Assistenza distrutta

Assistenza distrutta Assistenza distrutta ROMA. Le misure varate dal governo sulla sanità sono state al centro di una riunione della de alla Camera, alla quale hanno preso parte il capogruppo Gerardo Bianco, il vicesegretario Sergio Mattarella, il sottosegretario alla Sanità, Luciano Azzolini e i membri del partito in commissione Affari Sociali (presso la quale sono in discussione, in sede consultiva e per la parte relativa alla sanità, sia il decreto da 93 mila miliardi, sia la legge delega). Durante l'incontro - ha dichiarato Azzolini «è emersa l'esigenza di mantenere l'unitarietà del servizio sanitario nazionale, evitando l'uscita da esso di larghe fasce di cittadini, pur nella necessità di mantenere ferma l'entità economica della manovra di settore». In altre parole - come ha successivamente affermato Giuseppe Saretta, capogruppo de in commissione, «esistono forti riserve, non solo nella de ma quasi in tutti i gruppi in commissione, sull'esclusione dall'assistenza di circa 22 milioni di cittadini», e dunque sul tetto di 40 milioni di reddito oltre il quale saranno negate, in base al decreto, tutte le prestazioni tranne quella ospedaliera. Per modificare questo prowedimento si sta tentando di formulare una proposta di parere comune a maggioranza e opposizioni, che - secondo Saretta - potrebbe prevedere anche una redistribuzione dei contributi sanitari, il ticket sul pronto soccorso e lo sfoltimento del prontuario farmaceutico. Anche Luciano Faraguti, della direzione nazionale della de, ha confermato il dissenso rispetto alle misure governative. «Il ministro della Sanità - ha dichiarato- farebbe bene a non lanciare ultimatum. La de non può far passare sotto la voce razionalizzazione della spesa la distruzione dello stato sociale nella sanità. De Lorenzo si prepari a risposte responsabili per proposte che saranno incisive, innovative e responsabili». In serata, quasi a minimizzare le posizioni della de, è intervenuto il ministro del Bilancio, Franco Reviglio, il quale sembra orientato a non modificare il tetto oltre il quale non viene più garantita l'assistenza sanitaria. In una nota diffusa dal ministero, infatti, si fa presente che per circa tre famiglie su quattro non ci sarà nessuna limitazione. Secondo il bilancio, su un totale di 20,5 milioni di famiglie italiane quelle che vantano, sulla base delle rilevazioni del fisco, un reddito superiore ai 40 milioni di lue sono circa 5 milioni. Una su quattro, anche se il redditometro potrebbe portarne alla luce parecchie di più. Lo stesso principio - sostiene il Bilancio - è alla base della revisione della curva delle aliquote Irpef e della trasformazione degli oneri deducibili in detrazione di imposta per i redditi sopra i 30 milioni di lire. I contribuenti che superano questa soglia sono, secondo i dati dell'anagrafe tributaria, 8,2 milioni su un totale di 27,8 milioni, vale a dire meno di uno su tre. Secondo Reviglio, dunque, anche l'i nasprimento dell'Irpef non toc ca la maggior parte dei lavorato ri dipendenti.

Persone citate: Azzolini, De Lorenzo, Franco Reviglio, Gerardo Bianco, Giuseppe Saretta, Luciano Azzolini, Luciano Faraguti, Reviglio, Saretta, Sergio Mattarella

Luoghi citati: Roma