Di venerdì vince Clinton di Gaetano Scardocchia

Di venerdì vince Clinton LA STORIA Di venerdì vince Clinton FNEW YORK RED Davies, zelante reporter politico di un quotidiano di New York, non credeva ai suoi occhi mentre leggeva il dispaccio d'agenzia: un sondaggio effettuato di venerdì dava a Clinton un vantaggio superiore di sette punti rispetto ad un sondaggio che risaliva al giorno precedente, cioè a giovedì. Come si spiegava un divario così improvviso? Erano dati compatibili con il cosiddetto margine di errore di tutti i sondaggi (il 3-4 per cento in più o in meno) o segnalava un misterioso quanto improbabile crollo di George Bush nel giro di ventiquattro ore? Fred mise in pagina la notizia, ma, prima di tornare a casa, chiese lumi ad un buon amico di Washington, bene ammanicato con l'amministrazione repubblicana. L'amico gli telefonò il mattino seguente e gli comunicò senza ombra di dubbi che l'ultimo sondaggio era sbagliato. «Sbagliato? In che senso?», domandò Fred. L'amico proruppe impaziente: «Devi sapere, caro mio, che i sondaggi elettorali non dovrebbero mai essere fatti di venerdì. Sta a sentire. Era già accaduto nel 1984. Ronald Reagan era in vantaggio il giovedì mentre arretrava paurosamente il venerdì. Perché? La spiegazione fu trovata, ma qualcuno oggi finge di non ricordarla». «E qual è la spiegazione?», incalzò Fred. «E' molto semplice rispose con calma l'amico -. E' un fatto che gli elettori repubblicani sono di solito più ricchi e fanno una vita sociale più intensa degli elettori democratici. Il venerdì, a fine lavoro, escono a cena, vanno a teatro, al club, insomma sono meno facilmente reperibili degli elettori democratici, che restano a casa davanti alla tv. Il risultato è che i "sondatori", con le loro telefonate a casaccio, hanno assai maggiori probabilità di imbattersi in elettori democratici che non in elettori repubblicani. Tutto qui. E ricordati: i sondaggi, anche durante il resto della settimana, non sono una scienza esatta». Cresciuto, come tutti gli americani, nella certezza che i sondaggi scrutano con inesorabile precisione ogni più riposto angolo dell'animo umano, Fred era giunto a pensare che le elezioni vere e proprie sono inutili, visto che i risultati possono essere anticipati dai sondaggi, e che la sola ragione per mandare gli americani alle urne è il rispetto che si deve alla Costituzione. Ora questa sicurezza cominciava a vacillare. Fred decise di saperne di più e si fece spiegare, da un addetto ai lavori, come vengono effettuati i sondaggi elettorali. L'addetto ai lavori, a condizione di restare anonimo, gli raccontò come vanno le cose. Dunque, gli istituti demoscopici cercano per telefono - a caso, con un programma affidato di solito ad un computer - poco più di mille persone, assortite in modo tale da rispettare la complessità sociale, demografica e geografica degli elettori americani. Sulla carta sembra facile. Nella realtà è difficilissimo. Molti telefoni squillano invano, chi risponde spesso riattacca subito e talvolta non senza aver prima sibilato un insulto, e chi accetta il dialogo quasi Gaetano Scardocchia CONTINUA A PAGINA 2 PRIMA COLONNA

Persone citate: Clinton, George Bush, Red Davies, Ronald Reagan

Luoghi citati: New York, Washington