Sorbetto italiano kaputt? Colpa dei pizzaioli

Sorbetto italiano kaputt? Colpa dei pizzaioli Consumi calati del 40%, da Napoli ribattono: «Questione di qualità, vadano in Sicilia ad imparare» Sorbetto italiano kaputt? Colpa dei pizzaioli I gelatai veneti accusano: mafia e racket spaventano i tedeschi TREVISO NOSTRO SERVIZIO «Siamo italiani, sì, ma noi siamo gelatai, mica pizzaioli o ristoratori. E noi gelatai siamo razza Piave, non abbiamo nulla a che spartire con la mafia e col Sud d'Italia». Tutta colpa della pizzaconnection, dunque, se 1 gelatieri che lavorano in Germania sono travolti dalla crisi. Loro, la spiegano così: a causa delle collusioni con la mafia o quanto meno col racket, pizzerie e ristoranti hanno perso il 30-40 per cento della clientela. E citano Joseph Geissdorfer, direttore della sezione criminalità organizzata di Monaco di Baviera, secondo il quale «la maggior parte dei 400 proprietari di ristoranti italiani del capoluogo bavarese paga la mazzetta. Sulla base dei casi noti - continua il poliziotto - 30 all'anno nella sola Baviera, le proiezioni realistiche ci dicono che il 7080 per cento di questi ristoranti è legato al racket». Così i gelatai sono corsi ai ripari, imbastendo una campagna per propagandare la settentrionalità del loro prodotto: il gelato è freddo, viene dalla neve, dalle Alpi; la pizza è bollente, viene dal Vesuvio. Sono temperature diverse, montagne diverse, latitudini diverse, sembrano voler ricordare a tutti i tedeschi. I gelatai in Germania sono tremila, quasi tutti provengono dalle tre Venezie, ma specialmente dal Veneto ed in particolar modo dalle province di Belluno e Treviso: cioè da Longarone e Vittorio Veneto, i due centri più famosi, dove esistono le uniche due scuole di formazione professionale del cono gelato. Di questi tremila, millesettecento aderiscono all'Uniteis, l'associazione di categoria oltre il fiume Reno. II segretario Idolino Bertacco li ha riuniti all'aeroporto di Francoforte e ha lanciato l'idea della campagna promozionale, che partirà con la distribuzione gratuita di sor¬ betti ai bambini tedeschi. L'iniziativa ha suscitato interesse e anche qualche polemica, tant'è vero che lo stesso Bertacco ha dovuto in serata correre ai ripari con un comunicato all'Ansa: «Noi razzisti? Non scherziamo. Cerchiamo semplicemente di non farci invischiare in faccende di ma - fia. E per dimostrare la nostra solidarietà verso la gente del Sud, apriremo i nostri corsi anche ai loro gelatieri. Sempre che intendano lavorare seriamente». Ma sotto il Vesuvio, dove ha sede l'associazione «Vera pizza», le precisazioni non bastano a sopire l'arrabbiatura. E già c'è chi bolla la campagna dei gelatai come un'iniziativa dal chiaro sapore antimeridionale. Antonio Pace, presidente dei pizzaioli doc, è furibondo: «Poche settimane fa ho dovuto rispondere per le rime agli pseudo-pizzaioli trentini che rivendicavano la paternità della "margherita". E pazienza. Ma a questi gelatai veneti gli è dato di volta il cervello». E spiega tutto il suo malcontento: «Il 99 per cento dei pizzaioli napoletani vive e lavora a Napoli, tanto per cominciare. In Germania, a quanto mi risulta, sono proprio veneti ed emiliani a improvvisarsi pizzaioli dopo corsi-truffa sponsorizzati non so da chi. E poi, come si fa a dire che non si vende più gelato per colpa della pizza? Ai gelatieri veneti un consiglio: che vadanoin Sicilia, a imparare come si fa il gelato buono, che loro non sanno come si fa». Mario Lollo I gelatieri che lavorano in Germania sono travolti dalla crisi e accusano i pizzaioli: tutta colpa della mafia e del racket se non lavoriamo più Sorbetto italiano kaputt? Colpa dei pizzaioli Consumi calati del 40%, da Napoli ribattono: «Questione di qualità, vadano in Sicilia ad imparare» Sorbetto italiano kaputt? Colpa dei pizzaioli I gelatai veneti accusano: mafia e racket spaventano i tedeschi TREVISO NOSTRO SERVIZIO «Siamo italiani, sì, ma noi siamo gelatai, mica pizzaioli o ristoratori. E noi gelatai siamo razza Piave, non abbiamo nulla a che spartire con la mafia e col Sud d'Italia». Tutta colpa della pizzaconnection, dunque, se 1 gelatieri che lavorano in Germania sono travolti dalla crisi. Loro, la spiegano così: a causa delle collusioni con la mafia o quanto meno col racket, pizzerie e ristoranti hanno perso il 30-40 per cento della clientela. E citano Joseph Geissdorfer, direttore della sezione criminalità organizzata di Monaco di Baviera, secondo il quale «la maggior parte dei 400 proprietari di ristoranti italiani del capoluogo bavarese paga la mazzetta. Sulla base dei casi noti - continua il poliziotto - 30 all'anno nella sola Baviera, le proiezioni realistiche ci dicono che il 7080 per cento di questi ristoranti è legato al racket». Così i gelatai sono corsi ai ripari, imbastendo una campagna per propagandare la settentrionalità del loro prodotto: il gelato è freddo, viene dalla neve, dalle Alpi; la pizza è bollente, viene dal Vesuvio. Sono temperature diverse, montagne diverse, latitudini diverse, sembrano voler ricordare a tutti i tedeschi. I gelatai in Germania sono tremila, quasi tutti provengono dalle tre Venezie, ma specialmente dal Veneto ed in particolar modo dalle province di Belluno e Treviso: cioè da Longarone e Vittorio Veneto, i due centri più famosi, dove esistono le uniche due scuole di formazione professionale del cono gelato. Di questi tremila, millesettecento aderiscono all'Uniteis, l'associazione di categoria oltre il fiume Reno. II segretario Idolino Bertacco li ha riuniti all'aeroporto di Francoforte e ha lanciato l'idea della campagna promozionale, che partirà con la distribuzione gratuita di sor¬ betti ai bambini tedeschi. L'iniziativa ha suscitato interesse e anche qualche polemica, tant'è vero che lo stesso Bertacco ha dovuto in serata correre ai ripari con un comunicato all'Ansa: «Noi razzisti? Non scherziamo. Cerchiamo semplicemente di non farci invischiare in faccende di ma - fia. E per dimostrare la nostra solidarietà verso la gente del Sud, apriremo i nostri corsi anche ai loro gelatieri. Sempre che intendano lavorare seriamente». Ma sotto il Vesuvio, dove ha sede l'associazione «Vera pizza», le precisazioni non bastano a sopire l'arrabbiatura. E già c'è chi bolla la campagna dei gelatai come un'iniziativa dal chiaro sapore antimeridionale. Antonio Pace, presidente dei pizzaioli doc, è furibondo: «Poche settimane fa ho dovuto rispondere per le rime agli pseudo-pizzaioli trentini che rivendicavano la paternità della "margherita". E pazienza. Ma a questi gelatai veneti gli è dato di volta il cervello». E spiega tutto il suo malcontento: «Il 99 per cento dei pizzaioli napoletani vive e lavora a Napoli, tanto per cominciare. In Germania, a quanto mi risulta, sono proprio veneti ed emiliani a improvvisarsi pizzaioli dopo corsi-truffa sponsorizzati non so da chi. E poi, come si fa a dire che non si vende più gelato per colpa della pizza? Ai gelatieri veneti un consiglio: che vadanoin Sicilia, a imparare come si fa il gelato buono, che loro non sanno come si fa». Mario Lollo I gelatieri che lavorano in Germania sono travolti dalla crisi e accusano i pizzaioli: tutta colpa della mafia e del racket se non lavoriamo più

Persone citate: Antonio Pace, Bertacco, Joseph Geissdorfer, Mario Lollo I