S. Domingo si ribella a Colombo

S. Domingo si ribella a Colombo Due uccisi nell'isola dove sbarcò il navigatore. Timori per la visita del Papa S. Domingo si ribella a Colombo Cortei anti-celebrazioni, la polizia spara SAN PAOLO NOSTRO SERVIZIO «Colombo, per te non c'è più posto». Lo slogan echeggia per le strade di Santo Domingo, si ripete sui muri, sui giornali, sugli striscioni degli studenti. Il prossimo 12 ottobre dovrebbero svolgersi, alla presenza del Papa, le fastose celebrazioni ufficiali per i cinquecento anni dall'arrivo sull'isola del navigatore genovese, e la Repubblica Dominicana è in fermento. Le manifestazioni di protesta si sono moltiplicate negli ultimi giorni in tutto il Paese, ed il governo ha reagito con le armi. Nella città di Santiago lunedì sera la folla ha incendiato una statua di Colombo, e poche ore dopo, nella capitale, la polizia ha ucciso un giovane avvocato di una organizzazione di difesa dei diritti umani e ferito due sindacalisti che partecipavano ad un sit-in. Gli agenti hanno aperto di nuovo il fuoco contro un corteo mercoledì mattina, nella città di Azua, a 100 chilometri da Santo Domingo, ammazzando uno studente di 17 anni. I manifestanti hanno reagito a colpi di pietre e bottiglie molotov, bloccando le strade del centro e tentando di dare l'assalto ad un ufficio pubblico. Almeno 100 persone sono state arrestate durante gli scontri. Ieri non sono stati registrati incidenti di rilievo, ma la tensio- ne era alta in tutto il Paese. In diverse città sono state fatte esplodere piccole bombe artigianali, ed il ministro delle Forze armate, generale Hector Garcia Tejada, ha minacciato di continuare ad usare le maniere forti: «Quelli che si azzarderanno ad attentare contro la pace pubblica la pagheranno cara, anche con la vita - ha detto ai giornalisti -: la situazione è sotto controllo. I terroristi stiano attenti». Ma più che Colombo e la retorica sulla conquista delle Americhe, il bersaglio delle proteste è, in realtà, il governo del presidente Joaquin Belaguer, un vecchio patriarca di 86 anni che da decenni domina l'isola col pugno di ferro, con l'aiuto delle forze armate e di Washington. Se per i turisti che si intruppano nei villaggi-vacanze protetti dai vigilantes armati la Repubblica Dominicana non appare altro che un paradiso tropicale a buon mercato, per i suoi sette milioni di abitanti è un inferno dal quale provare a fuggire a qualsiasi costo (e a migliaia ci lasciano ogni anno la pelle sulle zattere con cui cercano di raggiungere Porto Rico e, da lì, gli Stati Uniti). E' un Paese miserabile, con livelli record di analfabetismo, disoccupazione e mortalità infantile, ulteriormente strangolato, negli ultimi anni, dalle brutali ricette di «risanamento» economico imposte dal Fondo monetario internazionale in cambio di nuovi prestiti. Ma, in vista delle celebrazioni per il quinto centenario, a partire dal 1988, il presidente Belaguer ha dato vita ad un faraonico piano di opere pubbliche che hanno ingoiato oltre 2500 miliardi di lire, metà del debito estero del Paese. La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata la costruzione del Memoriale di Colombo, un enorme faro a forma di croce (destinato ad accogliere i resti del navigatore genovese) lungo mezzo chilometro ed alto più di cinquanta metri, e la cui luce laser sarà visibile ad oltre 240 chilometri di distanza. Ufficialmente il faro è costato 16 miliardi, e c'è chi giura che la cifra reale sia sette volte superiore. «Sarà il simbolo della Repubblica Dominicana, come la Torre Eiffel 10 è per la Francia», ha dichiarato tempo addietro il Presidente, ma sono in molti a credere che il vecchio Belaguer abbia voluto costruire soprattutto un grandioso monumento a se stesso. In ogni caso, dopo l'ondata di proteste degli ultimi giorni il governo ha annunciato che abbasserà 11 tono delle celebrazioni del 12 ottobre. E il Papa, che in quei giorni sarà a Santo Domingo per la quarta conferenza dei vescovi latino-americani, ha già fatto sapere che non inaugurerà il faro, ma che celebrerà una grande messa alla periferia della città. Ma per Papa Wojtyla la visita a Santo Domingo si annuncia in ogni caso difficile: le numerosissime sette protestanti dell'isola hanno da tempo iniziato una campagna contro il suo arrivo. Gianluca Bevilacqua

Persone citate: Azua, Colombo Cortei, Gianluca Bevilacqua, Hector Garcia Tejada, Joaquin Belaguer, Papa Wojtyla

Luoghi citati: Francia, Porto Rico, San Paolo, Santiago, Santo Domingo, Stati Uniti, Washington