I nostri studenti primi in Europa di Enrico Benedetto

I nostri studenti primi in Europa Inchiesta mondiale rivela una leadership almeno sui banchi di scuola I nostri studenti primi in Europa Leggono e capiscono i testi più dei loro compagni PARIGI I rPARIGI DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Si rassicuri, il maestro D'Orta. Se non i suoi allievi, almeno gli scolari italiani in generale peccano di falsa modestia. L'«Io speriamo che me la cavo» varrà magari per la sopravvivenza, il futuro, i pericoli quotidiani: ma nella lettura (o meglio la comprensione del testo) i nostri ragazzini se la caverebbero benissimo - scrive «Le Monde» - al punto da umiliare quasi tutti i loro coetanei europei, asiatici, americani. Inclusi i francesi, che patiranno senz'altro la virtuosa cuginanza transalpina. E' un'inchiesta seria, triennale, opera dell'International association for evaluation of educational achievements. Finora, in attesa che sia reso pubblico l'intero dossier, ne trapela appena qualche scampolo. Ma gli esempi disponibili dipingono l'Italia come un paradiso scolastico. Nel cn rnmnrpnriere 3 testi standard comprendere 3 testi standard (documento, tema, narrazione) i nostri ragazzini sbaragliano ben 23 nazionalità top su 27 in esame. Solo Finlandia, Svezia, Usa e Nuova Zelanda parrebbero batterci. Un'impresa da outsider, che piazza le scolaresche della Penisola nel Gotha. Ma c'è altro. Il test «documento» zavorra il punteggio. Nelle 2 sezioni residue abbiamo la leadership europea. Anche Helsinki, ove l'inverno è doping per la lettura, nulla può contro la mente sveglia dei piccoli italiani. Già immaginiamo maestri e professori increduli: «Mostrateceli un po' questi geni in erba. A noi che li vediamo tutti i giorni sembrano, casomai, somari». Nondimeno l'indagine ha molti atout per essere attendibile. I numeri, anzitutto. La campionatura francese proviene da ben 1877 allievi (143 scuole) di IV elementare, cui aggiungerne altri 2618 cruattordicenni per mi secondo scremine. Le cifre ita- secondo screening. Le cifre ita liane non s'annunciano inferio ri. L'ampia scala postula riscon tri veritieri. Inoltre, con 3 test diversi ma comparabili su base d'equivalenza per ogni lingua, l'organizzazione ritiene che nessuna variabile empirica (storia, contesto geo-politico) modifichi il giudizio. Insomma, lo si proclami senza pudori e ipocrisie: che bravi i nostri figli! Ma prima, due avvertenze. Gran Bretagna e Lussemburgo non erano compresi nel sondaggio. I loro scolaretti ci retrocederanno in classifica, fuori dalla zona Uefa? Mah. E poi, sopra tutto, il capire una lettura non vuole ancor dire amare i libri. Tra potenza e atto, filosofia insegna, corre l'oceano. I bimbi islandesi ne leggono in media 9 l'anno. Gli italiani? E' lecito dubitarne. Bisognerà attendere la prossima glaciazione. Enrico Benedetto

Persone citate: D'orta

Luoghi citati: Europa, Finlandia, Gran Bretagna, Helsinki, Italia, Lussemburgo, Nuova Zelanda, Parigi, Svezia, Usa