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Nuovo Catasto, un arresto Nuovo Catasto, un arresto E' reticente Vintermediario del marchese Gerini a Roma ROMA. Vincenzo Maresca, intermediario nell'«affare Gerini», è stato arrestato per reticenza. Era stato convocato a Palazzo di Giustizia dal sostituto procuratore della Repubblica Antonino Vinci per essere sentito come testimone, nell'ambito dell'inchiesta sulla presunta tangente che sarebbe stata pagata nel 1989 dal marchese Alessandro Gerini (deceduto nel 1990) per indurre il ministero delle Finanze ad acquistare un immobile di sua proprietà, situato in viale Ciamarra, da destinare a sede del Catasto. E nell'ufficio del magistrato è scattato l'arresto. L'accusa: reticenza. Maresca sarebbe stato il tramite tra il marchese Gerini (soprannominato «il costruttore di Dio») ed il ministero. Alla sua individuazione gli inquirenti sono arrivati esaminando i diari del marchese. In particolare, in uno di questi si parlerebbe di un importo pari al 9,5 per cento sulla somma totale dell'affare che l'intermediario avrebbe richiesto al marchese Gerini per la conclusione della trattativa con il ministero. Secondo indiscrezioni, sarebbe imminente l'invio al Parlamento della richiesta di autorizzazione a procedere (per le ipotesi di corruzione ed abuso d'ufficio) nei confronti del senatore democristiano Carlo Merolli, sottosegretario alle Finanze nel periodo in cui sarebbe avvenuta la trattativa, indicato come il destinatario di due miliardi di lire per il suo interessamento alla vendita dell'immobile. Il parlamentare ha sempre respinto l'ipotesi di reato sostenendo che quei soldi erano frutto di una donazione. Accanto alle cronache giudiziarie, del «caso Gerini» si era parlato quest'estate come ironico simbolo di irrazionalità burocratica: i cittadini in lunghe e dispersive code nei vecchi uffici per gli estimi castatali e la «nuova sede» lì, vuota, a far da monumento. [i. r.]