Un vecchio amore incompreso

Un vecchio amore incompreso Un vecchio amore incompreso La «comunale» cadde due volte Anche Amato tentò di salvarla I vecchi amori, ogni tanto, ritornano e la Tasco, questa tassa sui servizi comunali, è un vecchio amore di Goria, che la propose nel 1985, e di Amato, che, tentando di riproporla un anno dopo, ricevette un coro di «no» e fu accusato di «scarsa fantasia». • COME' NATA. Avrebbe dovuto essere pagata, per la prima volta nel 1986 e sarebbe servita a sostituire altre imposte comunali, come quelle sulla raccolta rifiuti e sui cani. Il versamento doveva avvenire, usando il sistema dell'autotassazione, con un acconto ad ottobre e il saldo nel marzo successivo. A pagarla avrebbero dovuto essere tutti coloro che possedevano o occupavano, indipendentemente dall'uso a cui fossero destinati, immobili nel territorio comunale. La base di calcolo dell'imposta dipendeva da due parametri: la superficie e la destinazione dei locali. Ma il meccanismo messo a punto dai tecnici dei ministeri di Tesoro e Interni fu bloccato e decadde per decorrenza dei termini di conversione in legge. • SECONDO ATTO. Il 13 febbraio dell* 86 la Tasco fu ripresentata in commissione in nuova versione. Abbondantemente emendata rispetto al progetto originale la tassa sui servizi comunali appariva ora più equilibrata. Gli oneri per le abitazioni diminuivano e aumentavano quelli di altre categorie che, si era scoperto, stando alla prima versione avrebbero pagato complessivamente una cifra inferiore a quella che pagavano prima solo per la raccolta rifiuti. Inoltre i Comuni erano suddivisi in tre fasce (e relative aliquote) a seconda del numero di abitanti. • LA CADUTA. Il 7 maggio la «nuova» Tasco veniva definitivamente impallinata in Parlamento da un nutrito plotone di franchi tiratori. Il provvedimento non era riconosciuto degno dei requisiti di «necessità e urgenza» che la Costituzione impone per i decreti legge. Le esortazioni di Goria a dar prova di responsabilità erano cadute nel vuoto e nella finanza pubblica si apriva un altro «buco» da 1000 miliardi.

Persone citate: Goria, Tasco