessato, ha poi negato. Ma il suo nuovo compagno, Steve, quello che potrebbe diventare il nuovo padre di Gregory, ha precedenti per rapina e traffico dì droga. Gregory si batte anche per i suoi fratelli. Paolo Passarmi Per anni ha vissuto tra bidonville e orfanotrofi «Ora ho trovato una vera famiglia» Il piccolo Gregory Kingsley, 12 anni. Dopo una vita infelice rivendica davanti al giudice il diritto di scegliersi la famiglia Rachel Kingsley, la madre del ragazzo di dodici anni. Fino a poco tempo fa non si era preoccupata del figlio. Ma ora che sta per essere adottato ha deciso di farlo ritornare a casa

Luoghi citati: Denver, Florida, Hollywood, Jerri Blair, Washington