Via-vai azzurro al Grand Hotel Zurigo

Via-vai azzurro al Grand Hotel Zurigo Nazionale in Svizzera: troppi cambi per offrire gioco e serie indicazioni ai citi Sacchi Via-vai azzurro al Grand Hotel Zurigo Solo 2 gol, Bianchi e Vialli ZURIGO DAL NOSTRO INVIATO Come era nell'aria, l'allenamento pubblico della Nazionale italiana in terra elvetica si risolve in un frullato di modesta fragranza. Due gol all'attivo e la bellezza di diciannove giocatori schierati (più due ripescati): senza offesa, dovrebbe esserci un limite a tutto, anche al turn over. Ignoriamo quali indicazioni possa trarre Arrigo Sacchi, ammesso che sia riuscito a orientarsi in un via-vai del genere, più consono a un grand hotel che non a una partita di calcio, per quanto amichevole. Apprezzata la duttilità di Lanna, applaudito Bianchi per la rete rompi-ghiaccio e il fervore operativo, non ci resta che prendere le distanze dai cronici alti e bassi di Mancini. Da rivedere, Minotti e Apolloni: troppo surreale il contesto nel quale si sono mossi, loro malgrado. Lo stesso dicasi di Casiraghi, Signori, Zola, traditi da un impaccio frutto, in larga misura, del «taglio» irripetibile dato alla formazione del secondo tempo. In Olanda fu una cosa seria, al Letzigrund no, è stata una comparsala sciogligambe: dignitosa a tratti, divertente mai. Gli svizzerotti, tanto per cominciare, ci danno dentro che è un piacere. Non lasciano varchi, né si prendono licenze. Milton è il faro, Skoro e Baljic i lunatici corsari. La nazionale di scorta, sorretta - come sempre capita da queste parti - da un tifo sanguigno e pittoresco, «sfoglia» il 4-33 di Eindhoven. Il decollo è reso laborioso da un'intesa tutta da cementare, visto che gli elementi nuovi - all'inizio - sono ben cinque: Dino Baggio, a destra, laddove c'era Mannini; Lanna rileva Maldini quale partner di Costacurta nel cuore della zona difensiva e compie il dover suo con lusinghiero zelo. Poi ecco Bianchi a destra e Donadoni al centro, nel ruolo, cruciale, di distributore: rimpiazzano Eranio e Albertini. Mancini, lui si cala nei panni dell'altro Baggio (Roberto), con risultati intermittenti: pungolato, ai lati, da Lentini e Vialli. Fra i pah, Marchegiani corre qualche rischio soltanto nelle battute introduttive: traversa di Skoro direttamente su calcio d'angolo (!') e sciabolata a fil di palo di Heydecker (9') sugli sviluppi di un'azione Skoro-Baljic e un'amnesia di D. Baggio. A sinistra, come sempre, lavorano in coppia Di Chiara ed Evani. Trappola implacabile, il fuorigioco rosola a fuoco lento la scoppiettante intraprendenza dello Zurigo. Piano piano, gli italiani prendono in pugno il pallino. Le manovre, se non altro, scorrono più veloci, il pressing caro a Sacchi fa capolino qua e là, anche se l'impegno non tocca mai vertici strenui. Anzi. Mancini e Lentini si limitano a giocate di routine. Non c'è profondità, nelle nostre trame. La difesa elvetica, arroccata intorno a Studer, con Mazzarella German e Heydecker impacciati «carabinieri» tiene per 40 minuti. Si arrende a una formidabile sventola di Bianchi, scoccata di collo esterno destro, al volo, da non meno di 25 metri, e, 5' più tardi, a uno splendido ricamo di Lentini, messo in moto da Baggio: l'incornata di Vialli, a porta vuota, è quanto di più comodo possa augurarsi un attaccante. Nella ripresa, sin troppo fedele alla parola data, Sacchi straccia la squadra di partenza e ne presenta un'altra. Non più di tre i superstiti: Baggio, Lanna, smistato a sinistra, e quell'inesauribile motorino del Bianchi interista. In porta, Pagliuca; in terza linea, al centro, la ditta MinottiApolloni; a metà campo, Albertini perno e Carbone a sinistra; Zola rifinitore; quindi Casiraghi (capitano) e Signori tandem d'attacco. E dal momento che pure lo Zurigo si dà ai restauri, fuori in sei, vi lasciamo immaginare a che cosa si riduce, strada facendo, la partita. Si procede per onor di firma: quello che manca è un accettabile filo conduttore. Per un pelo, al 75', il portiere Mader non combina la più esilarante delle frittate, poco dopo rispuntano Evani e Costacurta al posto di Bianchi, contuso, e Baggio. Allegria. Non un tiro nello specchio, né da una parte né dall'altra. Il pubblico non ci bada e fa la ola. All'Italia che vince non si guarda in bocca. Roberto Beccantini Roberto Mancini, qui a lato mentre supera 10 svizzero Studer, non ha brillato ma sulla sua gara ha sicuramente influito 11 malumore per le tre giornate di squalifica inflittegli ieri dal giudice sportivo ZURIGO ITALIA MADER 5 ^BlP MARCHEGIANI sv MAZZARELLI 6 (46'PAGLIUCA) sv (46' MAKALAKALANE) 6 D. BAGGIO 6 HEYDECKER 5 (87'COSTACURTA) sv (65'BARLOCHER) sv A. DICHIARA 6 GERMAN 6 (46'APOLLONI) 6 STUDER 6 DONADONI 6 KAGI 6 (46' ALBERTINI) 6 MAZENAUER 6 COSTACURTA 6 (54'CASAMENTO) 6 (46'MINOTTI) 6 SKORO 6 LANNA 6 (80'TARONE) sv LENTINI 6,5 BAUIC 6 (46'CARBONE) 5,5 (46'BALDASSARRI) 6 BIANCHI 7 MILTON 6,5 (80'EVANI) sv GRASSI 5,5 VIALLI 6 (46'SESA) 6 (46'CASIRAGHI) 5,5 MANCINI 5,5 (46' ZOLA) 5,5 EVANI 6 (46' SIGNORI) 5,5 All.: K. JARA 6 All.: SACCHI 6 Arbltro: MARTINO (Svizzera) 7 Rett: 40' A. Bianchi, 45' Vialli. Ammonitl: 36' Heydecker. Spettatorl: 14.31 2 Via-vai azzurro al Grand Hotel Zurigo Nazionale in Svizzera: troppi cambi per offrire gioco e serie indicazioni ai citi Sacchi Via-vai azzurro al Grand Hotel Zurigo Solo 2 gol, Bianchi e Vialli ZURIGO DAL NOSTRO INVIATO Come era nell'aria, l'allenamento pubblico della Nazionale italiana in terra elvetica si risolve in un frullato di modesta fragranza. Due gol all'attivo e la bellezza di diciannove giocatori schierati (più due ripescati): senza offesa, dovrebbe esserci un limite a tutto, anche al turn over. Ignoriamo quali indicazioni possa trarre Arrigo Sacchi, ammesso che sia riuscito a orientarsi in un via-vai del genere, più consono a un grand hotel che non a una partita di calcio, per quanto amichevole. Apprezzata la duttilità di Lanna, applaudito Bianchi per la rete rompi-ghiaccio e il fervore operativo, non ci resta che prendere le distanze dai cronici alti e bassi di Mancini. Da rivedere, Minotti e Apolloni: troppo surreale il contesto nel quale si sono mossi, loro malgrado. Lo stesso dicasi di Casiraghi, Signori, Zola, traditi da un impaccio frutto, in larga misura, del «taglio» irripetibile dato alla formazione del secondo tempo. In Olanda fu una cosa seria, al Letzigrund no, è stata una comparsala sciogligambe: dignitosa a tratti, divertente mai. Gli svizzerotti, tanto per cominciare, ci danno dentro che è un piacere. Non lasciano varchi, né si prendono licenze. Milton è il faro, Skoro e Baljic i lunatici corsari. La nazionale di scorta, sorretta - come sempre capita da queste parti - da un tifo sanguigno e pittoresco, «sfoglia» il 4-33 di Eindhoven. Il decollo è reso laborioso da un'intesa tutta da cementare, visto che gli elementi nuovi - all'inizio - sono ben cinque: Dino Baggio, a destra, laddove c'era Mannini; Lanna rileva Maldini quale partner di Costacurta nel cuore della zona difensiva e compie il dover suo con lusinghiero zelo. Poi ecco Bianchi a destra e Donadoni al centro, nel ruolo, cruciale, di distributore: rimpiazzano Eranio e Albertini. Mancini, lui si cala nei panni dell'altro Baggio (Roberto), con risultati intermittenti: pungolato, ai lati, da Lentini e Vialli. Fra i pah, Marchegiani corre qualche rischio soltanto nelle battute introduttive: traversa di Skoro direttamente su calcio d'angolo (!') e sciabolata a fil di palo di Heydecker (9') sugli sviluppi di un'azione Skoro-Baljic e un'amnesia di D. Baggio. A sinistra, come sempre, lavorano in coppia Di Chiara ed Evani. Trappola implacabile, il fuorigioco rosola a fuoco lento la scoppiettante intraprendenza dello Zurigo. Piano piano, gli italiani prendono in pugno il pallino. Le manovre, se non altro, scorrono più veloci, il pressing caro a Sacchi fa capolino qua e là, anche se l'impegno non tocca mai vertici strenui. Anzi. Mancini e Lentini si limitano a giocate di routine. Non c'è profondità, nelle nostre trame. La difesa elvetica, arroccata intorno a Studer, con Mazzarella German e Heydecker impacciati «carabinieri» tiene per 40 minuti. Si arrende a una formidabile sventola di Bianchi, scoccata di collo esterno destro, al volo, da non meno di 25 metri, e, 5' più tardi, a uno splendido ricamo di Lentini, messo in moto da Baggio: l'incornata di Vialli, a porta vuota, è quanto di più comodo possa augurarsi un attaccante. Nella ripresa, sin troppo fedele alla parola data, Sacchi straccia la squadra di partenza e ne presenta un'altra. Non più di tre i superstiti: Baggio, Lanna, smistato a sinistra, e quell'inesauribile motorino del Bianchi interista. In porta, Pagliuca; in terza linea, al centro, la ditta MinottiApolloni; a metà campo, Albertini perno e Carbone a sinistra; Zola rifinitore; quindi Casiraghi (capitano) e Signori tandem d'attacco. E dal momento che pure lo Zurigo si dà ai restauri, fuori in sei, vi lasciamo immaginare a che cosa si riduce, strada facendo, la partita. Si procede per onor di firma: quello che manca è un accettabile filo conduttore. Per un pelo, al 75', il portiere Mader non combina la più esilarante delle frittate, poco dopo rispuntano Evani e Costacurta al posto di Bianchi, contuso, e Baggio. Allegria. Non un tiro nello specchio, né da una parte né dall'altra. Il pubblico non ci bada e fa la ola. All'Italia che vince non si guarda in bocca. Roberto Beccantini Roberto Mancini, qui a lato mentre supera 10 svizzero Studer, non ha brillato ma sulla sua gara ha sicuramente influito 11 malumore per le tre giornate di squalifica inflittegli ieri dal giudice sportivo ZURIGO ITALIA MADER 5 ^BlP MARCHEGIANI sv MAZZARELLI 6 (46'PAGLIUCA) sv (46' MAKALAKALANE) 6 D. BAGGIO 6 HEYDECKER 5 (87'COSTACURTA) sv (65'BARLOCHER) sv A. DICHIARA 6 GERMAN 6 (46'APOLLONI) 6 STUDER 6 DONADONI 6 KAGI 6 (46' ALBERTINI) 6 MAZENAUER 6 COSTACURTA 6 (54'CASAMENTO) 6 (46'MINOTTI) 6 SKORO 6 LANNA 6 (80'TARONE) sv LENTINI 6,5 BAUIC 6 (46'CARBONE) 5,5 (46'BALDASSARRI) 6 BIANCHI 7 MILTON 6,5 (80'EVANI) sv GRASSI 5,5 VIALLI 6 (46'SESA) 6 (46'CASIRAGHI) 5,5 MANCINI 5,5 (46' ZOLA) 5,5 EVANI 6 (46' SIGNORI) 5,5 All.: K. JARA 6 All.: SACCHI 6 Arbltro: MARTINO (Svizzera) 7 Rett: 40' A. Bianchi, 45' Vialli. Ammonitl: 36' Heydecker. Spettatorl: 14.31 2

Luoghi citati: Italia, Lentini, Olanda, Svizzera, Zurigo