La mosso più furba? Allacciare le cinture di Eugenio Ferraris

La mosso più furba? Allacciare le cinture SICUREZZA Incidenti e traffico: ecco l'invito di Seiffert, responsabile della ricerca e sviluppo Volkswagen La mosso più furba? Allacciare le cinture «Il vero punto debole dell'automobile resta sempre l'uomo» VERONA. «La sicurezza degli automezzi è un tema complesso, che impegna da decenni i progettisti poiché, ovviamente, il loro obiettivo è sempre stato quello di costruire veicoli sicuri». Oggi, questo concito appare meno difficile perché «con il progresso tecnico sono aumentate le possibilità di progettare vetture sicure sin dall'inizio e di realizzarle impeccabilmente sviluppando adeguati procedimenti di controllo». Il professor Ulrich Seiffert, membro del consiglio di amministrazione della Volkswagen e responsabile della ricerca e dello sviluppo, è l'ambasciatore (ancorché esserne l'uomo più qualificato a parlarne) di quanto la Casa di Wolfsburg realizza in materia di sicurezza. La settimana scorsa era a Verona, dove ha sede l'importatore italiano della marca tedesca; nei prossi¬ mi giorni spiegherà le strategie della Volkswagen in altri Paesi europei, altrettanto interessati a un tema che, purtroppo, appare di scottante attualità. Come lo è quello della congiuntura economica sfavorevole. Professor Seiffert, che cosa ne pensa? «La tempesta monetaria che si è abbattuta sull'Europa ha creato una serie di problemi diversi per ciascun Paese della Comunità. Non vedo tuttavia come possa rallentarsi lo sviluppo tecnologico legato al tema della sicurezza in automobile. Anzi, direi che il fatto di vivere una realtà che vedrà inevitabilmente cittadini più ricchi e cittadini più poveri di quanto siano ora porrà delle scelte. Mi spiego: il cliente si porrà problemi tipo "se devo comprare un'automobile, voglio il meglio che posso avere con il mio denaro". Ecco perché, alla luce di queste prospettive, crescerà l'esigenza di una sfida tecnologica anche in questo campo». Professore, come vede il 1993? «Malgrado tutto, con ottimismo. Da parte di noi costruttori, senza alcuna distinzione, la situazione richiederà più creatività e una maggiore localizzazione dei problemi ancora da risolvere: riduzione dei costi, più contatti con il cliente, una più precisa normativa europea in fatto di sicurezza. Ma non scopro certo l'acqua calda dicendo queste cose: lo sappiamo noi della Volkswagen, lo sanno tutti i produttori di automobili che operano a livello continentale». Non si può certo dire che la auto europee non siano sicure. Ma il numero delle vittime non accenna a diminuire in modo sensibile... «Come nella maggior parte dei sistemi uomo-macchina, anche nell'automobile il vero punto debole è l'uomo. Il traffico, oggi sempre più intenso, richiede molto dal guidatore. L'impostazione costruttiva dell'auto deve contribuire a facilitargli il compito, con una eccellente ergonomia che favorisca una guida riposante, premesse per la percezione della realtà del traffico e per il controllo del veicolo. Ma se anche le caratteristiche della vettura sono ottimali, non è tuttavia possibile escludere errori di manovra che spesso sono all'origine di incidenti». E allora? «Allora dobbiamo convincere i giovani a usare sempre le cinture di sicurezza. Oggi, da sole o in combinazione con altri sistemi, tipo l'airbag, costituiscono l'aiuto più valido in caso di incidenti». Ma in Italia lo sappiamo? Eugenio Ferraris La mosso più furba? Allacciare le cinture SICUREZZA Incidenti e traffico: ecco l'invito di Seiffert, responsabile della ricerca e sviluppo Volkswagen La mosso più furba? Allacciare le cinture «Il vero punto debole dell'automobile resta sempre l'uomo» VERONA. «La sicurezza degli automezzi è un tema complesso, che impegna da decenni i progettisti poiché, ovviamente, il loro obiettivo è sempre stato quello di costruire veicoli sicuri». Oggi, questo concito appare meno difficile perché «con il progresso tecnico sono aumentate le possibilità di progettare vetture sicure sin dall'inizio e di realizzarle impeccabilmente sviluppando adeguati procedimenti di controllo». Il professor Ulrich Seiffert, membro del consiglio di amministrazione della Volkswagen e responsabile della ricerca e dello sviluppo, è l'ambasciatore (ancorché esserne l'uomo più qualificato a parlarne) di quanto la Casa di Wolfsburg realizza in materia di sicurezza. La settimana scorsa era a Verona, dove ha sede l'importatore italiano della marca tedesca; nei prossi¬ mi giorni spiegherà le strategie della Volkswagen in altri Paesi europei, altrettanto interessati a un tema che, purtroppo, appare di scottante attualità. Come lo è quello della congiuntura economica sfavorevole. Professor Seiffert, che cosa ne pensa? «La tempesta monetaria che si è abbattuta sull'Europa ha creato una serie di problemi diversi per ciascun Paese della Comunità. Non vedo tuttavia come possa rallentarsi lo sviluppo tecnologico legato al tema della sicurezza in automobile. Anzi, direi che il fatto di vivere una realtà che vedrà inevitabilmente cittadini più ricchi e cittadini più poveri di quanto siano ora porrà delle scelte. Mi spiego: il cliente si porrà problemi tipo "se devo comprare un'automobile, voglio il meglio che posso avere con il mio denaro". Ecco perché, alla luce di queste prospettive, crescerà l'esigenza di una sfida tecnologica anche in questo campo». Professore, come vede il 1993? «Malgrado tutto, con ottimismo. Da parte di noi costruttori, senza alcuna distinzione, la situazione richiederà più creatività e una maggiore localizzazione dei problemi ancora da risolvere: riduzione dei costi, più contatti con il cliente, una più precisa normativa europea in fatto di sicurezza. Ma non scopro certo l'acqua calda dicendo queste cose: lo sappiamo noi della Volkswagen, lo sanno tutti i produttori di automobili che operano a livello continentale». Non si può certo dire che la auto europee non siano sicure. Ma il numero delle vittime non accenna a diminuire in modo sensibile... «Come nella maggior parte dei sistemi uomo-macchina, anche nell'automobile il vero punto debole è l'uomo. Il traffico, oggi sempre più intenso, richiede molto dal guidatore. L'impostazione costruttiva dell'auto deve contribuire a facilitargli il compito, con una eccellente ergonomia che favorisca una guida riposante, premesse per la percezione della realtà del traffico e per il controllo del veicolo. Ma se anche le caratteristiche della vettura sono ottimali, non è tuttavia possibile escludere errori di manovra che spesso sono all'origine di incidenti». E allora? «Allora dobbiamo convincere i giovani a usare sempre le cinture di sicurezza. Oggi, da sole o in combinazione con altri sistemi, tipo l'airbag, costituiscono l'aiuto più valido in caso di incidenti». Ma in Italia lo sappiamo? Eugenio Ferraris

Persone citate: Professor Seiffert, Seiffert, Ulrich Seiffert

Luoghi citati: Europa, Italia, Verona